Lions: il brigantaggio? Un fenomeno complesso

03 02lionsclubNOCI (Bari) - Il brigantaggio dopo il crollo del Regno delle due Sicilie: un fenomeno complesso, cruciale, sviluppatosi come conseguenza dei disagi sociali e delle decisioni politiche. Di questo sono tornati a parlare, lo scorso sabato 28 febbraio, i componenti dell’associazione Lions club di Noci dei trulli e delle Grotte all’interno della sala convegni sita in Via Pio XII°.

03 02lionsnisiOrganizzata per aprire ufficialmente l’anno associativo, la tavola intorno a cui sono convenuti illustri relatori studiosi di storia del mezzogiorno è servita anche a far luce su alcune tematiche dal profondo valore culturale e storiografico. Dopo il breve saluto da parte del sindaco di Noci Domenico Nisi infatti la moderatrice Conny Blasi è intervenuta per presentare non solo le radici più profonde e medioevali del fenomeno del brigantaggio ma anche per presentare i singoli lavori dei quattro relatori al tavolo, portati all’attenzione del pubblico. All’architetto Carmelo Potì (il primo a partire da sinistra nella foto in alto) l’onore di aprire le danze e di parlare di “Annessione nel Regno delle due Sicilie e continuità nella politica mediterranea dello Stato Unitario”. L’architetto, venendo a presentare il susseguirsi degli eventi, ha voluto far intendere il fenomeno del brigantaggio come naturale conseguenza della politica “militare” adottata da Federico II° prima e dallo Stato Italiano ormai unito dopo, suddividendolo in due fasi storiche distinte. “Un fenomeno che non va sottovalutato” ha dichiarato, “perchè nato anche sotto forma di riscatto, rispetto alla neutralità armata di Federico II° e alla politica aggressiva ed imperialista post 1861”.

03 02josemottolaDopo la lettura politico militare dell’architetto Potì è stata la volta dell’avvocato lavorista nocese Josè Mottola, il quale ha voluto esporre la sua tesi sul tema “L’antistato nel sud: storie e leggende a partire da “La camorra e altre storie di briganti’ di A. Dumas”. Lo studioso, dopo aver considerato Alexandre Dumas come uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi e dopo aver delineato parallelismi fra il famoso romanzo storico Il Conte di Montecristo e la vita personale e famigliare dello scrittore, ha ulteriormente analizzato alcuni degli scritti inviati e pubblicati durante il suo soggiorno nella città partenopea in cui vengono esaminati da vicino e con documenti alla mano reali aspetti del brigantaggio. “Dumas” ha commentato, “ha letto la figura del brigante come un bandito domato da un afflato solidaristico che reagiva a condizioni sociali”. Non un eroe quindi, ha più volte sottolineato, come oggi vien raccontato da chi è accecato da profondi pregiudizi ideologici. Infine, venendo a fare le sue dovute considerazioni sul tema, ha concluso dichiarando la camorra ed il brigantaggio due fenomeni di contro potere, antistatuali d’eredità borbonica che hanno condizionato la vita del nostro Paese anche negli anni successivi, arrivando ai giorni nostri.

Dopo la relazione dell’avvocato Mottola sono intervenuti anche altri due relatori: Vincenzo Labanca ed il prof. Angelo Panarese hanno relazionato entrambi su “L’unità d’Italia, una sequenza d’errori” e su “Il dibattito parlamentare sulle cause del brigantaggio meridionale”. Il convegno è stato anche presieduto dal senatore della Repubblica Piero Liuzzi.

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