La ricerca di Giulio Esposito, fonte preziosa per il futuro

10 03leuzziNOCI (Bari) – La ricerca di Giulio Esposito, fonte preziosa per gli studenti ed il futuro. Non hanno dubbi su quanto appena affermato i professori protagonisti e relatori del quarto incontro della 14° edizione di “Settembre in Santa Chiara”; non ne dubita neanche la professoressa Rosa Roberto, dirigente dell’ISS Da Vinci-Galilei di Noci. La ricerca storica del compianto professor Giulio Esposito è stata difatti al centro dell’ultimo incontro del ciclo di conversazioni storiche interamente ambientato nel Chiostro delle clarisse.

Il primo ospite relatore dell’incontro di giovedì 1 ottobre è stato Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (IPSAIC). Da anni vicino alla ricerca di Giulio Esposito, Leuzzi è stato invitato dagli organizzatori della manifestazione (Centro culturale “Giuseppe Albanese”, Comune di Noci, Biblioteca comunale “Mons. Amatulli” in collaborazione con l’Associazione “Terra Nucum” e l’Associazione di promozione territoriale “Pro Loco”) per discutere sul tema “Profughi e rifugiati”, negli ultimi anni sempre più frequente nella ricerca storica di Giulio Esposito.

"Giulio ci ha sempre spiegato la differenza fra profughi e rifugiati”, ha dichiarato Leuzzi venendo subito a chiarire la questione della sua argomentazione. “Egli aveva individuato nelle due guerre una grande quantità di profughi e rifugiati. La sua attenzione si è concentrata sia sull'area mediterranea che balcanica negli anni compresi fra 800 e 900: partendo dalle colonie italiane d'Egitto fino ad arrivare alle colonie italiane nella guerra in Libia (con particolare riferimento alla città di Smirne nella guerra italo turca). In vista delle celebrazioni del centenario dalla prima grande guerra, Giulio non aveva dimenticato di studiare e ricercare le conseguenze vissute dai nostri immigrati pugliesi: una ricerca non indifferente questa se pensiamo ai privilegi che essa può apportare alla storiografia. In tal ambito Giulio ha voluto capire quanti ne sono rientrati lavorando in particolar modo sulle fonti per cui ha da sempre dimostrato grandi capacità di comparazione”.

10 03pubblicoE ancora, secondo quanto riportato dal Leuzzi Giulio Esposito avrebbe continuato nel tempo anche su altri argomenti. Fra questi la persecuzione degli armeni, emigrati politici non graditi dai regimi autoritari (con particolare riferimento a Gaetano Salvemini), anarchici e così via. “La particolarità della ricerca di Giulio Esposito” ha concluso, “consisteva anche nella sua voglia di condivisione. Giulio era sempre disponibile a dare consigli agli altri studiosi. Capiva a fondo le questioni. Superava il carattere di chi fa ricerca essendo geloso dei propri documenti. Ha coniato nuovi termini come “esuli in patria” ed ha approfondito particolarismi non indifferenti. Ci auguriamo che tutto questo possa andare avanti e confidiamo nel lavoro degli studenti non solo per esaudire il desiderio di Giulio ma anche per evitare che nella ricerca possano riversarsi aspetti negativi. La ricerca che ha portato avanti Giulio ci impegna tutti oggi perché le grandi tematiche di ieri possono aiutarci ad abbattere i grandi muri di oggi”. Contento si è dimostrato infine Leuzzi nell’ascoltare la proposta della dirigente Rosa Roberto, giunta in sala per mano degli studenti: proposta con la quale il liceo “Da Vinci-Galilei” si propone di organizzare un ciclo di seminari storici.

10 03giorgioespositoConclusa la relazione di Leuzzi, il microfono è stato ceduto nelle mani del professor Giorgio Esposito, docente nei licei artistici, fratello del compianto Giulio. La sua testimonianza, intitolata “Reminiscenze familiari tra l’isola di Corfù e il villaggio di Trieste” lo ha portato a definire Giulio “Un figlio, un fratello, un padre” e a dimostrare quanto negli anni, nell’anima, la sua cultura si fosse tramutata in amore.

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