Dialetto POP: lessico e folklore fra zoonimi, koinè, antichi mestieri e cultura popolare

04 18dialettopopNOCI (Bari) – I dialetti del sud est barese contengono al loro interno un patrimonio culturale non indifferente. Un patrimonio che andrebbe recuperato, salvaguardato oltre che studiato, per capire non solo l’origine di alcune parole (affini o diverse) ma per far sì anche che queste non cadano nell’oblio. Si tratta di quello che il Centro studi sui dialetti apulo baresi cerca di fare attraverso la sua attività di ricerca e condivisione dei risultati come accaduto in occasione del convegno intitolato “Dialetto Pop”. L’ultimo evento organizzato dalla neonata associazione è stato organizzato, come già annunciato in conferenza stampa, lo scorso sabato 16 aprile all’interno della sala convegni Via Pio XII°.

Un video d’introduzione (a cura di Luca Curci) con relativa intervista a “rappresentanti” di vari dialetti del circondario e via con l’analisi di soli alcuni ambiti che caratterizzano il nostro “lessico e folklore”. Al tavolo dei relatori, 3 ospiti d’eccezione più due padroni casa, tutti coinvolti nell’approfondimento di alcune tematiche del dialetto di provenienza. Una soluzione più che colorata se consideriamo che, al centro della discussione, sebbene inseriti in un contesto molto più ampio quale è appunto il dialetto apulo – barese, sono stati presi in considerazione i dialetti di Castellana Grotte, Putignano, Cisternino ed ovviamente Noci. Il primo a prendere la parola come da programma uno dei membri rappresentanti del centro studi Giovanni Laera, il quale ha voluto spiegare, attraverso l’uso di alcuni esempi, perché gli zoonimi vengono considerati elementi di arricchimento del lessico dialettale. Fra l’animale e l’uomo, ha difatti spiegato, esiste un nesso inscindibile riconoscibile sin dall’antichità. L’animale ha difatti influenzato il linguaggio dell’uomo (dal greco al dialetto) sotto molti punti di vista: per rappresentare caratteristiche morali, fenomeni atmosferici, elementi architettonici, fantasie popolari, etc.

A seguire, l’intervento di Caterina Ivone. Proveniente da Castellana Grotte ed avendo nel corso dei suoi studi eseguito un lavoro di ricerca sui canti popolari del suo paese d’origine, la seconda relatrice della serata ha fatto ascoltare al vasto pubblico presente alcuni canti interpretati da signore del luogo per arrivare a parlare di “koinè”. Lei stessa ha difatti riscontrato che molto spesso il dialetto rinuncia alle sue caratteristiche fonetiche e lessicali per riservare il posto ad alcune forme del ceppo dialettale principale (in questo caso barese), in modo da farsi comprendere da più gente possibile. “I canti popolari sono radicati nella cultura popolare più di quanto possiamo immaginare” ha dichiarato, “ed il lavoro da svolgere sui è ancora tanto. Sulla koinè linguistica e culturale il lavoro è ancora maggiore perché purtroppo spezzata dall'avvento della società di massa”.

I lavori del convegno di sabato 16 aprile sono poi proseguiti con il ritorno di Maria Semeraro, relatrice che Noci aveva già avuto modo di conoscere a marzo 2015 durante il primo convegno del centro studi dedicato al “dialetto nel tempo”. Questa volta, cercando di immedesimarsi anche nella società nocese, Maria Semeraro ha cercato di recuperare nomi di alcuni mestieri antichi, interessanti dal punto di vista lessicale, alcuni diventati nel tempo anche soprannomi. Ne citiamo alcuni: cundist, spezzafirr, jalzabbenne, precamurt, cunzasigg, u vastes, etc. Gli ultimi inteventi, a cura di Paolo Vinella da Putignano e Mario Gabriele (del centro studi), sono stati incentrati su di uno studio di Antonio Carusio (in riferimento all’itterizia e primitive convinzioni del potere dell’urinoterapia) e sulla figura del diavolo fra leggende nocesi e letteratura.

04 18pubblicodialettoIl convegno sembra aver raggiunto gli obiettivi che il centro studi si era prefissato: avviare un percorso congiunto di ricerca sui dialetti del territorio di riferimento. L’unione di più ricercatori e studiosi di dialetti ha già confermato tali presupposti, ora tocca proseguire sulla stessa ed identica strada. Il convegno dello scorso 16 aprile è stato presenziato anche dal Sen. Piero Liuzzi e dal Sindaco di Noci Domenico Nisi.

Ricerche e studi

© RIPRODUZIONE RISERVATA