Settembre in Santa Chiara: "Noci in età angioina"

09 22 Settembre santa chiaraNOCI (Bari) – Giovedì 22 settembre, nel Chiostro delle Clarisse, si è tenuto il terzo incontro del ciclo di conversazioni storiche Settembre in Santa Chiara”, organizzato dal Centro culturale “Giuseppe Albanese”, dal Comune di Noci e della biblioteca comunale “Mons. Amatulli”. A conferire sul tema “Noci in età angioina” sono stati chiamati Domenico Blasi, direttore del Gruppo Umanesimo della Pietra di Martina Franca, e Francesco Giacovelli, architetto e storico del territorio.

Ha aperto la conversazione l’arch. Giacovelli, uno dei fondatori del centro culturale “Giuseppe Albanese”, il quale ha subito sottolineato la mancanza di fonti relative al periodo angioino, studiato grazie all’interazione tra reperti, affreschi, manufatti e architetture antiche. Infatti, è proprio studiando la viabilità, l’edilizia e gli stratagemmi architettonici che possiamo individuare il vecchio nucleo del casale di Noci circoscritto alla zona che va dalla Chiesa Matrice al quartiere  Torre, dove è possibile individuare i resti di una torre antica, costruita per fortificare il paese. E’, dunque, la posizione strategica di Noci (poco distante dai due casali di Barsento e Casaboli e alle porte del Principato di Taranto) che ne ha permesso la predominanza e l’ampliamento urbanistico, a opera dei D’Angiò. Emblemi di questi ampliamenti e di questi sviluppi sono gli archi gotici semilunari e le strombature delle finestre, utili, un tempo, alla difesa della cosiddetta “Torre Grande”, risalente al 1372.

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Da una prospettiva prettamente nocese, si è passati a un punto di vista più ampio con Domenico Blasi, il quale ha voluto ripercorrere il periodo angioino delle tre città di Noci, Francavilla e Martina Franca. Dopo aver smentito il “trigemellaggio” dei tre paesi, si è focalizzato sulla figura di Filippo D’Angiò, definendolo “il più imbecille di tutto il medioevo” per la sua sfortuna in campo militare, in ambito amoroso e nell’amministrazione pubblica. L’interesse delle tradizioni popolari verso la figura del principe di Taranto è dovuta, però, ai lavori d’ingrandimento di chiese che la famiglia angioina attuò nelle nostre zone a fini non religiosi, bensì fiscali: accentrare la gente serviva ad ottenere il pagamento di più tasse. Filippo I è, anche, comune denominatore nelle leggende sulle genesi dei tre paesi, tutte e tre storicamente false. Per ciò che riguarda Noci, l’equivoco sarebbe riconducibile a Pietro Gioja che, non avendo documenti scritti, confermò la leggenda della nascita di Noci per salvaguardare il paese stesso. Infine, Blasi si è soffermato sul modo di fare storia, nell’antichità mista alla fede e alla misticità, affermando che “quando si fa storia, la domanda delle domande da porsi è: perché?”.

In seguito ad alcuni interventi del pubblico, il direttore della biblioteca comunale Giuseppe Basile ha rinnovato l’appuntamento a giovedì 29 Settembre, ultimo appuntamento della XV edizione di “Settembre in Santa Chiara”, commemorativo di don Emanuele Caronti, fondatore dell’Abbazia della Scala.

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