Noci e gli anni terribili del primo conflitto mondiale

Terzo appuntamento con le conversazioni storiche del "Settembre in Corte Antica"

 

Mottola-Esposito-Gianfrate-NOCI (Bari) - Domenico Decaro, 24 anni, è il primo morto nocese del primo conflitto mondiale. Questa è una delle tanti ed interessanti notizie storiche emerse durante l'incontro "Noci durante il primo conflitto mondiale" tenutosi giovedì scorso presso Palazzo della Corte sito in Piazza Plebiscito. Il dibattito rientra nel più grande progetto di "Settembre in corte antica" realizzato e curato dal centro culturale "G. Albanese" che vede in questo la sua terza conversazione storica. Nelle prime due si è parlato dei polacchi a Noci durante la seconda guerra mondiale, e di pubblico e privato nella storia locale sulle orme di Tommaso Fiore.(Nella foto Josè Mottola, Giulio Esposito e Mario Gianfrate)

Al tavolo degli studiosi questa volta vi sedevano, oltre a Josè Mottola presidente del centro culturale organizzatore, Giulio Esposito scrittore e ricercatore IPSAIC (Istituto pugliese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea) e Mario Gianfrate, insegnate e studioso di storia locale. Proprio Gianfrate spiega alla platea con termini semplici ma efficaci che alla guerra vi hanno partecipato giovani contadini. Ragazzi strappati al lavoro dei campi ed inviati nelle trincee al fronte senza che questi sapessero i motivi del conflitto o contro chi stessero combattendo. "Inoltre - aneddota Gianfrate - in guerra era bandita la paura. Chi cercava riparo in trincea veniva ucciso dal suo stesso ufficiale e catalogato come uccisione da fuoco amico. Nessuno va in guerra per uccidere - continua Gianfrate - in quei casi è lo spirito di sopravvivenza che ti spinge a sparare. Un po' come nella Guerra di Piero di De Andrè". Per il ricercatore storico Esposito "il sacrificio dei nocesi non rientra tanto nella storia di Noci ma dell'Italia". Di qui il distendersi di uno studio accorato e preciso, dettagliato e semplice, che ripercorre gli anni terribili del primo conflitto mondiale vissuti nella nostra cittadina e rapportati ai fatti nazionali. La politica di allora, il sacrificio di Cesare Battisti, il ruolo della Chiesa e addirittura la mirabile rivolta delle donne del 1917. Tutto interpretato con una chiave di lettura di facile comprensione per far arrivare il messaggio al più grande numero di persone possibile. Esposito però chiude il suo intervento con una nota polemica. Le difficoltà che risiedono tutt'ora nel ricercare documenti storici non aiutano di certo il ricercatore, e il più delle volte ciò avviene perché gli archivi ed annali sono stati manomessi o sabotati. Così, ad esempio, non si verrà mai a conoscere il numero e il nome dei disertori nocesi della prima guerra mondiale. Punti oscuri che non vedranno mai la luce della storia.

 

Un momento dell'incontro


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Ricerche e studi

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