Settembre in Santa Chiara si conclude con tre “perle” di Noci: Villa Gabrielli, Villa Lenti e Palazzo Pace

09 30 Settembre in Santa Chiara conclusivoNOCI – Si è svolto lo scorso 29 settembre, all’interno del Chiostro delle Clarisse l’ultimo dei quattro appuntamenti previsti nell’ambito di “Settembre in Santa Chiara”. Il ciclo di conversazioni storiche è promosso dal Centro Culturale Giuseppe Albanese con il Patrocinio del Comune di Noci e con la collaborazione della Biblioteca Comunale; del Gruppo Umanesimo della Pietra di Martina Franca, dell’Associazione “Terra Nucum”, Puglia Trek&Food e quest’anno anche di Società di Storia Patria per la Puglia. La serata, così come le precedenti, è stata coordinata da Giuseppe Basile, Direttore della Biblioteca Comunale. Illustri relatori dell’incontro sono stati gli architetti Francesco Giacovelli (vice presidente del Gruppo Umanesimo della Pietra) e Imma Fasano (referente FAI per Noci). Di grande interesse il tema, che ha riguardato le dimore storiche di Noci. In particolar modo, tre “tesori” come Villa Gabrielli (ex Casino Montone) Villa Lenti e Palazzo Pace.

09 30 Settembre Santachiara ultimoA partire dal Settecento, per tutto l’Ottocento e fino ai primi del Novecento, la ricca borghesia agraria, con la costruzione di imponenti dimore, innescò un importante processo di modifica del territorio, sia urbano che rurale. A fine Ottocento, quindi, il territorio nocese aveva già assunto quasi del tutto le connotazioni con cui lo conosciamo oggi. In paese, le famiglie borghesi costruivano sontuosi palazzi, come dimostrazione della loro agiatezza e potenza economica. In campagna, invece, ci si rifugiava per sfuggire al caos della rumorosa cittadina, come nel caso della bellissima Villa Lenti, che per la prima volta fu aperta al pubblico lo scorso marzo, durante le giornate FAI di primavera. Al sogno dei nocesi di scoprire quali tesori celasse al suo interno la dimora di una delle famiglie più in vista di Noci, dedicammo mesi fa questo articolo. Fatta costruire sui ruderi dell’ex convento dei Domenicani e dell’annessa chiesetta della Madonna delle Grazie, Villa Lenti conserva ancora delle testimonianze dell’ex complesso conventuale. Ci riferiamo in particolar modo alle formelle, ritrovate e fatte esaminare con il consenso di Donna Cassandra Lenti (all’epoca ancora vivente) che presentano una simbologia chiaramente riconducibile al potente ordine monastico. I reperti sono poi stati trasferiti all’interno del Chiostro di San Domenico, facendo parte dell’omonimo museo diffuso. Stupiscono letteralmente gli interni, che oltre a pregevolissimi affreschi, conservano intatto il mobilio dell’epoca. Stessa integrità, grazie alla cura della famiglia, conserva Palazzo Pace, che come anticipato dall’Architetto Imma Fasano, sarà probabilmente oggetto di apertura nel corso di uno dei numerosi eventi che il FAI ha in programma per quanto riguarda la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio architettonico e culturale. Durate la serata, ad ogni modo, la platea ha potuto compiere, con l’aiuto dei relatori, un meraviglioso viaggio virtuale per immagini, sia all’interno di Villa Lenti (per chi non fosse riuscito a visitarla durante le giornate FAI di primavera) che di Palazzo Pace.
Parlando di agro, va sicuramente approfondito anche il fenomeno delle ville masserie. I proprietari le utilizzavano sì come case di villeggiatura, specialmente durante i mesi estivi, ma non dimentichiamo che erano anche centri produttivi. E con l’aumento della richiesta, si rendeva sempre più necessario controllare costantemente le attività produttive.La villa masseria nasce quindi come “punto di appoggio” anche per i mezzadri e per tutti coloro che lavoravano i terreni adiacenti. Con il tempo, la parte residenziale si separò sempre di più da quella produttiva.

09 27 Villa GabrielliLa villa masseria più bella che Noci può vantare è villa Gabrielli, fatta edificare nel tardo Ottocento da Monsignor Vito Gabrielli. Il canonico era un uomo di immensa cultura: letterato, poeta e musicista, che ha lasciato tantissime testimonianze della sua arte. Avendo frequentato sia gli ambienti Napoletani che quelli romani, Vito Gabrielli trasferì queste influenze culturali a Noci, anche dal punto di vista architettonico. Villa Gabrielli è sicuramente il primo esempio di “cafe house” su Noci. Si racconta che perfino il re Umberto I di Savoia si sia fermato in questa incantevole villa masseria per far riposare i suoi cavalli. Degne di menzione sono le finte nicchie all’interno del loggiato, che raffigurano scene della “Gerusalemme 09 30 Gabrielli VillaLiberata” di Torquato Tasso. La grande sensibilità di Monsignor Vito Gabrielli lo portò a sviluppare un rapporto del tutto particolare con la natura e con il verde. Un verde che infonde energia, che regala quiete e serenità, avvicinando quindi al divino. Lo si può notare anche dell’organizzazione degli spazi esterni, dal modo in cui si collegano all’abitazione, che non si presenta “chiusa” rispetto alla campagna circostante, ma sembra al contrario volersi “aprire ad essa”, come abbracciandola.

09 30 Famiglia GabrielliVorremmo a questo punto anche a voi lettori l’emblematica immagine con cui si è aperta e chiusa la serata: la famiglia Gabrieli che dal terrazzo della propria dimora sembra “salutare” chi li guarda dalla finestra di un’altra epoca. Salutare, sì, ma anche lanciare un importante avvertimento, anzi, quasi una preghiera: “Abbiate cura di quello che abbiano costruito e che vi abbiamo lasciato!”.

I saluti conclusivi sono stati affidati all’Assessore alla cultura, Angelica Intini.

“La nostra storia è fondamentale per capire da dove veniamo e soprattutto chi siamo e dove stiamo andando. Per me è un dispiacere enorme vedere così pochi giovani partecipare a questo genere di eventi. Vorrei davvero invitarli a farlo, perché spetta a loro esseri i custodi del nostro patrimonio storico-culturale”- ha dichiarato l’Assessore, esprimendo tutta la personale passione nei confronti della storia.

 

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