Largo Garibaldi: 'pietra e cromaticità da salvaguardare'

09-29SimonegiacovelliNOCI (Bari) -  Ad un mese dalla riapertura parziale di Piazza Garibaldi un incontro previsto nel ciclo di conversazioni "Settembre in Santa Chiara"  è stato dedicato alla sua originaria progettazione, alla sua storia e all'architetto che l'aveva ideata. Un incontro, quello del 26 settembre, che si è svolto dinanzi ad un pubblico eterogeneo, attento a tutti i particolari che hanno costituito e che costituiscono tutt'ora il centro della vita cittadina. 

 
L'arredo urbano e l'ingegneria idraulica di Sante Simone nella progettazione di Largo Garibaldi (1878-1881): questo il titolo del terzo incontro settembrino che ha visto relazionare nella prima parte della serata l'urbanista e storico del territorio Francesco Giacovelli. Partendo dall'immagine più antica di Largo Garibaldi risalente al 1909, l'urbanista ha così descritto tutti i cambiamenti e le progettazioni apportate nel corso degli anni con particolare attenzione all'impostazione delle cisterne e ai condotti d'acqua che sarebbero state poi collegate alla fontata principale. Nel maggio del 1878 l'architetto Sante Simone avrebbe così ricevuto l'incarico da parte dell'Amministrazione Comunale di riqualificare Piazza Garibaldi e di creare una organica rete che mettesse in relazione l'acqua proveniente dalla cisterna principale di Piazza Plebiscito con Piazza Garibaldi. 
 
La galleria creata nel sottosuolo ebbe allora dimensioni notevoli con un altezza pari a 8 m ed una larghezza pari a 3. L'arredo urbano della piazza invece ebbe a che fare con particolari alquanto significativi fra panchine, basolati, cunette, zanelle e pietra, principale caratteristica per l'aspetto esteriore. Presentato tutto l'assetto del progetto, Giacovelli ha così commentato il principio cardine sul quale i lavori attuali si sono concentrati: "Con gli attuali lavori di riqualificazione si intende preservare il valore della pietra e della sua cromaticità. Il materiale utilizzato è stato scelto per durare nel tempo e soprattutto per sfidarlo. Si è voluto che venissero riprese antiche caratteristiche come ad esempio i lampioni in perfetto allineamento con gli alberi che non intralciassero le passeggiate dei cittadini".
 
09-29annamariacastellanetaLa seconda parte della serata è stata poi affidata nelle mani di Anna Maria Castellaneta (foto a lato) specialista in gestione dell'ambiente e del paesaggio e curatrice del verde presente nella Piazza. Con riferimento ad antiche carte redatte a Firenze, la specialista ha così descritto le piante d'Acacia previste da Sante Simone all'interno del giardino storico della nostra città, progettate con un impostazione definita dagli specialisti "Palizzata all'italiana". Ciò che ha più rapito la nostra attenzione è stata la considerazione che la Castellaneta ha voluto fare sulla volontà, da parte di Sante Simone, di inserire piante come l'acacia. La sua opinione infatti è che l'architetto facesse parte di qualche movimento simile alla massoneria e che la sua firma mancata su tutte le opere di Piazza Garibaldi non si trovasse in altri luoghi se non nelle caratteristiche esoteriche stesse della progettazione come appunto la pianta dell'acacia. Ma questa rimane solo un opinione. 
 
Il prossimo ed ultimo appuntamento con il ciclo di conversazioni "Settembre in Santa Chiara"  è previsto giovedì 4 ottobre alle ore 19.30.
 
 
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