NOCI (Bari) - File interminabili al Centro Per l'Impiego di Noci, ma è solo un fatto momentaneo. Alle molteplici richieste di cittadini lamentosi che sollecitano l'intervento degli organi di stampa sulla questione, la risposta è molto semplice. Il momento di sovraffollamento dell'ufficio polifunzionale di Noci (in foto) è dovuto al fatto che lo stesso ha da quasi un anno quadruplicato il proprio bacino d'utenza.
Con delibera di giunta provinciale del 6 luglio dell'anno scorso infatti, gli uffici territoriali polifunzionali hanno dovuto subire un drastico ridimensionamento. Gli uffici periferici hanno dovuto chiudere ed il personale trasferito in altre sedi della pubblica amministrazione. Il CPI di Noci quindi, unica sede ad essere uscita indenne dalla mannaia dei tagli, copre un bacino d'utenza di quattro comuni che va da Putignano a Locorotondo, passando per Noci ed Alberobello. La riformulazione dell'ufficio provinciale ed il conseguente dislocamento sul territorio è già in atto da settembre scorso.
Se da una parte la presenza di un ufficio pubblico di questa portata è un bene per la città di Noci, dall'altra vi sono non poche perplessità. Ad iniziare dall'interno della PA. Purtroppo gli altri centri per l'impiego dislocati sui comuni del circondario hanno dovuto chiudere i battenti perché la spending review ha non solo bloccato i fondi destinati a questi uffici ma ha anche bloccato il turn-over impedendo l'assunzione di nuovi dipendenti rispetto alle unità in fase di pensionamento.
La perplessità esterna invece ricade sulla scelta dell'ufficio nocese che farebbe spendere alle casse comunali circa 26.000 euro all'anno a differenza di altre sedi dislocate su altri comuni ad oggi chiusi dove la spesa per il sostentamento dell'ufficio era notevolmente più bassa o addirittura nulla.
Le 12 unità operative all'interno del CPI di Noci stanno comunque cercando di fare il massimo per garantire un servizio qualitativamente ottimale.