Fieragricola di Verona si presenta agli allevatori pugliesi

11 20 fieragricola veronaMOTTOLA (Taranto) - «Il futuro della zootecnia non può prescindere dalla razionalizzazione dei costi, dal miglioramento degli standard qualitativi delle produzioni e dall’internazionalizzazione e credo che Fieragricola di Verona sia una delle opportunità per ampliare gli orizzonti dei servizi tecnici che l’Associazione italiana allevatori svolge su tutto il territorio».

Così ha detto Pietro Salcuni, presidente dell’Associazione italiana allevatori, che ieri mattina è intervenuto al road show di Fieragricola a Mottola (Taranto), di fronte a una platea di circa 200 allevatori provenienti da tutta la Puglia.

L’incontro è servito per spiegare ai produttori pugliesi – dopo le tappe in Sicilia e Campania – le opportunità di Fieragricola. «Parliamo di una grande vetrina di tutte le novità nei settori non soltanto della zootecnia, ma anche delle energie rinnovabili, della meccanica agricole, delle innovazioni che riguardano i mezzi tecnici e la multifunzione – ha spiegato l’Area manager Agriexpo & Technology, Luciano Rizzi – che offre l’opportunità agli agricoltori e agli allevatori di poter anticipare le esigenze del mercato e dei consumatori, che chiedono qualità, sicurezza alimentare, sostenibilità economica e ambientale».

Le risorse per investire non mancano. «Regione Puglia potrà contare su 1 miliardo e 637 milioni di euro con il Programma di sviluppo rurale 2014-2020, in fase di approvazione ora a Bruxelles», ha ricordato Pietro Spagnoletti, responsabile dell’area tecnico-economica di Coldiretti Puglia.

Una buona parte dei fondi potrà essere utilizzata per la crescita della zootecnia. «Le cifre sono ancora indicative e potrebbero subire qualche modifica – ha specificato Spagnoletti – ma il Psr pugliese prevede 170 milioni di euro destinati alla misura 6, 535 milioni di euro per la misura 4 finalizzata agli investimenti aziendali, circa 225 milioni di euro per le misure agro-climatico-ambientali regionali».

Il successo del Psr 2014-2020, ha ribadito Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia, «dipenderà anche dal ruolo dell’Associazione regionale degli allevatori, da sempre in prima linea a tutela della biodiversità. Auspico che l’Associazione allevatori possa avere quel ruolo politico che le compete nel settore zootecnico».

La priorità del sistema è quella di «difendere il reddito degli allevatori, perché la chiusura delle stalle non soltanto impoverisce l’economia del territorio – ha dichiarato il presidente di Anarb (Associazione nazionale allevatori di razza bruna), Pietro Laterzama lo rende vulnerabile sul versante del dissesto idrogeologico, perché dove manca il presidio dell’agricoltore l’area è abbandonata o comunque meno tutelata».

Se l’obiettivo è migliorare la redditività delle imprese zootecniche, un contributo fondamentale potrà derivare dal nuovo software «Si@lleva» che l’Associazione italiana allevatori ha messo a punto e che permette di ricercare e confrontare «big data». «Grazie a questa nuova tecnologia – ha sostenuto Giovanni Cappiello, direttore dell’Associazione allevatori della Pugliasi potranno migliorare i parametri legati al benessere animale, alla qualità del latte, alla salubrità degli animali, alla fertilità e quelle variabili in grado di rendere più performante un allevamento».

Fiere

© RIPRODUZIONE RISERVATA