Presto un Consiglio comunale straordinario su DATA SERVICE

dataservice_1NOCI - La protesta delle lavoratrici nocesi rimaste senza lavoro dopo che il 27 aprile scorso l'azienda romana DATA SERVICE, di cui è presidente Rocco Sabelli, ha deciso il trasferimento da Casamassima ad altra sede delle proprie attività, a detta delle lavoratrici, senza preavviso di sorta e senza comunicazioni ufficiali. La vicenda ha dell'incredibile e le lavoratrici nocesi hanno cercato di ricostruire la difficile situazione creatasi aprendo una pagina sul noto social network Facebook intitolata "BLITZ "DATA SERVICE SPA" ora B.E.E. TEAM SPA" per tenere desta l'attenzione nell'attesa del Consiglio comunale monotematico promesso dai consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. (foto della mattina del 27 aprile dal gruppo Blitz Data Service)

Nella seduta del 29 aprile scorso, infatti, all'indomani dell'assurda vicenda, le lavoratrici nocesi hanno presentato all'amministrazione locale le proprie ragioni e il proprio dissenso circa l'operato aziendale che rischia di infliggere un duro colpo nell'economia cittadina colpendo numerosi gruppi familiari. Basti pensare che nella sede di Casamassima della DATA SERVICE lavoravano 73 donne e 2 uomini tutti di Noci. La politica cittadina ha dato loro appuntamento ad un prossimo Consiglio comunale monotematico per discutere di questo come di altri casi di chiusure di aziende all'interno del tessuto locale. Piero Plantone per il PD durante la seduta consiliare ha dimostrato solidarietà con le lavoratrici in questo difficile momento ed ha lanciato la proposta di un consiglio monotematico sull'occupazione a Noci. Il sindaco Liuzzi e la maggioranza hanno condiviso la proposta di Plantone dando mandato al presidente del Consiglio Notarnicola di convocare nei tempi dovuti i responsabili aziendali, sindacali, gli assessorati regionali e provinciali al lavoro e alle politiche per l'occupazione e la prefettura per trattare organicamente la questione occupazione, nel tentativo di garantire le tutele di legge per le lavoratrici colpite da questa vicenda.

LA VICENDA RICOSTRUITA DALLE LAVORATRICI
Sulla pagina web del gruppo aperto su Facebook Teresa, una lavoratrice, ricostruisce le fasi della vicenda.

Casamassima prima della notte tra il 23 e 24 aprile 2009
"Dall'inizio dell'anno 2009 i carichi di lavoro del reparto trattamento documentale hanno subito un notevole calo, fronteggiato dall'azienda con ricorso a ferie e permessi condivisi, in attesa di altre soluzione, dal personale stesso. Alla luce di quanto detto sopra era facile intuire una riapertura del tavolo delle trattative a livello nazionale, per ridiscutere l'accordo di dicembre 2007.

dataserviceNel frattempo l'azienda provvedeva a raccogliere informazioni operative circa le commesse in essere sul sito di Casamassima, giustificandole come miglioramento da apportare alle fasi lavorative comuni anche in altri sede del gruppo. Nel mese di febbraio 2009 è stato sventato il tentativo da parte dell'azienda di trasferire alcune lavorazioni della Banca Popolare di Bari al sito di Roma.

Nel mese di marzo, le attività per il recupero di tutte le informazioni tecniche e operative delle commesse si sono ulteriormente incentivate anche con la presenza di tecnici esterni. Il 16 aprile un gruppo di dipendenti scrivono una lettera aperta al presidente della Data Service spa, nella quale è evidente lo stato di ansia di tutto il personale. Dal 20 aprile la nuova procedura di lavorazione prevedeva che il lavoro non ultimato nella giornata dovesse essere custodito in locali attrezzati e muniti di chiavi in dotazione al responsabile di sede. Il 22 si sparge la voce tra i dipendenti, che il giorno successivo sarebbe stato l'ultimo giorno di lavoro per la sede di Casamassima".

La notte tra il 23 e 24 aprile 2009
"Il 23 vengono contattati, in forma ufficiosa, i sindacati dalle RSA per decidere il da farsi. Su consiglio dei sindacati il personale decide di non attuare NESSUNO STATO DI AGITAZIONE. I clienti fanno sapere che l'azienda nel pomeriggio ha trasmesso loro una comunicazione con il seguente testo:

...........a seguito dello stato di agitazione dei lavoratori del nostro sito di Casamassima, stiamo provvedendo ad attivare tempestivamente le necessarie misure per garantire comunque la lavorazione dei flussi via via pervenuti. .................

dataservice_2Il pomeriggio viene indetta una assemblea sindacale dalle ore 16.00 alle 18.00. Durante l'assemblea il responsabile della sede raccoglieva tutto il lavoro e lo poneva sotto chiave. Nella giornata del 23 aprile, è stato evidente un calo di comunicazioni da parte dei clienti e la mancanza di arrivo di una parte del materiale da lavorare. Nel frattempo il personale ha normalmente svolto tutte le consuete attività. Nel pomeriggio è arrivata un'e-mail all'indirizzo Rsa della sede di Casamassima. I destinatari dell'e-mail erano gli rsa del sito, mentre nel testo erano riportati anche le sigle sindacali, e il responsabile di sede comunicava la presenza del Dott. Martino (responsabile dell'Ufficio Risorse Umane) per il giorno 24 aprile. Secondo l'e-mail alle ore 11.00 il dott. Martino era disponibile per un incontro con le parti. Il turno di lavoro previsto dalle 17.00 alle 01.30 non ha ricevuto materiale da lavorare, ma è rimasto comunque in sede. La mattina del 24 aprile, i dipendenti hanno potuto timbrare il loro cartellino, ma il responsabile comunicava loro che non potevano accendere i terminali. Con stupore tutto il lavoro sotto chiave era in parte sparito e il rimanente non si poteva toccare. Il personale è rimasto in sede fino alla fine del turno di lavoro. Alle ore 11.30 sono state chiamate le Rsa presenti per l'incontro con il dott. Martino. L'incontro non si è potuto svolgere per la mancata convocazione delle parti. Solo un'e-mail alle Rsa del sito e nessuna comunicazione ufficiale alle rappresentanze sindacali provinciali è stata inviata. Nel primo pomeriggio l'azienda mette in bacheca un comunicato interno. Il turno di lavoro previsto dalle 17.00 alle 01.30 non ha ricevuto materiale da lavorare, ma è rimasto comunque in sede nonostante il dott. Martino invitava i colleghi ad abbandonare il posto di lavoro facendosi carico dell'autorizzazione ad un permesso retribuito. Nel frattempo poche persone avevano ricevuto comunicazione telegrafica che riportava la messa in CIGS o ferie. Lunedì 27 aprile 2009 tutte i dipendenti del sito di Casamassima che non avevano ricevuto nessuno tipo di comunicazione personale, si sono ritrovati alle porte dell'azienda. La sede era presidiata da 2 vigilantes, di un'azienda di vigilanza di Bari, pagati per tutelare l'incolumità del dirigente e impedire l'ingresso ai lavoratori. Per dimostrare che la nostra presenza non aveva nessun intento provocatorio, sono stati chiamati i Carabinieri della locale stazione di Casamassima che intervenuti tempestivamente hanno constatato lo stato dei fatti dopo aver anche parlato con il responsabile di sede. Nel corso della mattinata comunicazioni telegrafiche arrivavano a casa dei dipendenti".

LA LETTERA al presidente Rocco Sabelli del 16 aprile 2009
A corredo della minuziosa ricostruzione Teresa pubblica anche la lettera del 16 aprile in cui le lavoratrici esprimevano dubbi e proposte sul futuro dell'azienda. Proposte rimaste inascoltate.

 

LE PROSPETTIVE
C'è attesa per il Consiglio comunale monotematico e per quello che toccherà in sorte per le lavoratrici e i lavoratori nocesi. Seguiremo la vicenda.

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