Crisi economica, le banche danno forfait

05-14-incontro-amministratoriNOCI (Bari) - Alla fine tutti a casa. Nulla di fatto nell'incontro promosso dall'amministrazione comunale per cercare di far fronte comune, insieme a tutti i cosiddetti protagonisti sociali, alla crisi economica che sta attanagliando anche la città dei tre campanili. Nell'incontro di venerdì presso la saletta conferenze del nuovo foro boario in contrada montedoro, al momento di firmare una convenzione triangolare, i banchieri si sono tirati indietro.

"Non possiamo sottoscrivere nulla - dicono i delegati degli istituti di credito - non abbiamo potere decisionale ed un accordo vincolante ha bisogno di organismi che stanno al di sopra delle nostre funzioni". E dire che l'incontro si era aperto con buoni auspici. Facce sorridenti e scambi di convenevoli tra i colletti bianchi che muovono fiumi di denaro al giorno.

05-14-tavolo-amministrazione-banchePoi la delegazione comunale ha aperto le danze giocando subito a carte scoperte. "Ci troviamo qui riuniti oggi - dichiara in apertura il Sindaco Liuzzi - per far fronte alle richieste che ci pervengono dal mondo del lavoro. Vogliamo addivenire ad un momento di sintesi per capire se la crisi sia enfatizzata, reale o sottovalutata". Poi virata sulle opere pubbliche in cantiere. "Stiamo implementando per quanto ci riguarda una serie di interventi nel settore delle opere pubbliche per mantenere attivo l'assetto imprenditoriale nocese. A Noci attualmente sono aperti otto cantieri tra cui l'Opera Pia Sgobba, Piazza Garibaldi, la Zona Industriale, tutte assegnate ad imprese locali o ricadenti nell'indotto locale". E qui la stoccata finale. "Vogliamo che le banche - chiosa il primo cittadino - tornino a fare il loro mestiere e non tappare le ali all'economia locale tramite la stretta creditizia".

Pronta la risposta dei delegati bancari presentatisi in un esercito di quasi 20 persone in rappresentanza di quasi tutti gli sportelli economici (ben 13) presenti sul territorio tra banche nazionali MPS, Unicredit, e banche territoriali come BP del Mezzogiorno, BPPB, e Crediti Cooperativi. Il dito è puntato contro le pressioni dei canali economici europei, presentati quasi come dei dictat a cui non ci si può ribellare. A questi vi si aggiungono le direttive di Basilea2, a cui tutte le banche europee si devono attenere tassativamente. In ultimo, come è solito in una Italia che si rispetti, il gioco dello scarica barile finisce sugli imprenditori e sui commercialisti, rei, secondo i banchieri, di non presentare bilanci corretti e di non rispettare le più elementari leggi di economia finanziaria. Un gioco - dicono i banchieri - che poteva reggere fino a quando vi era liquidità, oggi non lo si può più fare.

In ultimo gli interventi di tutti i rappresentanti di categoria presenti, compreso il Forum Comunale delle Attività Produttive. Scambio di battute energico tra i banchieri e i rappresentanti della Confartigianato, più agguerriti sul piano delle delucidazioni e chiarimenti sul mondo della microimpresa ed in particolare della piccola impresa edile. Chiarite le posizioni di tutti, gli amministratori comunali hanno così proposto la ratifica di una convenzione triangolare vincolante per le parti. Apriti cielo. I delegati degli istituti creditizi si sono divincolati dalla firma adducendo ad un problema di gerarchia professionale all'interno delle aziende che rappresentano la firma dell'accordo.

A Noci vi sono circa 2000 partite iva aperte, la maggior parte delle quali riferenti a società unipersonali che rappresentano l'11% del tessuto lavorativo nocese. A questi vi si aggiungono quasi mille persone tra disoccupati, ammortizzati sociali ed inoccupati. Tutte situazioni appese ad un filo che non si sa quanto potrà ancora reggere.

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