PAC, sì solo se salvaguarda la zootecnia italiana

11-14-convegno-pacNOCI (Bari) - È attesa per oggi, con una cerimonia ufficiale al Campidoglio in Roma, la consegna dell'attestato che conferma "l'attitudine alle buone pratiche in agricoltura e tutela del paesaggio" al Comune di Noci. L'attestazione arriva ad un anno esatto dal riconoscimento del borgo barese quale Bandiera Verde per l'Agricoltura. Tale cerimonia è stata anticipata a Noci da un incontro pubblico organizzato dall'ente comunale sulla PAC, ovvero Politica Agricola Comunitaria.

Al dibattito svoltosi lunedì pomeriggio all'interno del Chiostro San Domenico, sede del Museo Diffuso, vi hanno preso parte, tra gli altri, anche l'Europarlamentare Sergio Silvestris ed il presidente nazionale CIA Giuseppe Politi. A fare gli onori di casa e moderare gli interventi, il Sindaco Piero Liuzzi.

11-14-relatori-pacSubito il dibattito si accende ed inizia ad acquisire risvolti politici. «La proposta di PAC portata al parlamento europeo dal presidente della commissione Dacian Cioloş, non è votabile. Noi non la voteremo - tuona Silvestris. La presa di posizione dell'eurodeputato di destra (eletto nelle file PdL) prende le mosse dal fatto che, con una descrizione numerica presentata dallo stesso, con la nuova Pac agli agricoltori italiani verrebbero diminuiti i fondi a loro destinati. Da 560mln del 2008 si passerebbe a 178mln nel 2019 con una riduzione del 32%. Questo perché, stando alla tesi sostenuta da Silvestris, la nuova Pac si sosterrebbe su sistemi antiquati che non prenderebbero in considerazione il valore della produzione ed il reddito delle aziende agricole italiane. Con il sistema dei finanziamenti a pioggia tutti i marchi registrati di qualità soprattutto italiana quali DOC, DOP, OGP, verrebbero notevolmente ridotti a discapito della produzione d'eccellenza.

Altro punto focalizzato è quello burocratico. La burocrazia ostacola di molto le buone pratiche per le aziende agricole che vorrebbero accedere ai fondi stanziati dalla Comunità Europea, ed i tempi di risposta si prospettano biblici. Dello stesso avviso è anche l'Assessore Regionale al ramo Dario Stèfano per il quale, dopo una stoccata al passato esecutivo nazionale per «un'Italia assente negli ultimi 3 anni su scala europea», si è detto insoddisfatto della proposta di Pac in dibattimento su almeno tre punti. Il primo riguarda i cambiamenti climatici ed assicurazioni con un fondo di solidarietà che manca; il secondo riguarda la crisi del mercato primario e la volatilità dei prezzi che Stefàno vorrebbe vedersi ridimensionati; il terzo infine riguarda la sburocratizzazione delle procedure legate ai finanziamenti europei in cui in questi ultimi anni «si è assistito - dichiara l'assessore regionale - al paradosso che la pratica viene a costare di più rispetto all'aiuto richiesto». Per Stefàno «una proposta di Pac con 8mila emendamenti, è una proposta profondamente sbagliata. Probabilmente si arriverà ad una prorogatio della nuova politica agricola».

Insomma nessuno vuole la nuova PAC se debilita la zootecnia italiana. Per tutti il punto di riferimento è stato l'iter attualmente in corso per la valutazione a livello europeo dell'entrata in vigore della nuova PAC. Secondo i piani diramati dal consiglio, il parlamento europeo dovrebbe deliberare la nuova PAC entro il 2013, con entrata in vigore da gennaio 2014. Un iter partito ad ottobre del 2011 e che dovrebbe vedere un primo spiraglio di luce a marzo dell'anno prossimo quando vi sarà una prima lettura plenaria con gli emendamenti approvati.

L'agricoltura italiana e nocese promette passi da gigante sotto il punto di vista della produzione d'eccellenza delle proprie peculiarità locali, ma una PAC che non tiene conto dei meriti e delle eccellenze locali spaventa di molto gli amministratori e gli agricoltori interessati che possono vedersi sbarrata la strada verso uno standard qualitativo superiore riconosciuto in tutto il mondo.

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