Gruppo Intini in liquidazione, fine di un impero?

sede-sma-intini-02NOCI (Bari) - Ci si potrebbe avvicinare alla fine di un impero e chiudere così un capitolo glorioso dell'imprenditoria locale. Dopo tantissimi anni di attività, il 20 settembre scorso la Intini Angelo ha presentato al Tribunale domanda di concordato preventivo trascinando nel baratro anche la controllante Gruppo Intini SpA, messa in liquidazione.

intini-enrico-01La manovra attuata dal gruppo imprenditoriale facente capo ad Enrico Intini (in foto) ha messo in cassa integrazione ben 56 dipendenti e per molti altri si è fatto ricorso ai licenziamenti con stipendi arretrati e TFR ancora in fase di elaborazione. Le motivazioni che hanno spinto il gruppo a manovre drastiche sono molteplici e perlopiù legate agli appalti pubblici gravati da contenziosi legali ed adempimenti burocratici. Ne è un esempio in questi giorni lo sciopero ad oltranza adoperato dai dipendenti Lsu di Lecce che già l'anno scorso si presentarono in Contrada Pizunzo perché non vedevano più arrivare il proprio stipendio. Oggi le trattative proseguono sul tavolo della Prefettura di Lecce.

I CONTENZIOSI - I contenziosi hanno bloccato i cantieri di tre appalti su cui pende il giudizio dei giudici quali: una quota del palazzo del cinema di Venezia (28 milioni), le nuove cliniche chirurgiche del Policlinico di Bari (22,5) e il terzo lotto dell'acquedotto Sinni potabile (25,8). Stesso discorso per altre opere ancora in portafoglio, alcune delle quali bloccate: la bonifica dello yard ex-Belleli di Taranto, il project financing per la gestione dell'illuminazione pubblica a Ginosa, il nuovo tratto della metropolitana di Bari (ospedale S. Paolo-zona Cecilia), il raccordo ferroviario di Marisabella, un lotto della terza corsia della A14 tra Cattolica e Fano, ma soprattutto l'allargamento della statale Maglie-Leuca.

I RAMI - Per cercare di ristabilire l'equilibrio la Intini ha affittato alcuni rami d'azienda alla Aleandri di Bari e alla Dep Costruzioni a cui sarebbero state subappaltate le opere citate. Un terzo contratto di fitto la Intini Group lo ha siglato con la neonata Intini Angelo Lavori, una newco nella quale sono state raccolte le attività in Bulgaria.

LA SMA - Altre situazioni passive riguardano l'azienda rilevata da Finmeccanica nel 1991, la SMA. La Sma di Firenze (attiva nel settore ambientale e fino a qualche anno fa affidataria di servizi anche in Puglia e Basilicata) ha chiuso l'ultimo bilancio con perdite per 50 milioni e un patrimonio netto negativo per 20 milioni. A settembre la Sma Campania è stata ceduta per il 51% alla Regione Campania per mobilitare gli LSU che lavorano nella regione del Vesuvio.

IL BILANCIO - Il bilancio al 31 dicembre espone 23,6 milioni di debiti verso le banche (Mps e Unicredit) e 25 milioni verso i fornitori, di cui 22 milioni già scaduti, a cui si aggiungono 26,2 milioni di perdite. A marzo d'altronde il patron Enrico Intini aveva pubblicato una lettera in cui si chiedeva ai fornitori di pazientare circa il saldo dei debiti, ma a quanto pare i tempi d'attesa sono scaduti. Le banche non hanno più concesso fiducia al gruppo che ha dovuto inevitabilmente ridimensionare l'intera attività.

Ora l'unica possibilità di evitare il fallimento è uno spezzatino, in parte già avviato, che porterà alla vendita delle attività rimaste. Se la domanda di concordato verrà omologata, gli appalti ancora in essere e tutti i rami d'azienda saranno venduti per far fronte alle passività.

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