Discorso di fine anno di Mattarella: cosa può trarne Noci?

12 05 mattarella discorsoNOCI (Bari) - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo terzo discorso di fine anno (vedi qui), in poco più di 10 minuti, ha sottolineato l’importanza delle elezioni come mezzo per esercitare la sovranità popolare, stabilita dal primo articolo della nostra carta costituzionale, e il ruolo della politica, la quale deve oggi formulare proposte concrete in relazione al futuro e all’avanzare della tecnologia, progresso che, a sua detta, porta con sé un’ ondata di incertezza e disorientamento. Cosa potrebbe trarre Noci da queste parole?

“Tra poco, inizierà il 2018. Settant’anni fa, nello stesso momento, entrava in vigore la Costituzione della Repubblica” - comincia il presidente Mattarella, che continua: “Al suo vertice, si colloca la sovranità popolare che si esprime, anzitutto, nelle libere elezioni. Come sapete ho firmato il decreto che conclude questa legislatura del Parlamento e, il 4 marzo prossimo, voteremo per eleggere le nuove Camere. […] Le elezioni aprono, come sempre, una pagina bianca: a scriverla saranno gli elettori e, successivamente, i partiti e il Parlamento. […] Mi auguro un’ ampia partecipazione al voto e che nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese”. Primo appello del presidente, dunque, quello a partecipare alle elezioni del 4 marzo. Non sempre l’affluenza alle urne dei nocesi, però, è stata esemplare. Il picco, negli ultimi 5 anni, è stato rappresentato dalle politiche del 2013, in cui la percentuale degli elettori a votare è stata pari al 77,16 %. Di un solo punto percentuale inferiore le amministrative dello stesso anno, per il ballottaggio delle quali ben il 76,52% degli elettori ha espresso la propria preferenza. I numeri sono certamente alti, ma sottolineano il fatto che più di una persona su cinque degli aventi diritto ha rinunciato ad esprimere il proprio voto per la formazione delle Camere e che quasi una persona su quattro non ha voluto scegliere il proprio sindaco. Andando avanti con le regionali 2015, le cose peggiorano: a Noci si registra un’ affluenza pari al 52,3 %. Ancora meno per il referendum sulle trivelle del 2016, per il quale si registra che quasi il 60 % degli elettori non si è recato alle urne. E’ sembrato, invece, un’ inversione di marcia il referendum costituzionale del 4 dicembre dello stesso anno, per il quale si registra un’affluenza al voto pari al 64,4%. Più di una persona su tre degli aventi diritto, dunque, non si è recata alle urne per esprimere il proprio assenso o il proprio dissenso nei confronti del referendum che avrebbe potuto rimodulare alcune parti della nostra Costituzione. Che sia il senso di sfiducia nei confronti della classe politica a non invogliare i cittadini a vivificare il proprio diritto di voto? Di per certo l’astensione è un messaggio. Questo, però, va contro la stessa ossatura dello stato, la sua stessa costituzione: nata settant’anni fa dalla resistenza ad un regime totalitario, in cui il suffragio era stato trasformato in un plebiscito intimidatorio, pone al vertice dei suoi 139 articoli la sovranità popolare. La democrazia porta inevitabilmente con sé diritti e doveri, primo fra tutti quello alla partecipazione alla vita politica: che si eserciti, che si pratichi dunque il governo del popolo nell’unico e più puro modo possibile.

“Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999 che voteranno per la prima volta. Nell’anno che si apre ricorderemo il centenario della vittoria nella Grande guerra e la fine delle immani sofferenze provocate da quel conflitto. In questi mesi di un secolo fa i diciottenni di allora – i ragazzi del ’99 – vennero mandati in guerra, nelle trincee. Molti vi morirono. Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica”. Così il nostro presidente della Repubblica invita a concretizzare le conquiste degli ultimi settanta anni: la pace, la libertà, i diritti e la democrazia. “non sono condizioni scontate”- continua Mattarella - “né acquisite una volta per tutte. Vanno difese, con grande attenzione, non dimenticando mai i sacrifici che sono stati necessari per conseguirle”. Per difenderle, però, c’è bisogno di consapevolezza, di impegno e di passione. Solo nel 1975 fu esteso il diritto di voto ai 18enni, che nelle elezioni di quegli anni furono tre milioni e decisivi per il cambiamento, spostando a sinistra l’elettorato della Repubblica italiana e facendo raggiungere il massimo storico dei voti al PCI di Berlinguer. Conquista, questa, dei moti giovanili del ’68, di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario. Una serie di coincidenze che mettono la generazione del nuovo millennio sotto i riflettori per il loro primo voto alla Camera, in tutta Italia, e alle amministrative per il nostro comune. Risulta preoccupante un’inchiesta sulla Generazione Zero firmata da Marco Damilano per “L’Espresso: oltre il 40% dei neodiciottenni presi a campione afferma di non volersi recare alle urne, oltre il 30% afferma di essere influenzato prevalentemente dalla propria famiglia. C'è chi, come il giornalista Enrico Mentana, afferma che sia colpa della politica stessa, che oggi non ha più né idee, né promesse, né speranze per i giovani. A Noci, nell'ultima amministrazione comunale, sono stati 9 gli under 35 (al tempo dell'inizio del rispettivo mandato) ad entrare in Giunta o in Consiglio: Clementina Gentile Fusillo, Mariano Lippolis e Paolo Conforti (classe 1984), Giuseppe Notarnicola (classe 1985) Vittorio Lippolis (classe 1987), Antonio Locorotondo e Lucia Parchitelli (classe 1981), Paolo Negro (classe 1982) e Vincenzo De Marco (classe 1983). Ad oggi, giunti ormai verso la fine dell' amministrazione Nisi, solo 4 sono gli eletti under 35 ancora in carica: i consiglieri comunali M. Lippolis, Conforti, G. Notarnicola e l' assessore Parchitelli. Stessa parabola hanno descritto i movimenti politici giovanili negli ultimi anni: i Giovani Comunisti, ormai completamente inglobati in PRC; Forza Italia Giovani, silente da quasi due anni; i Giovani Democratici che, nell' ultmo anno, hanno perso la morsa sul territorio, affiliandosi sporadicamente al PD per l'organizzazione di eventi o partecipando a iniziative nazionali del movimento, come quella per la raccolta firme volta alla legalizzazione della Cannabis. E' spento per sempre quel fuoco del '68?

“La democrazia vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e di visione del futuro. In questo tempo, la parola “futuro” può anche evocare incertezza e preoccupazione. Non è stato sempre così. Le scoperte scientifiche, la evoluzione della tecnica, nella storia, hanno accompagnato un’idea positiva di progresso. I cambiamenti, tuttavia, vanno governati per evitare che possano produrre ingiustizie e creare nuove marginalità. L’autentica missione della politica consiste, proprio, nella capacità di misurarsi con queste novità, guidando i processi di mutamento. Per rendere più giusta e sostenibile la nuova stagione che si apre. L’orizzonte del futuro costituisce, quindi, il vero oggetto dell’imminente confronto elettorale. Il dovere di proposte adeguate – proposte realistiche e concrete – è fortemente richiesto dalla dimensione dei problemi del nostro Paese” - evidenzia Sergio Mattarella. Questa la luce, a detta dello stesso presidente della Repubblica, che dovrebbe illuminare la prossima campagna elettorale, anche nel nostro comune: un confronto pubblico fatto di idee, proposte concrete sul futuro. Che si inauguri un anno di sana competizione politica, mirando all’impegno sul territorio e al bene comune. 

 

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