Questione di videocracy

02-05-cameraman-imbavagliatoNOCI (Bari) - Nell'ultima settimana siete venuti a conoscenza di alcuni miei fatti personali di cui avrei fatto volentieri a meno di pubblicare. Non per nulla, ma perché li considero non d'interesse comune. La cosa bella di quanto è successo, e che mi ha visto coinvolto in prima persona, è che quando si ha la coscienza pulita e si agisce alla luce del sole, anche la vita personale sembra avvantaggiarsene. Della serie: non tutto il male viene per nuocere.

Molte sono state le dimostrazioni d'affetto giunte in questa settimana e rivolte nei miei confronti da molteplici personalità locali e forestiere che hanno seguito la vicenda in "diretta web", non ultima la lettera pubblica del circolo cittadino di SEL. Tanti gli sms, le mail, le telefonate ed addirittura un editoriale comparso su New Deal Magazine a firma della "direttora" Alessandra Neglia. Un autentico abbraccio collettivo che mi vede consumatore finale. Come nel programma dei pacchi, ringrazio e vado avanti.

Sembra ormai chiaro che gli eccessi d'ira portano solo ad uno scompiglio generale, ma che non frutta nulla di buono, almeno per chi si è adirato. Per di più non solo non si è capito in che vortice senza uscita ci si andava ad imbucare, ma nell'incontro con intenti chiarificatori svoltosi lunedì tra le parti in causa, ci si è ritrovati che l'uno voleva "titolare" l'altro, con evidente ingerenza nell'attività del secondo. E tutto questo per che cosa? Per un video che ha mostrato, in maniera del tutto neutrale perché senza commento, la verità su come si sono svolti i fatti in quella circostanza. Circostanza che racchiude una parte del tutto. D'altronde, lo stesso criterio era stato utilizzato il mese antecedente per raccontare delle "camicie ocra" in aula consiliare. Mica due pesi, due misure. A tutti lo stesso peso.

L'utilizzo del video in questo caso si è reso necessario in quanto la telecamera d'eccellenza, non stava riprendendo ciò che stava accadendo e quindi non stava fornendo un servizio ottimale. Se poi chi si è rivisto ha capito di aver superato abbondantemente il limite della decenza e della buona educazione inveendo a voce alta e contravvenendo alle regole dell'assise pubblica, e per questo si è sentito leso, non se la può prendere con chi dell'informazione indipendente ne ha fatto il proprio stile di vita. Ci si è semplicemente limitati a fare il proprio dovere.

Altro concetto venuto a galla e ripetuto più volte è stato quello di Democrazia. Un termine così abbondantemente utilizzato e ripetuto che quasi chi l'ha scritto, o detto, lo ha privato del suo significato. Democrazia è anche rispettare un'idea diversa dalla propria, che non vuol dire necessariamente condividerla, ma perlomeno accettarla. Non si può inneggiare alla Democrazia solo quando parlo "io", e quando c'è un'idea diversa dalla "mia" questa deve essere additata come antidemocratica o faziosa. In Democrazia non vige il principio: "Io sono uno e tu sei zero". O si è tutti "uno", o si è tutti "zero".

Però a me questa più che una questione di democrazia mi è sembrata una questione di videocrazia, con indubbio clamore per chi in quel video abbia perso la faccia. Un'ultima osservazione. Visto che non si accettano ingerenze, non sono ammesse repliche, solo commenti.

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