Canoni enfiteutici, Mezzapesa risponde a Pugliese

mezzapesa fortunato consigliere NpNNOCI (Bari) - A seguito della nota diramata sul nostro quotidiano dal Perito demaniale Agr. Dott. Nicola Pugliese, contenente alcune riflessioni in merito a quanto discusso nella seduta del Consiglio Comunale di giovedì 11 maggio, giunge immediata risposta da parte del consigliere Fortunato Mezzapesa.

L’ingegnere, dopo aver letto la nota avente come titolo ad oggetto “Canoni enfiteutici aumentati del 225% a Noci”, ha subito voluto rilasciare ai nostri taccuini chiarimenti relativi all’ordine del giorno della seduta del C.C. del 11/05/2017, con il quale sono state discusse ed approvate la modifiche e le integrazioni della delibera di C.C. n. 10 del 24/03/14 in cui venivano definiti “Criteri per l’affrancazione degli immobili gravati da canone enfiteutici, censi, livelli ed altri diritti reali – determinazione del prezzo di affranco”.

In riferimento all’aumento della percentuale dei canoni enfiteutici, Pugliese parla di un aumento del 225%. Mi chiedo quale sia il suo conteggio e da dove provengano determinati numeri. Ma ci tengo a ridefinire il tutto per questione di chiarezza nei confronti dei cittadini. La delibera del 2004 fu eliminata perchè parlava di cifre da capogiro, dal momento che ai cittadini venivano chiesti, per il prezzo di affrancazione, più di 1000 euro ad ettaro. Solo successivamente ci si rese conto che c’era stato un errore. Quando Pugliese parla di 115 forse fa erroneamente riferimento alla delibera dove però si parlava di usi civici”, ha dichiarato il consigliere hai nostri microfoni.

Ma vogliamo chiarire cosa sia un livello e cosa un uso civico? L'uso civico è un diritto di godimento collettivo che si concreta, su beni immobili, in varie forme (caccia, pascolo, legnatico, semina), spettanti ai membri di una collettività, su terreni di proprietà comunale o anche di terzi, non scaturente da una legge formale ma radicato nella prassi collettiva. Il livello è invece fa riferimento ad un concetto diverso: è un contratto agrario. Il comune assegna all’assegnatario un terreno previo pagamento di un canone, il canone enfiteutico appunto. Nel 2004- 2005 l’allora amministrazione affrontava questa questione perchè era stata emanata tutta una regolamentazione regionale con la quale si diceva che i comuni che in realtà volevano procedere con le affrancazioni avevano il diritto di farlo, ma dovevano seguire inventari regionali e norme specifiche. Essendo diventato nel tempo questo un diritto alienabile adesso si parla di affrancazione. Nel 2014 determinammo che il canone di affrancazione dovesse essere di circa 66 euro. La delibera numero 18 del 2017, invece, oggi prevede che siano all’incirca solo 17 euro. Avevamo quindi fatto tre anni fa una rivalutazione esagerata: tant’è che arrivavamo a conteggi pari a 1356 euro, da me ritenuti insostenibili. All’epoca votai la delibera solo perchè avevamo deciso di attuare delle riduzioni del 30% per chiunque avesse fatto richiesta entro il 31 dicembre 2015. A questi erano da aggiungersi anche le riduzioni sugli ultimi anni, per un totale del 90 %, e quindi si passava da 1356 euro a 133 euro e 70 centesimi”.

“La storia” ha continuato, “ha poi voluto che venisse fuori negli anni successivi una legge regionale, numero 19 del 18/4/2014, che imponeva una riduzione di solo il 50%. Il 17 febbraio del 2017, il sindaco Nisi scriveva ancora una volta all’ufficio chiedendo di fornire dettagliata relazione sullo stato di attuazione della delibera n 10 del 2014. A fronte di questo l’ufficio rispose dicendo che sarebbe stato il caso di rettificare perchè c’era qualcosa che non andava in relazione a quanto deliberato dalla regione Puglia di lì a qualche mese. Addirittura Pugliese arriva a citare la legge regionale numero 7 del 98. Ma cosa c’entra se negli ultimi anni ci sono stati degli aggiornamenti? Nel frattempo era anche pervenuto il parere della Corte dei Conti, numero 148 del 2014, con la quale si definiva che la possibilità di riduzione del canone di affrancazione non doveva essere superiore al 50%”.

“Il conteggio di Pugliese” ha concluso, “da dove viene fuori? Secondo lui può il nostro ufficio tecnico proporci una delibera che va contro una delibera regionale e il parere della corte dei conti? Non possiamo di certo votare sapendo di provocare danni erariali! Oggi ci siamo resi conto che il canone doveva aggirarsi intorno ai 17 euro e di certo non 66. Con questa nota Pugliese cosa ha voluto dimostrare? Che ha pagato di più o di meno? Non riusciamo a capire perchè lui vuole mettere a confronto a tutti i costi gli usi civici con i livelli; parliamo di fatto di norme e pareri diversi. Pugliese ha parlato con l’ufficio tecnico ed il segretario comunale senza mai arrivare a nessuna conclusione. Ma non ha mai mandato una proposta scritta con la quale contestava le determinazioni o manifestava il suo pensiero. Una vera e propria confusione organizzata la sua! E poi noi non siamo “depositari di saperi”, ma esecutori di norme”.

Consiglio Comunale

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