Martellotta: "Lotta contro lo spreco alimentare"

10 27 martellottaNOCI (Bari) - Nell'ultimo consiglio comunale la consigliera Anna Martellotta è stata relatrice di un atto di indirizzo proposto dai consiglieri Fortunato Mezzapesa e Anna Martelotta relativo ad “Iniziative in materia di contrasto allo spreco alimentare”. Di seguito l'intervento della consigliera Martellotta.

Intervento in consiglio comunale del 24 ottobre 2017 sulla “Lotta contro lo spreco alimentare” della consigliera Anna Martellotta

La lotta alla povertà alimentare è la sfida della politica dei nostri tempi! Perché? Perché noi non facciamo altro che sentire le notizie dal Governo sul reddito di cittadinanza, sul reddito d’inclusione, però c’è anche un altro aspetto, importante a cui non viene data la giusta rilevanza, il giusto peso, e cioè che milioni di italiani soffrono la mancanza di cibo. E allora è compito della politica affrontare seriamente una volta per tutte, con impegno e trasparenza, coerenza e efficienza, queste tematiche, perché la politica non può far finta di non vedere, non può far finta di non sentire, dicendo poi vedremo, ma è compito della politica, quella buona, eliminare le diseguaglianze. Noi non dobbiamo pensare alla povertà, come la povertà visibile, ma anche alla povertà invisibile; esiste, in realtà, tutto un altro mondo sommerso, che è quello della povertà invisibile, mi riferisco a tutte quelle famiglie che non riescono ad arrivare alla quarta settimana del mese, che poi finiscono per non arrivare alla terza settimana del mese e così via, e quindi immaginate quanta “povertà urbana”, permettetemi questa espressione, quanta povertà esiste dietro la porta di casa nostra, a due passi da  noi…. TANTA!

E davanti alla consapevolezza che questa è una nuova emergenza sociale, le istituzioni non sono pronte ad intervenire…. Veramente dovrebbero essere le istituzioni ad andare verso queste persone, però molto spesso la politica è distratta, è miope, e non riconosce queste persone, cure più le leggi elettorali, si occupano più di settori che interessano gli addetti ai lavori, ma quanta “distanza” c’è tra le persone che vivono la vita di ogni giorno presi da mille difficoltà e chi si dovrebbe occupare di risolvere i problemi, agevolare la vita di quelle persone, RIDARE DIGNITA’  A QUELLE PERSONE, ridare il sorriso a quei genitori, a quel genitore separato che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, che quando guardano i loro figli non sono in grado di accontentarli e non riescono a guardare negli occhi, non sono nelle condizioni di comprargli quella merendina, quello yogurt, perché è la novità o perché è pubblicizzato in tv?!…. Quanti genitori si trovano oggi in queste condizioni?  E devono fare grandi sacrifici, da soli, senza un minimo di sostegno  e, questo è un problema che tocca non poche persone, ma tocca tante persone, tanti cittadini, anche del nostro territorio.

E la politica non può far finta di non vedere queste situazioni e di non sentire queste istanze, ma la politica buona è quella che deve risolvere questi problemi, ecco perché la motivazione di fondo che ci ha portato a sottoporre all’attenzione di questo consiglio comunale questo provvedimento, che benché sia un atto di indirizzo, è un buon inizio verso qualcosa che si vuole fare, verso qualcosa che si deve fare. In questo senso e con questo spirito è stata varata dallo stato la LEGGE GADDA, la LG. N. 166/2016 e subito dopo è arrivata la LEGGE MENNEA, la LG. REGIONALE N. 13/2017, che si può definire il fiore all’occhiello della Regione Puglia. In quanto, credo che si possa reputare un esempio del modo di fare “buona politica”, quella che eticamente risponde meglio ai canoni di buona amministrazione, quindi ne dobbiamo andare davvero fieri. In realtà, si tratta di leggi che pur occupandosi, principalmente, della lotta contro lo spreco alimentare, a ben vedere la lotta contro lo spreco alimentare è una tematica che, trasversalmente, tocca parecchi ambiti  noi molto a cuore, come l’ambiente, l’agricoltura, lo sviluppo economico, l’inclusione sociale, l’occupazione e l’innovazione. Dicevo che la Lg. Regionale Mennea, ha riempito di contenuti la LG. Statale Gadda, e il suo “successo” è nato dal fatto che è nata dal basso, coinvolgendo tutti coloro che già si occupavano già di fatto di questo argomento, i quali avevano già una spiccata sensibilità verso questa tematica, che andava oltre la previsione normativa, che mancava! Infatti, mancava la legge Gadda e la legge Mennea, eppure, c’erano sul nostro territorio nazionale già tanti addetti al lavoro  che si impegnavano nel sociale trasferendo eccedenze alimentari da chi li produceva a chi ne aveva bisogno, lo faceva con grande fatica, perché immaginate che senza un riferimento normativo il trasferimento  delle eccedenze era considerato un atto contra legem, un atto contro le leggi sanitarie un atto contro le leggi amministrative, un atto contro le leggi fiscali. Quindi, prima che venissero varate queste due leggi, chi si muoveva in questo ambito, viveva un paradosso, Cioè, nonostante, come dire, avevano sposato una causa di solidarietà importante, si vedevano sottoposti a limiti e a critiche.

Invece, con la legge Gadda e la legge Mennea è stato individuato un sistema molto semplice di donazione delle eccedenze, è stato regolamentato il trasferimento delle eccedenze alimentari da chi le produce a chi ne ha bisogno in maniera molto semplice ed elementare, parlando di donazione. Ora, il 10 settembre 2017, nell’ambito dell’81 esima edizione della Fiera del Levante di Bari, nel padiglione del Consiglio Regionale, c’è stata la PRESENTAZIONE DEL TAVOLO REGIONALE DI COORDINAMENTO PER LA LOTTA CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE, a cui abbiamo avuto l’opportunità di partecipare, io, il Cons. Mezzapesa, coofirmatario dell’odierna proposta di atto di indirizzo, e il Cons. Recchia. Dico che abbiamo avuto sì l’opportunità, ma io direi anche la fortuna di prendere parte a questo laboratorio, perché adesso siamo in grado di partire noi come amministrazione comunale a lavorare in tal senso, varando provvedimenti attuativi, iniziative solidali in questa direzione, per non arrivare ultimi. In realtà saremmo uno dei primi comuni in Puglia che vara un atto di indirizzo, ma ben presto, l’auspicio è che anche altri comuni si adoperino in questa direzione, perché solo facendo rete si riesce ad affrontare in maniera fattiva questo tipo di problema sociale.

Alla presentazione di questo tavolo regionale di coordinamento per la lotta contro lo spreco alimentare erano presenti: l’ANCI PUGLIA, l’Assessorato al Welfare, l’Assessorato alle Politiche Agricole e il Forum Terzo Settore (cioè le associazioni di volontariato più accreditati sul territorio pugliese). Orbene, è inutile dirvi che nel nostro Parlamento, nella nostra Regione ci sono tante leggi, a dire il vero scritte anche bene, ma che stentano a funzionare, perché non trovano concreta attuazione. E perché questo? Perché molto spesso si prevede l’attuazione della legge con un Regolamento successivo, o perché si prevende una spesa finanziaria da trovare in un piano economico successivo. Questi in realtà molto spesso sono degli ostacoli, che impediscono in realtà di essere di fatto applicate, on la lg. Mennea, noi ci troviamo difronte ad un caso virtuoso, perché quando è stata approvata all’unanimità dalla regione questa si è occupata da subito di trovare la copertura finanziaria, quindi è nata con una copertura finanziaria di 600.000 euro. Poi non è stato previsto l’adozione di un regolamento successivo si è deciso subito di individuare uno strumento attuativo della legge, che è il tavolo di coordimento regionale. Da chi è composto questo tavolo? E importante saper individuare chi prenderà parte a questo tavolo, perché non bisognerà dare spazio a speculatori e speculazioni di sorta. E in realtà, si parlava, durante questo convegno, i veri attuatori di questa legge saranno i cittadini E voi direte perché? Il perché è insito nei DATI STATISTICI UFFICIALI, che sono agghiaccianti.

Gli ultimi dati statistici parlano di una produzione di eccedenze alimentari che per il 50% è prodotto nelle famiglie….Noi pensiamo alle grandi distribuzioni, ma no, siamo noi i più grandi produttori di spreco…. Quindi questo che cosa vuol dire? Vuol dire solo una cosa…. Che mancano le basi culturali, mancano le conoscenze, manca l’idea della consapevolezza del fatto che tutto quel cibo che noi compriamo inutilmente, che tutto quel cibo che noi sprechiamo inutilmente, non solo produce un costo sociale, perché quel cibo gettato diventa rifiuto, che quel rifiuto fa aumentare la tassa smaltimento rifiuti, ma anche perché non abbiamo la consapevolezza che quello spreco che noi generiamo, alimenta indirettamente uno stile di vita sbagliato, che dal punto di vista nutrizionale è scorretto  che produce a sua volta spesa sanitaria , che se ci facciamo caso, produce un ulteriore appesantimento del costo sociale. Quindi qual è l’obbiettivo della legge regionale? L’obbiettivo è duplice, quello di mettere a sistema dei modelli virtuosi delle eccedenze alimentari, tra chi la produce e chi ne ha bisogno, ma anche quello di iniziare da subito una campagna culturale massiccia che deve attraversare tutti i settori del vivere quotidiano, iniziando, io direi, dalle scuole, partendo cioè dall’educazione dei ns. figli, che sono più facilmente ricettivi su un diverso modo di ragionare e su cui noi genitori riponiamo tutte le nostre speranze e aspettative, che confidiamo che promuoveranno sicuramente una cultura più sana di quelle che abbiamo imparato noi in questi anni….

E’ importante cambiare il modo di pensare, la mentalità… La Regione ha previsto questo tavolo di coordinamento che in realtà dovrà, in buona sostanza, individuare i soggetti attuari della legge e le linee guida che fanno parte dei protocolli d’intesa tra cui gli attori della legge e mi riferisco quindi, ai produttori dei beni alimentari, ai produttori di prodotti agricoli, le grandi distribuzioni, i soggetti che operano nel campo della ristorazione, ma anche i comuni…. I comuni hanno un ruolo importante, Perché i comuni hanno un ruolo importante! I comuni sono il FRONT-OFFICE principale a cui si rivolgono le persone in difficoltà, in realtà è quel contenitore di dati delle persone disagiate che diventa il punto di partenza di questa legge…. Perché se ci facciamo caso in Puglia si registrano più di 300 mila tonnellate di spreco alimentare, di cibo commestibile che diventa rifiuto , e si registrano più di 350 mila famiglie che vivono in condizioni di povertà… questi sono tutti numeri che fanno un certo effetto, e che dovrebbero richiamare il senso di responsabilità della politica e che impongono di intervenire tutti insieme in maniera tempestiva per evitare gesti estremi di queste persone che poi si spingono ad andare via dalla nostra terra.

Infatti, un altro dato importante che si può ricollegare a quelli detti, è la RIDUZIONE DELLA POPOLAZIONE SCOLASTICA, noi abbiamo 11 mila iscritti in meno nelle scuole pugliesi e questo è un dato su cui nessuno fa una riflessione… tutti quanti si sono buttati sulla notizia della buona scuola, che trasferiva qualche docente da Bari a Torino, questo è stato il problema dei problemi, ma nessuno si è soffermato su quest’altro dato che sicuramente nasconde un collegamento con una situazione di difficoltà da parte dei genitori che non avendo più lavoro qua, sono dovuti andare altrove e che si sono portati con sé la propria famiglia e quindi i propri figli. Quindi, questo per dire cosa? Per dire che c’è un mondo sommerso collegato a questo fenomeno… che secondo i calcoli, si tratta di dati maggiori di quelli che conosciamo attraverso i dati statistici sociali….ecco perché la necessità di mettere in pratica questa legge e la necessità di fare presto… di fare presto. E si sta facendo presto, perché a maggio 2017 è stata varata la legge, è entrata in vigore dopo 60 giorni e sono in corso i 180 giorni previsti per sottoscrivere PROTOCOLLI allo scopo di dar vita a dei MICROSISTEMI su tutti i territori, in tutti i Comuni, mettendo in rete i soggetti attuatori della legge; e cioè, chi produce eccedenze, chi le trasferisce e chi ne ha bisogno.

Quindi non è che per attuare questa legge, non è necessario mettere insieme una platea di partecipanti, di chissà quali illustri interlocutori, no, basta che si interfaccino queste 3 figure con delle BUONE PRASSI, sottoscrivendo PROTOCOLLI d’intesa, e mettersi tutti a lavorare! E questo, guardate bene, non è solo lo strumento per aiutare a risolvere il PROBLEMA DELLO SPRECO ALIMENTARE, ma può essere inteso anche quale strumento per creare OCCUPAZIONE, quindi tutte quelle associazioni che si occuperanno di questo tema, potranno usufruire dei finanziamenti (che ci sono) e potranno dare lavoro, quindi siamo difronte ad uno strumento di INCLUSIONE SOCIALE… Chi è povero, chi non può fare la spesa, diventa a sua volta non solo il destinatario di questa legge, ma diventa anche l’attore di questa legge, perché diventa socio dell’associazione  e inizia a lavorare e aiuta gli altri. Il modello che si è immaginato è, dunque, un modello VIRTUOSO, e io credo che si potrà diffondere in poco tempo se tutti gli attori di questa legge, da domani, inizieranno a lavorare in questo senso e con questo spirito. C’è uno spazio per tutti, non è una legge sbilanciata su qualche associazione rispetto ad un'altra, sul pubblico anzichè sul privato, si tratta di una forma legislativa mista in perfetto equilibrio, dove tutti contano alla stessa maniera e dove tutti possono dare il contributo decisivo per ottenere il risultato finale. Inoltre, la lg. Mennea prevede una FORMA INNOVATIVA di condivisione del cibo, il “food sharing”, che è la vera scommessa della lotta contro la povertà alimentare, perché arriva nelle nostre case. Si tratta di una forma innovativa di condivisione degli alimenti tra i SINGOLI CITTADINI. L’obiettivo della legge è ambizioso perché vuole applicare quel sistema di aiuti, di solidarietà generale, nei microsistemi che sono le nostre case, i ns. condomini (Es. frigo condominiale)

Ecco, una volta che saremo arrivati a queste forme di condivisione del cibo potremo dire che siamo riusciti ad invertire quella cultura dello spreco che oggi appesantisce i bilanci delle famiglie e dei comuni. E i COMUNI, in questo ambito sono importanti, non solo perchè sono i detentori di quelle banche dati dei soggetti in difficoltà, ma anche perché sono coloro che possono davvero incentivare questo tipo di attività. Come? Non solo andando a fare campagne massicce di sensibilizzazione in tutti settori del vivere umano, scuole, grandi distribuzione, mense, ecc. Ma anche andando a prevedere forme di agevolazione in ambito fiscale, sulla tassa smaltimenti rifiuti, andando a premiare tutti i produttori di eccedenza alimentare che a loro volta li trasferiscono, per il tramite delle associazioni, a chi ne ha bisogno… Quindi invito l’assessore al bilancio a lavorare in quest’ottica, individuando un nuovo articolo DA INTRODURRE nel regolamento TARI, per le utenze non domestiche che anzichè trasformare l’eccedenza non in rifiuto ma trasferendolo  a chi ne ha bisogno. Detto questo, vorrei proporre a Noci, un altro modello che è quello già adottato a Lecce, che è l’emporio della solidarietà. Cos’è questo emporio della solidarietà?

In occasione del convegno erano presenti alcuni rappresentati delle associazioni costituenti il forum terzo settore, che già lavoravano prima che questo argomento venisse normato e già avevano l’idea nuova di risolvere queste problematiche e hanno partecipato al tavolo regionale, e hanno dato pratica attuazione alla lg contro la lotta contro lo spreco alimentare, dando vita all’emporio solidale. E’ un’esperienza fantastica, perché valida, è nata nel comune di lecce ma mi piacerebbe venisse duplicata a Noci, riferendomi all’assessore al Welfare, ma non maniera di protagonismo, perché in questi ambiti non c’è spazio per protagonismi, ma perché funziona perfettamente… L’emporio della solidarietà nasce già un bel po di anni fa, quando si incominciava a parlare delle nuove povertà, quelle invisibili di cui parlavo prima, ….quello che ha pensato il rappresentante di questa associazione, Salvatore Esposito, è l’idea di creare qualcosa di nuovo, che partisse dal basso, che cosa ha fatto la sua associazione? Ha incominciato con delle raccolte fondi, presentandosi davanti alle parrocchie in piazza, presentandosi, davanti alle scuole , con il classico panettone a natale e con l’uovo a pasqua, e ha messo insieme le risorse … con queste risorse è stato possibile realizzare un vero e proprio NEGOZIO di circa 500 mt 2, con due casse automatizzate che vogliono significare che prima ancora che io ti dia la spesa ti restituisco un minimo di dignità…. È proprio questo lo scopo con cui è nata l’associazione … dare la dignità al povero … con un modello nuovo che dicesse, nella consapevolezza di riconoscere l’impegno della Caritas, dei parroci, da cui giustamente ogni associazione, dovrebbe prendere lo spunto l’esempio, l’enormità del lavoro che ogni giorno fanno in silenzio, ma si voleva dire no a quel metodo, e cioè il pacco con la busta sotto al cappotto, dove ci metto dentro quel che ho, quel che ho ti do, metti sotto il cappotto ed esci fuori dalla sacrestia con la testa bassa… questo era proprio il modello che questa associazione voleva debellare….

Quindi ridare dignità, perché fare del bene, non significa soltanto dare, ma fare del bene significa anche farlo bene e, costa uguale in termini di mezzi e di persone… Questa associazione quindi si è rimboccata le maniche, e fin dall’inizio con l’aiuto della protezione civile, ha strutturato l’emporio. Ma come si è arrivati a strutturare questo emporio? Quale è stato il metodo? Con un volontario informatico è stata creata una password in remoto di accesso  alle banche dati dei comuni, quindi con i server dei servizi sociali e in tempo reale quando i ss inseriscono i dati delle famiglie che hanno delle difficoltà, in automatico l’emporio visualizza questi dati. Oggi l’indice di povertà viene misurato con l’isee, qui c’è bisogno di un isee che non supera un reddito di 7.500, però in tempo reale l’emporio viene a conoscenza della famiglia che ha bisogno di aiuto, contatta la famiglia, c’è un front office, all’interno di questo emporio  che confronta i dati ricevuti con l’Inps (perchè i furbetti sono ovunque) ecco quando vi dicevo che non deve essere dato spazio alle speculazioni, quindi c’è un controllo, una verifica a priori, per evitare di incappare in quelli, permettetemi l’espressione, che si possono definire “i soliti poveri” che si nascondono dietro la parola povertà, ma che poveri non sono.

Se è tutto apposto, viene consegnata alla famiglia una CARD, con su dei punti, che si ricavano da una serie di indici, di fattori aggiuntivi quali, il pignoramento della casa, situazioni debitorie con enti pubblici e privati documentate, invalidità in famiglia, problemi di ludopatia certificata, in buona sostanza tutti questi fattori permettono di creare una graduatoria, che porta ad un punteggio sulla card, e appena ricevi la card immediatamente puoi fare la spesa, quindi non c’è giro di soldi, si crea una sorta di credito, e il giorno stesso che ricevi la card puoi prendere il carrellino e cominci a fare la spesa. E la cosa bella, la novità qual è? E’ che la famiglia che decide cosa mangiare… pasta al pomodoro, panino col tonno?! Quindi viene data dignità alla famiglia ….. E in questa maniera, si raggiunge un altro obiettivo che è quello di uscire fuori dall’assistenzialismo…. Cosa che si sta cominciando a capire, a cambiare la mentalità, perché l’obiettivo è più ampio, perché le persone che vanno a fare la spesa in questo emporio per mangiare, viene chiesto: vuoi venire con me a fare volantinaggio o a distribuire cibo e quindi ti do un posto di lavoro… il fatto è che qui non si comprende questo modo di pensare, il concetto che è alla base è: io sono povero che mi devi dare da mangiare. Punto. E finisce qui. Non si riesce a coinvolgere il povero come vorremmo, quindi bisognerà fare campagna di sensibilizzazione anche per cambiare la mentalità del povero.

Oggi, in tutta Italia, guardano all’emporio della solidarietà come un modello da seguire, sono soddisfazioni, perché questa associazione è stata chiamata nell’Emilia Romania la patria del Welfare per spiegare come e perché funziona questo emporio….e’ possibile, dico io, che a casa nostra non riusciamo a fare questo??? Queste iniziative sono meritorie. E una mano molto grossa l’ha avuta dalla protezione civile, che e stata presente in tutte le fasi, dalla raccolta e distribuzione…. E’ possibile che non c’è alcun riconoscimento economico? E questa buona riuscita si è avuta dalla collaborazione ricevuta dai volontari della PC … e al tavolo di lavoro l’esponente dell’associazioni chiedeva al cons. regionale Mennea, essendo il presidente del comitato della PC , come poter gratificare questi volontari che in realtà a servizio delle associazioni non percepiscono neppure il fondo spesa giornaliero. Il coinvolgimento della PC è importantissimo. E a tal proposito Mennea rispondeva ricordando la legge  del 1994 che da la possibilità ai volontari di pc di andare ad operare in casi di emergenza anche se lavorano, e vengono retribuiti  perché al servizio dello stato e vengono pagati loro i contributi per cui la giornata di lavoro non è persa. Questa fu la legge introdotta dal primo ministro della pc Zamberletti che è stata una novità e che ha rafforzato il tema del volontariato… è chiaro che per poter ottenere questo beneficio bisogna dichiarare uno stato di emergenza e allora è chiaro che I sindaci, devono prendere il coraggio di dichiarare che la POVERTA’ ALIMENTARE è UNA CONDIZIONE DI EMERGENZA, perché quel tipo di povertà sociale determina una disgregazione familiare, perché porta a gesti estremi, quindi bisogna arrivare a quel livello, ma per arrivare a quel livello bisogna ovviamente prendere la consapevolezza che siamo difronte ad una emergenza…

Se i comuni dal canto loro faranno questo, il Cons. Mennea si è impegnato alla previsione di una voce apposita in ambito di PC , per poter estendere la legge Zamberletti ai volontari di PC quando agiscono in questi casi di emergenza sociale… quindi io invito il ns. assessore a stare dietro a questo impegno a questo stanziamento di somme, perché i soldi se ci sono li dobbiamo spendere, con validi progetti con previsione di un apposito fondo in bilancio per la pc. proprio in ambito di spreco alimentare. QUINDI SE CI SONO I SOLDI E POSSIAMO DARE UNA MANO NON SOLO AI CITTADINI IN DIFFICOLTA’ MA ANCHE ALLA PC LI DOBBIAMO SPENDERE, LO DOBBIAMO FARE. Associazione Incontra, associazione barese che è aperta al quartier San Paolo, due volte alla settimana e riceve le famiglie dell’interland che portano isee, che accolgono ad oggi circa 400 famiglie, loro hanno bisogno che ci sia pratica attuazione della legge Mennea perché a fronte di dare soddisfazione a dei bisogni immediati, si ritrovano, a volte, con delle realtà più grandi di loro, ad es. la MSC crociere li ha chiamati per donare 2600 materassi, che dovevano essere messi in magazzini, problema stoccaggio, problema di condivisione con altre associazioni, hanno bisogno che il comune ci sia, hanno bisogno della rete tra comuni… e quindi quando tu partecipi a questi tavoli, e ti rendi conto che i comuni potrebbero davvero agevolare il trasferimento delle eccedenze non solo alimentari ai propri cittadini bisognosi, ci dobbiamo obbligatoriamente attivare.

Sempre la società incontra raccontava che questa estate, dal 16 al 21 agosto, c’è stato lo sciopero della fame nelle carceri e l’associazione Incontra è stata contattata per ritirare il cibo, tantissima carne, molto pregiata, ma che non riuscivano a smaltirla in tempo reale alle famiglie bisognose, non avendo gli strumenti adatti. Quindi la politica deve intervenire, i comuni si devono dare da fare. Quindi, questo cosa ci fa capire? Che il bisogno è immediato, che quando capitano queste situazioni contingenti bisogna avere la forza e la capacità dello stoccaggio, delle piattaforme per immagazzinare e poi distribuire subito. Quindi dobbiamo pensare più in grande, e i comuni sono i primi che potranno dare delle risposte più immediate. Noci ha già il banco alimentare e farmaceutico, quindi parte già con un passo avanti rispetto a questa rotta politica, ma soprattutto ideologica, che si vuole intraprendere in maniera fattiva, se poi consideriamo che siamo uno dei primi comuni in Puglia, se non addirittura il primo ad adottare questo provvedimento, l’invito all’assise è quello di procedere con l’accoglimento all’unanimità dello stesso, trattandosi di un atto di BUONA POLITICA.

Consigliera Anna Martellotta

 

Consiglio Comunale

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