Beni e attività culturali, Liuzzi "anche nella distribuzione di fondi il sud è penalizzato"

liuzzi piero sindaco 05ROMA - C'è un profondo Sud anche nelle attività culturali annualmente sostenute dallo Stato mediante i contributi culturali. Latitano le istituzioni culturali meridionali tanto da non meritare l'attenzione del Governo oppure è il Mezzogiorno a non essere in grado di esprimere progettualità di qualità?

Scorrendo l'elenco degli enti ammessi a contribuzione, contenuto nel decreto del Ministero dei beni e delle attività culturali (Mibact) di prossima emissione, si evince infatti un divario profondo, “quasi un pauroso dirupo - spiega Piero Liuzzi, membro della 7^ Commissione permanente di Palazzo Madama - che impressiona, fa riflettere e induce a chiederci se sia un caso che per il 90% le associazioni e le fondazioni beneficiarie di copiosi sostegni statali, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 534/1996, siano domiciliate al Centro-Nord ed appena una diecina siano quelle con sede al Sud”. Chiamata ad esprimere il parere sul decreto ministeriale, la Commissione istruzione, ricerca scientifica e beni culturali del Senato, per iniziativa del parlamentare pugliese, ha aperto al suo interno un dibattito sulle ragioni di tanta disparità. Pertanto, fra le osservazioni che corredano il parere positivo, è stata elaborata la seguente raccomandazione al Governo: “rilevato che numerose aree geografiche del Paese sono scarsamente rappresentate dalla distribuzione di fondi, come da bando, si raccomanda di promuovere ogni utile azione presso gli enti e le istituzioni che, particolarmente nel Mezzogiorno, pur in presenza di significative potenzialità, non partecipano ai benefici di legge, cercando di comprenderne le ragioni e, conseguentemente, di rimuovere eventuali cause".

"Se il Sud arretra nel Pil, nella erogazione di servizi ai cittadini, nel rapporto con la pubblica amministrazione, così come certificato in questi giorni da Svimez e Istat - sostiene Liuzzi - occorre ricercare le cause nell'inadeguatezza dei suoi presidi culturali, di divulgazione del sapere storico, artistico, museale". "Che fare, rassegnarsi, gettare la spugna oppure invocare maggiore attenzione alle motivazioni che strutturalmente determinano il gap finendo per penalizzare le popolazioni ed i livelli minimi di offerta culturale alle nostre longitudini?" chiosa il Liuzzi. Ampia adesione ha registrato la presa di posizione. Il sottosegretario ai beni culturali, Francesca Barracciu ha garantito la collaborazione del Governo. "Necessita ora - conclude il parlamentare di Noci - il monitoraggio delle iniziative che il Mibact metterà in campo per fornire aiuto alle istituzioni meridionali nell'elaborare progetti finanziabili". La tabella ministeriale assicura fondi (per tre anni) per l'implementazione del patrimonio archivistico, bibliografico, cinematografici, musicale ed audiovisivo di oltre cento enti. Nel Sud-est barese soltanto la fondazione Giuseppe di Vagno con sede in Conversano si è aggiudicato il finanziamento triennale. 

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