Cinema: il Senato approva la riforma; Liuzzi autore di un emendamento

liuzzi piero sindaco 03NOCI (Bari) - Lo scorso giovedì 6 ottobre l'Aula del Senato ha approvato la riforma del comparto Cinema. Stralciando la parte che riguarda gli spettacoli dal vivo, il ddl ha così dopo 50 anni riconosciuto, promosso e sostenuto il cinema e l'audiovisivo quali fondamentali mezzi di espressione artistica, di formazione culturale e di comunicazione sociale. Il provvedimento ora al vaglio della Camera dei deputati contiene al suo interno alcuni principali snodi fra cui anche un punto suggerito dal Sen. Piero Liuzzi (CoR).

Si è pensato innanzitutto di far nascere il Fondo per lo Sviluppo degli Investimenti nel Cinema e nell'Audiovisivo secondo il quale, la dotazione non potrà essere inferiore a 400 milioni di euro annui (a fronte degli attuali circa 200 milioni allocati su diversi fondi). Il complessivo livello di finanziamento dovrà essere quindi commisurato annualmente all'11% delle entrate Ires e Iva del settore. In caso di crescita del mercato è previsto un aumento dei parametri di riferimento per ridefinire coerentemente le risorse nella manovra annuale di bilancio. Il ddl inoltre prevede CONTRIBUTI SELETTIVI A PROGETTO, una quota di contributi cioè, garantita a partire dal 15% fino al 18% del fondo, pari a 70 milioni di euro circa, per progetti diretti innanzitutto ai giovani, alle opere prime e seconde, ai film d'essai, ai contenuti di qualità.

Per l'accesso ai contributi riconosciuti per opere già realizzate e condizionati al reinvestimento nel settore, il ddl permetterà l’applicazione di nuovi parametri e terrà conto anche della qualità, della partecipazione a festival internazionali, dei premi conseguiti e non soltanto degli incassi al botteghino. Il ddl introduce anche il credito di imposta (TAX-CREDIT CON PERCENTUALI DAL 15% AL 40%) per le imprese di produzione; per le imprese di distribuzione; per le imprese dell'esercizio cinematografico, per le industrie tecniche e di post produzione - per adeguamento strutturale e tecnologico; per la promozione di opere italiane ed europee nelle sale; per l'attrazione in Italia di investimenti (produzione esecutiva e post-produzione di film stranieri); per imprese non appartenenti al settore del cinema e dell'audiovisivo che investono per la produzione e distribuzione di opere cinematografiche e audiovisive.

Si prevede un fondo di garanzia di 5 milioni di euro l'anno, che costituisca una sezione speciale del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, per garantire operazioni di finanziamento per la realizzazione di prodotti audiovisivi e cinematografici. Centoventi milioni di euro di contributi a fondo perduto, per cinque anni, è lo stanziamento previsto per favorire la diffusione omogenea delle sale sul territorio nazionale con particolari agevolazioni per i centri storici e per i Comuni con meno di 15.000 abitanti. I contributi sono destinati a soggetti pubblici e privati per la ristrutturazione di sale dismesse, per l'apertura di nuove sale o per l'adeguamento strutturale e tecnologico di sale esistenti. Dieci milioni di euro per tre anni a fondo perduto o per finanziamenti agevolati sono previsti per interventi di digitalizzazione delle opere audiovisive e cinematografiche da parte di imprese italiane. Non meno di 12 milioni di euro l'anno sono riservati all'educazione all'immagine, alla formazione degli insegnanti e all'istituzione o sviluppo di corsi orientati alle professioni e ai mestieri del cinema all'interno delle Scuole di alta formazione artistica e musicale in raccordo con il Miur. Nascerà infine il Registro cinematografico che raccoglie anche tutte le informazioni relative all'assegnazione di contributi pubblici statali, regionali e dell'Unione europea, rendendole pubbliche su Internet.

Nel corso della discussione, il Senato ha anche approvato un nuovo punto all’odg proposto dal Sen. Liuzzi (Cor). Il Sen. ha chiesto all’esecutivo di vincolare le emittenti pubbliche e private a non tagliare i titoli di coda dell’opera filmica durante le trasmissioni nel rispetto di tutte le maestranze impegnate. “I titoli di coda di opere audiovisive e film sono parte integrante dell'opera cinematografica. Il loro taglio parziale o totale, adottato da alcune emittenti, nella maggior parte dei casi per permettere l'invio di spot pubblicitari, è un atto irrispettoso nei confronti degli operatori cinematografici, delle componenti professionali, volontarie, logistiche e degli enti che hanno contribuito sul piano intellettuale, creativo e materiale alla realizzazione dell'opera cinematografica", ha dichiarato il senatore Piero Liuzzi, autore dell’emendamento al ddl Cinema, poi trasformato in ordine del giorno in Aula. "Sono perciò soddisfatto - aggiunge - per l'approvazione del mio odg che impegna il governo ad vincolare le emittenti pubbliche e private ad attenersi al rispetto del principio di integrità dell'opera filmica, con la citazione del lavoro dei tecnici, dei creativi, delle maestranze e dei luoghi utilizzati. E’ un gesto di rispetto verso tanti professionisti, è un atto d'amore per il cinema".

dal Parlamento

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