Cosa può dire la festa della Repubblica all'Italia del 2017? La parola ai parlamentari locali

06 02 Festa RepubblicaIl 2 Giugno 1946, gli Italiani  - per la prima volta in suffragio universale - votarono il quesito referendario per scegliere tra Repubblica e Monarchia. Dopo 85 anni di forma monarchica, dunque, l'Italia scelse la cosa pubblica con la maggioranza del 54% dei votanti. Ad ormai 71 anni da questo evento storico, abbiamo pensato di porre ad alcuni parlamentari locali una domanda: Cosa può dire la Festa della Repubblica all’Italia del 2017?

d'onghia“La Festa della Repubblica è una giornata importante per la nostra storia e per il nostro ‘essere italiani’. Non possiamo costruire il nostro futuro se non basandoci sul nostro passato, su quei valori che l’hanno fondata e in cui dobbiamo credere fermamente ogni giorno. Attraverso la libertà, la democrazia e l’uguaglianza, alla base della nostra Costituzione, noi possiamo continuare a tenere unito il nostro Paese. Sono questi i valori della nostra Repubblica che mai come oggi, dobbiamo riscoprire e farne tesoro. E’ questa la nostra vera forza dalla quale ogni italiano deve trarne insegnamento”.
Senatrice Angela D'Onghia, Sottosegretaria al MIUR

 

liuzzi piero senatore"Credo fermamente nel valore simbolico delle ricorrenze. Quella del 2 Giugno costituisce, per il sistema di valori espressi, un punto fermo e irrinunciabile, non emendabile e celebrativo alla stregua di una ricorrenza religiosa. Al tempo del benessere, la celebrazione del nuovo status giuridico-costituzionale succeduto alla monarchia assurgeva a festa consumistica. La parata Militare in via dei Fori Imperiali a Roma, qua' e là alcune deposizione di corone d'alloro per l'Italia e poi tutti liberi: di andare al mare, di effettuare la gita fuori porta o la partita a calcetto fra amici. Al tempo della crisi, invece, sussistendo le condizioni per riflettere seriamente sul significato delle libertà individuali e collettive che la ricorrenza reca con sé, il 2 Giugno deve costituire occasione per tornare all'antico. Ovvero, con la Repubblica che quel giorno si fa bella adornandosi di bandiere tricolori, occorre riscoprire il senso della comunità e dello stare insieme indistintamente, occorre pensare che e' tempo per far sentire la voce popolare (e non populistica) che reclama lavoro, occupazione, redditi diffusi, più industria manifatturiera e meno speculazioni finanziarie, più innovazione nei processi produttivi e meno ripetitività, meno routine, meno assuefazione alle carenze: di servizi alle persone, di programmazione sanitaria che porta, ad esempio, a chiudere gli ospedale ed allungare le liste d'attesa, che conduce più cittadini a curarsi presso strutture sanitarie extra regionali con maggiori aggravi per le finanze pubbliche e per le tasche private. E la Festa della Repubblica, inoltre, potrebbe tornare utile a tutti gli smemorati che nel significato della celebrazione potrebbero finalmente leggere le migliaia di vite sacrificate per ottenere la liberta, per donarci la libertà e la democrazia".

Senatore Piero Liuzzi (DI)

 

 

 

gero grassi onorevole 1"La festa della Repubblica vuol dire attualizzare il significato sociale, culturale, civile, politico di una scelta che giustamente la Costituzione considera irreversibile. La Repubblica fu scelta con il primo referendum cui gli italiani parteciparono e con quella scelta l'Italia espresse giudizio durissimo sul connubio tra Monarchia e fascismo che produsse una immane tragedia e milioni di morti. Sarebbe bello che il 2 giugno, in ogni piazza d'Italia, gli studenti leggano la Costituzione ad alta voce per ribadire i concetti che sono alla base della nostra convivenza civile. Penso all'articolo che definisce le persone uguali a prescindere da ogni differenza, ma penso anche alla Costituzione che riconosce i diritti delle persone a differenza dello Statuto Albertino dove il Re concedeva i diritti. Questi diritti rendono il cittadino protagonista e non sono affermazioni di principio, ma realtà: il diritto alla libertà personale, culturale, politica, religiosa, economica; il diritto al lavoro, alla mobilità, alla salute".
Onorevole Gero Grassi (PD)

 

scagliusi emanuele onorevole

"Oggi i cittadini italiani festeggiano il fatto di essere diventati sovrani e non più sudditi. Oggi più che mai è necessario recuperare il significato profondo di questo giorno, attualizzandolo e facendo si che i cittadini tornino ad essere parte attiva nelle decisioni politiche del nostro paese. La Repubblica italiana e la sua Costituzione sono valori che gli italiani continuano a difendere a spada tratta contro chi vorrebbe stravolgerli, così come hanno fatto in occasione dell’ultimo referendum costituzionale, respingendo le modifiche alla Costituzione con il 60% dei voti. L’Assemblea Costituente che fu eletta nel 1946, attraverso un miracoloso incontro fra le tradizioni migliori della storia italiana, quella cattolica-sociale, quella social-comunista e quella liberale, ci ha dato una carta costituzionale che dovrebbe essere invidiata, il cui unico limite è l’essere rimasta, in molte parti, lettera morta. Il nostro compito è dunque, difenderne i principi fondanti, e realizzarla lì dove è rimasta inascoltata, ad esempio nella realizzazione di un reddito di cittadinanza che appare condizione imprescindibile per l’esercizio della cittadinanza attiva."
Onorevole Emanuele Scagliusi (M5S)

 

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