Intervista ad Angela D'Onghia: tempo di bilanci e riflessione sul futuro in politica

foto senatrice DOnghiaNOCI (Bari) - Si è dimessa recentemente dal ruolo di sottosegretaria al MIUR la senatrice Angela D'Onghia, a causa della presa d'atto del fallimento del completamento della riforma AFAM (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) introdotta in ordinamento nel 1999 e inattuata da 17 anni (leggi qui). In questa intervista, la Senatrice D'Onghia ha tracciato un bilancio del proprio mandato da sottosegretaria, rispondendo anche alle critiche mosse, da parte di alcune testate giornalistiche, per l'assunzione di suo nipote acquisito al ministero. 

Recentemente ha dichiarato alle testate giornalistiche, tramite un comunicato stampa, di essersi dimessa per aver preso atto del fallimento dell’impegno preso tre anni fa di completare la riforma del sistema AFAM introdotta in ordinamento dalla legge n.508/99 e rimasta inattuata per 17 anni. Quali sono stati gli ostacoli e i motivi che non hanno permesso il completamento della stessa?
"Più che di ostacoli parlerei di mancanza di volontà politica di portare a termine una riforma di un settore in affanno da troppo tempo. Ho rincorso invano, in prima persona, con ripetute sollecitazioni, una riforma doverosa e necessaria per gli operatori del sistema, indispensabile per far crescere i musicisti e gli artisti che da sempre contribuiscono a diffondere il nome dell’Italia eccellente all’estero. Purtroppo però impegno e sinergia non possono essere garantite da singole personalità seppure determinate".

Quali sono i provvedimenti o gli atti legislativi del suo mandato di cui è particolarmente orgogliosa o fiera?
"Sicuramente sono orgogliosa del mio impegno per il processo di statizzazione dell’Istituto musicale ‘Paisiello’ di Taranto che ha più volte rischiato la chiusura. Dopo ben 17 anni di paralisi ho scongiurato la mobilità del personale dell’Istituto. E per questo sono stata più volte ringraziata dal direttore dell’ Issm ‘Paisiello’, Lorenzo Fico. E’ stata una promessa che ho mantenuto anche se qualcuno si chiedeva del perché di tanto impegno in una città dove fra l’altro non avrei potuto prendere voti.
In generale sono fiera del lavoro svolto in questi anni insieme alle Scuole, alle Università, alle Accademie e ai Conservatori, tutte coinvolte con dedizione nel servizio formativo delle nuove generazioni. Certo il percorso è stato segnato anche dall’incapacità di risposta alla riforma dell’AFAM tanto attesa. Ma sono convinta che le mie dimissioni hanno risvegliato la politica del fare. Qualcosa si sta muovendo infatti, come già confermato da un comunicato stampa del MIUR diffuso due giorni dopo le mie dimissioni".

Qual è il messaggio che ha voluto mandare al mondo della politica con le sue dimissioni?
"Come rappresentante delle istituzioni credo che un mandato deve terminare se non si è riusciti a raggiungere importanti risultati soprattutto mettendoci la faccia come ho fatto io. La buona politica deve essere anche questa: dimostrare ai cittadini che non siamo legati alle poltrone per fini personali ma solo per raggiungere obiettivi utili alla comunità. La coerenza e l’onestà per me vengono prima di ogni altra cosa, per un impegno comune e un lavoro di squadra costante al servizio della collettività".

In tempi recenti si stanno accostando le sue dimissioni con il caso mediatico – se così possiamo definirlo – dell’ assunzione di suo nipote acquisito Stefano Paciello al ministero dell’istruzione. Se potesse tornare indietro, si assumerebbe nuovamente la responsabilità di questa scelta?
"Non parlerei affatto di un caso mediatico piuttosto di pura strumentalizzazione con l’obiettivo di oscurare il mio lavoro di questi anni. Ribadisco: non ho dato le dimissioni a causa di Stefano a cui invece sono molto grata per aver svolto in questi ultimi anni un lavoro efficiente come hanno più volte affermato i diversi interlocutori che si sono interfacciati con la mia segreteria al MIUR. Forse mi dilungherò un po’ in questa risposta ma credo sia importante chiarire, soprattutto nel proprio territorio, il mio operato sempre rivolto ai valori etici. A febbraio 2014 ho formato la mia segretaria al Ministero che però pur con persone esperte non funzionava. Erano poco autorevoli, con scarsa influenza nei rapporti ministeriali. Poi a Natale 2015, quindi due anni dopo, una dipendente della segretaria è andata via e a quel punto ho deciso di riorganizzare la segretaria e di affidarmi ad una persona autorevole, competente e capace, disponibile a trasferirsi in tempi brevi a Roma. Così ho pensato a Stefano che rispondeva a questi requisiti e per cui la legge non impedisce di effettuare assunzioni di parentele indirette. Se avessi voluto agevolarlo, avrei pensato a lui da subito, mentre è subentrato meno di due anni fa e per giunta adesso è già andato via dal Ministero. Tengo a precisare che nel mondo da cui provengo, quello della società produttiva, le persone di fiducia sono fondamentali per dare risposte puntuali e immediate a problemi importanti. Ragiono da imprenditrice e punto sempre su persone di cui mi fido al cento per cento, abituate a dare il massimo sul lavoro. L’etica per me viene prima di ogni cosa. Lo dimostra il fatto che in quasi quattro anni al Ministero non ho mai presentato una nota spese, anche se avrei potuto per tutte le missioni effettuate.
Per tornare alla sua domanda se potessi tornare indietro farei le selezioni del personale con maggiore severità, scegliendolo dal curriculum vitae, così come ho già fatto".

Quali sono le sue prospettive future in ambito politico? La vedremo ricandidata alle prossime elezioni per il parlamento o aspira ad altro?
"Non ho ancora deciso nulla e non so cosa farò alle prossime elezioni politiche".

 

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