Il declino triste della Fiera del Levante

bari fiera del levanteBARI - Un milione e mezzo di euro. Sborsati  dalla Città Metropolitana di Bari in favore della Fiera del Levante. Finanziamento deliberato quale compartecipazione al programma di riequilibrio economico dell’Ente di diritto pubblico. Il Bilancio del 2014, approvato a novembre 2015, si è chiuso con un utile di 3.675.782 euro. Il Piano di risanamento prevede, tra l’altro, la riduzione del costo del personale da 3.343.914 euro a 1.200.000,00.

La Città Metropolitana, ex Provincia di Bari, è socio fondatore della Fiera, nata nel 1929, insieme a Comune di Bari e Camera di Commercio di Bari. Due giorni fa si è dimesso il Consiglio di amministrazione della Fiera campionaria, designato a luglio 2013: Ugo Patroni Griffi presidente e i consiglieri Angela Balestrazzi, Sabino Persichella, Sandro Ambruosi, Lorenzo De Santis.

Operazione messa in atto per evitare il congedo già annunciato da Patroni Griffi, il quale resterà in carica, stante lo Statuto, altri 45 giorni. Tempo utile per portare a termine l’accordo con la nuova società di gestione della Fiera. E’ la cordata, unica offerta pervenuta dopo due bandi internazionali, formata da Bologna Fiere spa, SoGeCos spa (100% proprietà Bologna Fiere), Ferrara Fiere Congressi srl (51% di Bologna Fiere) e Camera di Commercio di Bari. L’ipotesi di convenzione stabilisce un investimento di 3 milioni di euro nella ristrutturazione degli immobili, due milioni in attività gestionali, assorbimento di 24 unità lavorative in esubero su 43 dipendenti .

La Fiera incasserebbe un canone del 2% sul fatturato o il 20% a fronte degli utili, con un importo minimo annuo di euro 100 mila. Tra i venti soci di Bologna Fiere spa spiccano Regione Emilia Romagna, Comune e Provincia di Bologna, Camera Commercio Bologna, Confcooperative Emilia Romagna, Banca Popolare Emilia Romagna, Emilbanca Credito Cooperativo, Fondazione Cassa Risparmio Bologna.

E il ceto imprenditoriale pugliese? In maggioranza tecnologicamente obsoleto e socialmente sorpassato, ai margini del persistente mutamento globale. Aggrappato a quell’ossigeno monetario erogato da Stato e para Stato tramite concessioni, proroghe di servizi, accordi di programma. Sopra tutti il serbatoio riconducibile alla Regione Puglia, fattura 21 miliardi di euro all’anno, occupata dal 2005 a tutt’oggi dalla nomenclatura Pd-Sel eccetera. Se il contratto, durata 60anni, non viene firmato toccherà alla Giunta regionale nominare l’ennesimo commissario ad acta.

dalla Regione Puglia

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