Il comune annuncia la ripresa dei lavori per la fogna bianca

02-05-dissequestro-cantiere-fognabNOCI (Bari) - Con un comunicato pubblicato sul sito web il Comune di Noci annuncia la imminente ripresa dei lavori per il collettore della fogna bianca dopo la vittoria da parte del Comune in Cassazione "che ha confermato la decisione del Tribunale del riesame di Bari di accoglimento dell'istanza presentata dal Comune nei confronti del provvedimento del GIP presso lo stesso Tribunale con cui era stato disposto il sequestro delle opere in corso di esecuzione sul presupposto che non fosse stata acquisita l'autorizzazione paesaggistica". 

I legali del comune, Gennaro Notarnicola e Angelo Loizzi, hanno invece sostenuto  in giudizio che "l'autorizzazione non fosse richiesta trattandosi di opere qualificate come "indifferibili ed urgenti". Si chiude a favore del Comune una vicenda iniziata nel novembre dello scorso anno con il sequestro, ad opera della Forestale su mandato della Procura, dei cantieri per la realizzazione delle vasche di raccolta della fogna bianca. Nel febbraio di questo anno sono stati rimossi, su ordine del Tribunale del riesame, i sigilli ai due dei tre cantieri sequestrati (dislocati in via Re Ladislao (in foto) e Zona Industriale). I lavori, appaltati alla Intini Angelo srl di Noci, dopo febbraio non sono più ripartiti a causa dell'intoppo giudiziario nel quale si contestava la mancata acquisizione dell'autorizzazione paesaggistica. A tale problema si sono aggiunti, per la Intini Angelo srl, anche difficoltà finanziarie  che hanno portato l'intero Gruppo Intini, notizia di poche settimane fa, al concordato fallimentare. Ora bisognerà vedere chi completerà i lavori se la stessa Intini o un nuovo soggetto subentrante nell'appalto. Quel che è certo è che ora il completamento può dirsi vicino.

 


 

Il comunicato del Comune di Noci

Potranno proseguire senza ulteriori ostacoli i lavori per la realizzazione del sistema di collettamento delle acque piovane. Lo ha stabilito nei giorni scorsi la III Sezione penale della Corte di Cassazione che ha confermato la decisione del Tribunale del riesame di Bari di accoglimento dell'istanza presentata dal Comune nei confronti del provvedimento del GIP presso lo stesso Tribunale con cui era stato disposto il sequestro delle opere in corso di esecuzione sul presupposto che non fosse stata acquisita l'autorizzazione paesaggistica, ritenuta necessaria in quanto alcuni recapiti della rete ricadono in zona soggetta al regime di tutela del Piano paesistico regionale. La Suprema Corte ha infatti respinto il ricorso proposto per l'annullamento di tale pronuncia dalla Procura della Repubblica ritenendo fondata la tesi sostenuta dai difensori del Comune, avv.ti Gennaro Notarnicola e Angelo Loizzi, secondo cui per la esecuzione di questo intervento la predetta autorizzazione non fosse richiesta trattandosi di opere qualificate come "indifferibili ed urgenti" e dunque non soggette all'obbligo che ad avviso dell'accusa non sarebbe stato assolto. Per la realizzazione del collettore per la raccolta delle acque piovane, infatti, il Comune ha potuto fruire di finanziamenti erogati sulla base di un bando emanato dal Commissario per l'emergenza ambientale in Puglia (all'epoca il Presidente della Regione Fitto) che si era a sua volta avvalso dei poteri conferitigli da un'Ordinanza del Governo in materia di protezione civile. "Esprimo il più vivo compiacimento mio e dell'intera Amministrazione - dice il Sindaco Piero Liuzzi - per questo ulteriore round a favore del Comune nella tormentata vicenda relativa all'esecuzione di un'opera cui attribuiamo particolare importanza in quanto attraverso la irregimentazione delle acque piovane si eviteranno quei disagi che hanno spesso comportato seri danni per le abitazioni e per la circolazione".

Palazzo di citta'

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