MovimentiamoNoci (M5S) sui possibili rischi ambientali del nuovo impianto di combustione rifiuti a Gioia del Colle

04 27 orazio colonna m5sNOCI (Bari) - A Lamadacqua autorizzato un impianto sperimentale di combustione senza fiamma dei rifiuti radioattivi: se ci fosse questo titolo su una qualsiasi testata giornalistica, cosa farebbero i cittadini nocesi?
Ebbene, qualsiasi siano le reazioni che verrebbero scatenate, sarebbe opportuno che le coscienze nostrane si risvegliassero in quanto a pochi km da Noci e precisamente a Gioia del Colle, (ad una distanza in linea d'aria simile a quella che ci separa dalla nostra frazione) nello stabilimento ex Termosud, la società Itea Spa, dopo aver ricevuto un finanziamento cospicuo dalla Regione Puglia ed il parere positivo dalla Città Metropolitana (ex Provincia) di Bari, ha avviato già da un decennio un impianto sperimentale di ricerca e sviluppo della tecnologia di combustione senza fiamma per rifiuti speciali (farmaceutici ed industriali), solidi urbani e persino radioattivi (“materiali contaminati provenienti dalle centrali nucleari” come hanno dichiarato in tempi non sospetti, i rappresentanti dell’azienda).

Non si vogliono fomentare facili allarmismi né alimentare sterili polemiche, ma il fatto che l’opinione pubblica non sia mai stata messa al corrente delle possibili emissioni di inquinanti atmosferici risultanti dalla sperimentazione è una colpevole mancanza degli organi che avrebbero il compito di vigilare sulla salute pubblica (risulta addirittura che l’Arpa Puglia, competente a monitorare le emissioni, non abbia mai installato le centraline di rilevazione).
Dall’azienda fanno sapere che l’impianto sarebbe a basso impatto ambientale e non nocivo, ma il Prof. Roberto Cazzolla Gatti, professore associato in ecologia e biodiversità alla Tomsk State University (Russia) è recentemente intervenuto sul tema dichiarando che non si potrebbe definire non nocivo un impianto che tratta ogni genere di rifiuti, tra cui i nucleari e che per lo stesso non si possano conoscere a priori gli effetti essendo la sua natura sperimentale.

Nonostante le contenute emissioni dichiarate dall’azienda, molti studi scientifici confermano che all’aumentare della temperatura con cui si trattano i rifiuti (l’Itea realizza la combustione all’elevatissima temperatura di 1300-1500 °C) aumentano le quantità di polveri sottilissime emesse che penetrano in profondità nell’apparato respiratorio e permangono per tutta la vita, provocando malattie croniche alle vie respiratorie, in particolare asma, bronchiti, enfisemi e tumori. Si rischia di avere concentrazioni di nanopolveri nell’aria circostante l’impianto e nel cono d’ombra di ricaduta dalle principali direzioni del vento (considerato che le polveri sottili viaggiano per molti chilometri) nel quale rientra la nostra Noci.

Discorso non meno preoccupante, andrebbe fatto per l’emissione accidentale, ma già avvenuta in passato di diossine e il problema delle scorie vetrose derivanti dal processo, che l’azienda suggerisce di utilizzare persino negli asfalti dimenticando che il processo di erosione dello stesso rilascerebbe nell’ambiente tutte le particelle dei metalli pesanti e le sostanze inquinanti inglobate in esse creando un problema simile, se non più grave di quello prodotto dall’amianto.
Insomma, nonostante il diritto alla ricerca debba essere garantito e difeso, è necessario che qualunque sperimentazione (soprattutto in campo industriale e tecnologico) prenda in considerazione i rischi per la salute e l’ambiente.
La questione Itea associata all’Ilva potrebbe metterebbe la nostra zona in una posizione poco invidiabile dal punto di vista ambientale, quindi sarebbe meglio che l’Amministrazione locale vigilasse con attenzione per tutelare la salute di tutti noi cittadini.

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