Noi sempre lotterem, il documentario sulla Resistenza proiettato dal Partito Comunista Noci

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NOCI (Bari) - Il 25 aprile del 1945 l’Italia veniva liberata, grazie a giovani partigiani di allora, dal nazifascismo. Si portava così a compimento un processo durato anni, che dev’essere restituito alle nuove generazioni: per fare in modo che alcuni ideali, se pur traditi da molti, negli anni, continuino a vivere. Per questo tre anni fa, in occasione del 70° anniversario della Liberazione il Fronte della Gioventù Comunista realizzò un documentario sulla lotta di liberazione, con la collaborazione degli storici Davide Conti e Massimo Recchioni. Documentario che il neonato Partito Comunista Noci, guidato da Pierangelo Della Corte, non è riuscito a non proiettare, a distanza di qualche giorno dal 25 aprile.

Prima uscita pubblica quindi per la nuova bandiera che sventola su Noci, organizzata nel chiostro di San Domenico la scorsa domenica 29 aprile, alla presenza di Roberto Cardilli coordinatore provinciale PC e Tonino Mosaico, segretario regionale PC (in foto). Entrambi, guidati da un sentimento di vicinanza ai “compagni” che da questo momento in poi saranno presenti anche su Noci, hanno voluto dar risalto alla vera resistenza che fu, oggi in fase di decadenza.

L’Italia di oggi non è il frutto della Resistenza ma del lungo e progressivo processo di tradimento degli ideali che animarono la lotta di liberazione” ha difatti esordito P. Della Corte venendo a presentare la proiezione. “Migliaia di giovani allora non lottarono per un’Italia inserita nella Nato e succube agli interessi imperialistici, non lottarono per mantenere le rigide gerarchie nei posti di lavoro, per vedere manager guadagnare migliaia di volte più dei loro operai; non lottarono per un Paese di disoccupazione, con un futuro di precarietà per i giovani e di 70enni ancora a lavoro invece di fare i nonni o semplicemente godere dopo anni di lavoro”.

05 01testimonianzapartigianaIn documentario, realizzato anche con la collaborazione degli storici Davide Conti e Massimo Recchioni, ha dato quindi spazio ai giovani partigiani: ripercorre le principali vicende storiche del nostro Paese dal fascismo al primo dopoguerra, attraverso le interviste ai partigiani Argante Bocchio, Wanda Canna, Primo De Lazzari, Paolo Finardi, Mario Fiorentini, Franco Fontana, Gastone Malaguti, Lidia Menapace, che vissero direttamente non solo l'organizzazione della Resistenza ma anche il tradimento degli ideali di migliaia di partigiani negli anni della Repubblica durante la Guerra Fredda.

Dalla visione di "Noi sempre lotterem" – titolo tratto dall’ultima strofa della canzone cantata dai partigiani della Brigata Garibaldi – è emersa la straordinaria presa di coscienza politica di quegli anni difronte “al nemico fascista occupante e fortemente armato”; le staffette che le donne con non più di 16anni compivano, in bicicletta, per comunicare; il dovere che i partigiani avevano nel dover stracciare i propri documenti per non fare in modo che, in caso di arresto, i fascisti li riconoscessero facendo quindi fuori anche le relative famiglie; l’obbligo nel dover cambiare tutta l’organizzazione interna nel caso in cui soltanto uno dei compagni venisse arrestato.

Ma non solo: le testimonianze partigiane presenti nel documentario analizzano anche quanto accaduto all’indomani della resistenza, prima fra tutte l’impunità nei confronti dei fascisti causa di molte impurità della neonata Repubblica, quindi l’imposizione degli Stati Uniti a cacciare i comunisti e la rifondazione di alcuni partiti come l’MSI.

05 01pubblicopartigianoQuel che è maggiormente risuonato nelle orecchie dei fruitori, la voce di Piero Calamandrei mentre legge uno dei principi fondamentali della costituzione: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Un video pensato per la gioventù, per trasmettere la memoria della lotta di liberazione e dei suoi protagonisti alle nuove generazioni che ha fatto riflettere…e sperare che ci sia ancora qualcuno ancora in grado di lottare per tali, sacrosanti, principi.

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