Il mondo dell’Università visto dal PDL

11-17-apertura-lavoriNOCI (Bari) - "Università ieri, Università oggi" è stato il tema del convegno pubblico organizzato dai consiglieri comunali del PdL e svoltosi venerdì pomeriggio presso la sala convegni di via Pio XII. Nel giorno in cui gli studenti hanno manifestato contro l'istituzione scolastica perché, a loro dire, «ancora lontana dai reali bisogni dei ragazzi», un parterre di politici e professori si è interrogato sull'evoluzione dell'università nell'ultimo ventennio.

È il consigliere comunale Angela Lobianco ad aprire la serata lanciando subito una stoccata contro i tagli all'università e lanciando il tema delle risorse sempre più esigue destinate dal MIUR agli atenei italiani. Nei panni dell'intervistatore e moderatore della serata il consigliere regionale Pdl Ignazio Zullo che ha subito messo le mani avanti dichiarando che «questa manifestazione è aperta a chiunque al di là di qualsiasi ideologia politica».

A rispondere alle domande del consigliere regionale il Magnifico Rettore dell'Università degli Studi "A. Moro" di Bari prof. Antonio Felice Uricchio, ed il prof. Giovanni Girone, rettore emerito della stessa. In realtà quella del Magnifico Rettore si può considerare una parentesi. Arrivato con quasi un'ora di ritardo, ha lasciato la manifestazione dopo pochi minuti dalla fine del suo intervento.

11-17-relatori-universitàUn intervento comunque importante quello del Rettore Uricchio che ha catalizzato l'attenzione sugli studenti meridionali «che sono brillanti ma che non trovano sbocchi occupazionali». «Allo stesso tempo – continua a dire il rettore – le politiche devono essere attente alla formazione del lavoro e alla valorizzare le risorse umane». E conclude con l'internazionalizzazione dell'università. «Il mondo sempre più globalizzato anche sotto il punto di vista culturale ci mette nelle condizioni di fare rete con gli altri atenei europei e mondiali soprattutto con la cooperazione per la ricerca che è la mission del nostro ateneo». Relativo richiamo è stato fatto al progetto Erasmus per ragazzi.

Al prof Girone invece è toccato fare un excursus storico sulla vita dell'ateneo barese da lui diretto sino ai primi anni del 2000. Mentre, incalzato da una domanda di Paolo Conforti di rendere la gestione delle università pubbliche privata, Girone risponde: «non penso che le università private siano migliori delle pubbliche, basti pensare che molti docenti pubblici hanno un incarico in queste università. Io penso invece che la gestione virtuosa di un ateneo dipenda molto dalle tasse universitarie pagate dagli studenti e dai sovvenzionamenti pubblici. Il problema non è comprare un immobile per farci una facoltà, ma tutti i costi di gestione che questo comporta». E sul prestito d'onore per gli studenti: «sul prestito d'onore la burocrazia ha ucciso la volontà. Anche le banche ci hanno messo del loro perché non vedono sbocchi positivi per i giovani laureati italiani». Dichiarazione forte che potrebbe far discutere, e non poco, gli studenti universitari.

11-17-liuzzi-zullo-uricchioDa non sottovalutare l'intervento del Sen Pietro Liuzzi a cui sono state affidate le conclusioni del convegno. Dopo l'elogio per i ragazzi meridionali che sicuramente meriterebbero riguardo e considerazione, Liuzzi si lancia a capofitto sul decreto Carrozza in questi giorni in dibattimento in commissione cultura al senato. «Il decreto – dichiara il senatore – è diventato un omnibus per colmare alcune lacune e porre taluni correttivi alla recente riforma Gelmini». A prima vista sembrerebbe un autogol del senatore Liuzzi che poi rilancia: «ci vuole un'armonizzazione degli interessi e non una parcellizzazione». E mentre i suoi colleghi a Roma si stavano dibattendo sul distacco Pdl-FI, Liuzzi espone una dichiarazione di lettiana memoria («con l'austerità si muore»). «Non dobbiamo essere strettamente legati ai vincoli europei – dice Liuzzi, che poi continua – abbiamo bisogno di sforare il patto di stabilità per permettere una nuova crescita». Parole che ricalcano il clima politico nazionale fortemente destabilizzato.

Ma per tornare nel tema, il dibattito ha preso in considerazione una sola parte del sistema università, ovvero quello riguardante la didattica e la logistica. Al contrario non vi è stato modo di ascoltare "l'altra metà del cielo", quelli che nell'università si impegnano e passano un momento importate della propria vita sperando in un futuro lavorativo, gli studenti.

 

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