Scoperta la variante genetica della longevità al “De Bellis” di Castellana Grotte

05 19 scoperto gene sulla longevità castellana grotteNOCI (Bari) – Lo scorso 16 maggio, il team di ricerca del professor Cristiano Simone, afferente all’IRCCS “De Bellis” di Castellana Grotte, ha annunciato attraverso una pubblicazione scientifica, la scoperta di una nuova variante genetica legata alla longevità.

Lo studio dal titolo “"The longevity SNP rs2802292 uncovered: HSF1 activates stress-dependent expression of FOXO3 through an intronic enhancer", iniziato 5 anni fa, è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Nucleic Acid Research”, della Oxford University Press.

Il team coordinato dal professor Cristiano Simone e costituito da Valentina Grossi, Giovanna Forte, Paola Sanese, Alessia Peserico, Tugsan Tezil, Martina Lepore Signorile e Candida Fasano, ha operato grazie ai finanziamenti stanziati dal Ministero della Salute e dall’ AIRC.

La ricerca ha mosso i primi passi dall’analisi su una popolazione di 15 mila persone di diversa età, etnia e stili di vita, nelle quali è stato riscontrato la presenza di questa modificazione genetica. È stato così possibile caratterizzare e ritrovare nell’ 80 % di anziani, un gene strettamente associato alla longevità e alla resistenza all’invecchiamento, un vero e proprio “bottone”. Questa importante novità rappresenta per i medici un ulteriore passo in avanti per delineare e formulare possibili terapie oncologiche o farmacologiche “ad personam”, un’idea di fare medicina “individuale” che è diventata una normale routine nei nostri giorni.

La presenza del “bottone genetico”, che durante le ricerche si è riscontrato nel 40% della popolazione generale, rappresenta un importante meccanismo di difesa per l’organismo umano. Di fatti, è possibile che in questi soggetti il Dna attivi tale gene al fine di contrastare, con i propri meccanismi di riparazione, tutti quei processi di danno e morte cellulare come i cambiamenti climatici o i ROS (radicali liberi dell’ossigeno). L’inestimabile valore di questa ricerca risiede, oltretutto, nella sua applicabilità all’intera popolazione umana.

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