Anche in Puglia arriva gratis il farmaco per l’artrite reumatoide contro COVID-19: cos’è e come funziona

03 13 corona virusNOCI (Bari) – Il “Tocilizumab” è un farmaco, solitamente impiegato per il trattamento dell’artrite reumatoide, sviluppato dall’azienda farmaceutica Roche. Dopo alcuni esperimenti effettuati nelle scorse settimane a Napoli, lo stesso farmaco si è mostrato particolarmente efficace nel contrastare la progressione di COVID-19 verso le sintomatologie più gravi. Così, da un accordo tra la Regione Puglia e i vertici della Roche, anche per il sistema sanitario regionale sarà disponibile gratuitamente il Tocilizumab.

03 13 interleuchina 6L’artrite reumatoide (AR) è una patologia infiammatoria che coinvolge le articolazioni, da quelle piccole e alle estremità (dita delle mani e dei piedi, polsi) fino a quelle maggiori (spalle e ginocchia, ad esempio). Le articolazioni vengono danneggiate da un’iperattività del sistema immunitario dello stesso individuo, che causa infiammazione e distruzione di cartilagini articolari e ossa. Il sistema immunitario è richiamato e attivato da numerose molecole, tra cui sono presenti delle piccole proteine, le interleuchine. Queste promuovono l’infiammazione legandosi a specifici recettori: altre molecole che le riconoscono e potenziano il loro segnale. Tra le diverse interleuchine, l’interleuchina 6 (IL-6) sembra avere una notevole importanza nel promuovere fenomeni come la febbre e la progressione dell’infiammazione agli stadi più acuti: alti livelli di questa proteina sono stati individuati nelle persone che soffrono di AR.

Il Tocilizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato (ovvero un anticorpo animale, spesso murino, di cui una determinata porzione viene modificata per riconoscere e legare specifiche molecole) che si comporta da antagonista rispetto all’IL-6: si lega al recettore, impedendone in maniera competitiva il legame con l’Interleuchina 6 e non permettendo la trasmissione del segnale pro-infiammatorio. In questo modo si può ostacolare il lavoro controproducente del sistema immunitario, impedendo che l’infiammazione progredisca eccessivamente.

Già ad inizio marzo le autorità sanitarie cinesi avevano incluso il tocilizumab nelle linee guida per il trattamento della COVID-19. Sulla base di questi studi, alcuni medici dell’Azienda Ospedaliera dei Colli in collaborazione con l’Istituto nazionale dei tumori “Fondazione Pascale” di Napoli hanno sperimentato l’utilizzo di questo farmaco: i due pazienti del primo test clinico, affetti da una grave polmonite dovuta al nuovo coronavirus, hanno mostrato notevoli miglioramenti in circa 24 ore dalla somministrazione. Il tocilizumab, inoltre, sembra non interferire con la somministrazione dei farmaci antivirali: questi ultimi contrastano la replicazione del coronavirus nell’organismo (ovvero la sua riproduzione) secondo diverse evidenze cliniche.

03 13 polmoniteMa perché utilizzare un farmaco che depotenzia il sistema immunitario? Anche se può sembrare tale, non è un controsenso. Le interleuchine sono molecole segnale che vengono prodotte per attivare la nostra risposta immunitaria anche per proteggerci dai virus, in questo caso dal Sars-coV-2. L’infiammazione che viene, così, generata è utile a difenderci dal patogeno che è entrato nelle nostre vie respiratorie: gli effetti dell'infiammazione sono indispensabili per permettere alle cellule che ci difendono da virus o batteri dannosi di migrare nei distretti “sotto attacco”. La persistenza e una grande entità della stessa infiammazione, però, può far accumulare liquido (edema): l’accumulo di liquido negli alveoli polmonari (le unità più piccole dei polmoni che ci permettono di scambiare ossigeno e anidride carbonica con l’esterno) compromette la respirazione. Questa non appena descritta non è altro che la polmonite che, nei casi più gravi, può richiedere l’intubazione in terapia intensiva e portare a insufficienza respiratoria.

L’utilizzo sperimentale del Tocilizumab, quindi, mira ad ostacolare la03 13 emiliano progressione infausta dell’infiammazione causata dal nuovo coronavirus. Una sperimentazione che procederà con le dovute cautele: ogni paziente reagisce in maniera differente alle terapie, oltre a considerare i rischi a cui si può incorrere con un sistema immunitario parzialmente depotenziato. Certo è che la notizia annunciata dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano non può che far sperare in bene: anche sul nostro territorio regionale sarà possibile sperimentare il Tocilizumab, offerto gratuitamente dall’azienda farmaceutica Roche in accordo con la Regione e alla presenza del prof. Pier Luigi Lopalco, responsabile del Coordinamento regionale emergenze epidemiologiche.

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