Liceali nocesi in autogestione

12 20 scuolaNOCI (Bari) - Sulla porta d’ingresso del Liceo delle Scienze Umane campeggia a caratteri cubitali una frase che parafrasando Italo Calvino recita: “Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.”

Tutti i muri dell’istituto sono altresì ricoperti di frasi di protesta e rivendicazione, da parte dei liceali nocesi che da mercoledì 17 a sabato 20 dicembre hanno deciso di sfondare il muro della quotidianità, della regolarità, delle giornaliere ed usuali lezioni, per creare una finestra e urlare al cielo il loro fragile bisogno di tornare a sognare. Netta denuncia contro una realtà indifferente alle nuove generazioni, contro un assetto societario che ha banalizzato il ruolo della scuola e che con perfida generosità offre annualmente riforme scolastiche, realizzate con lo scopo di cambiare tutto senza cambiare nulla. Eppure a qualcosa servono: a promuovere l’ignoranza. I giovani nocesi rispondono con gesti non violenti ma creativi, con attività non inutili ma costruttive. Di fatti nelle quattro giornate di autogestione le aule diventano laboratori di corsi gestiti dagli stessi studenti, che mettono a disposizione dell’istituto le proprie abilità e conoscenze. Il contrario di “annoiarsi a scuola” non è “divertirsi”: è essere interessati. Indubbiamente interessanti sono stati per i giovani studenti le lezioni organizzate e autogestite. Ad aprire le quattro giornate un corso di fotografia nel quale lanciare con il proprio volto e i propri pensieri un messaggio di protesta e di richiesta di ascolto. A seguire laboratori in cui cimentarsi con l’apprendimento di altre lingue, dal russo al giapponese e il perfezionamento della conoscenza della lingua italiana con lezioni di dizione. Il desiderio è dunque quello di apprendere ciò che i libri non insegnano e allora ci si ritrova incuriositi a seguire lezioni sulle tecniche del primo soccorso, sui segreti del linguaggio non verbale o ancora circa il mondo del teatro e della musica. Immancabili i laboratori in cui discutere ed informare sui reali motivi della protesta giovanile e per definire il bersaglio della loro ribellione. Necessari anche i momenti ludici: ballo, karaoke, pingpong, fumettistica, in cui riappropriarsi della giovanile spensieratezza e momenti in cui misurare la propria intelligenza con enigmi e giochi, alla ricerca della strategia vincente. E mentre i giovani nocesi scrivono sui cartelloni “stanno uccidendoci il pensiero”, la speranza è che non smettano mai di credere nella loro forza e nelle loro idee e che possano tenere sempre a mente l’invito di continuare a sognare e a ribellarsi del cantautore Vecchioni “stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento”.

Giada Intini

V A Liceo Scienze Umane

 

Lettere al giornale

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