Noci, quale futuro lavorativo?

Enzo BartalottaLETTERE AL GIORNALE - Sembrerebbe che da qualche anno ormai Noci è economicamente sopravanzata dai paesi limitrofi (Alberobello, Putignano, Castellana, Locorotondo, Coversano, Turi). Basta vedere la percentuale di quante persone hanno dichiarato un reddito Irpef. Noci continua a perdere posti di lavoro, ma una statistica aggiornata, una fotografia dei posti di lavoro persi nel 2014 è un dato “nascosto”. Quali settori sono in sofferenza? In quali settori conviene disinvestire ed in quali investire? Sono tutte domande utili se si vuole affrontare di petto la situazione lavoro.

Persino Papa Francesco ha sottolineato l’urgenza di dare un lavoro alle famiglie, per un fatto di dignità. Infatti il Sindaco Nisi ha messo il lavoro nei primi tre punti di programma. Arginare e rilanciare il flusso dei posti di lavoro è d’obbligo, nessuno può più aspettare che il lavoro cada dall’alto e le preferenze politiche che facilitavano le grandi aziende Nocesi sono venute meno.

Se io fossi il Sindaco Nisi farei, immediatamente, tre cose:

Primo, commissionerei uno studio accurato a tre livelli. A) una foto dell’economia nocese, con le variazioni degli ultimi 10 anni. È un dato semplice da ricavare, va aggregato, ma esiste già! B) una analisi dell’andamento del prodotto interno lordo pro-capite dei comuni italiani, per individuare le eccellenze e studiarne i modelli. C) analizzare i settori economici trainanti a livello di mercato globale. Già questi aspetti, da soli, darebbero una visione utile.

Secondo, convocherei una tavola rotonda permanente, ogni 15 giorni per almeno 3 mesi, avendo cura di invitare profili capaci di Visione sul futuro: Architetti, Economisti, Filosofi, Studenti, Creativi esperti di Comunicazione, uomini di Fede, qualche Commerciante spigliato, Imprenditori, Agenti di Vendita. Affiderei alla tavola rotonda il compito di liberare le proprie energie, all’interno del compito di relazionare sui Punti di Forza e di Debolezza di Noci, sulle Opportunità e sulle Minacce (che l’immobilismo ci prospetta).

Terzo, dalle opzioni strategiche emerse, affiderei alla politica il compito di fare le scelte di campo ed impegnarsi a perseguirle nel lungo periodo.

È evidente che l’amministrazione comunale è tutto tranne che una azienda privata, capace di assumere e licenziare a suo piacere, ma è altrettanto vero che ha una significativa responsabilità di guida della collettività. Pertanto nemmeno può ventilare banali proposte di rilanciare il centro storico con le vie dello shopping. È tanto banale che infatti resta sempre lettera morta, buona solo per rispolverate elettorali. Invece l’amministrazione qualcosa deve pur fare, oltre a iniziative spot ed inefficaci, per creare lavoro. Conviene adoperarsi su qualcosa di strutturato che dà frutti nel lungo periodo.

Noci ha potenzialità elevate, c’è una comunità laboriosa, pulita, educata. Purtroppo è stata abituata ad essere guidata da leadership imprenditoriali che ora mancano. E allora riconvertiamo la Leadership in un progetto, in una Visione condivisa. Il progetto è il vero “aggregante” che la politica cerca ma stenta a trovare.

Personalmente direi che Noci può risollevare velocemente le proprie sorti economiche anche con una ricetta intra-stagionale: Eventi abbinati Enogastronomici continuativi in inverno, efficiente Albergo Diffuso posizionato nell’area del piacere e relax in primavera, riposizionamento ed allestimento competitivo in estate (in un raggio sostenibile abbiamo forse un milione di turisti da cui attingere), avviare percorsi fieristici in autunno. Insomma un approccio aziendale del paese Noci. Si potrebbe anche facilitare l’avvio di nuovi business concentrati sul territorio (lo stanno già perseguendo alcuni paesi della provincia).

Queste ed tante altre soluzioni si potrebbero proporre, ma evito di farlo, perché sarebbero idee, forse, tanto geniali quanto povere, perché vanno calate nel principio di realtà, arricchite di confronto tecnico e di prospettive integrate. In ogni caso andrebbero dettagliate e pianificate in ogni loro aspetto.

Però il messaggio che vorrei passare, con questa lettera al giornale, è che Noci, più di tante altre comunità, ha la possibilità di uscire dalla crisi, riconvertirsi e creare posti di lavoro. Tutte le possibilità di salvezza stanno fuori dal perimetro del piangersi addosso, stanno nelle competenze di personaggi validi che Noci ha e nella voglia di metterle a sistema. D’altra parte di fronte alla crisi qualcosa bisogna pur fare. E molto si può fare senza grandi investimenti.

Si possono recuperare e riconvertire strutture esistenti. Abbiamo risorse a spasso, conoscenze diffuse, idee, mezzi di comunicazione a basso costo. Abbiamo la facoltà di fare scelte politiche, tassando o detassando alcuni comparti, autorizzando o meno alcuni investimenti ed iniziative, dando o meno alcuni patrocini, attivando alcune convenzioni, facendo determinate ordinanze. Insomma, per creare lavoro sono sufficienti i mezzi che abbiamo già, basta fare quello che facevamo, ma in modo diverso. Nel nostro paniere abbiamo già tutto, forse servirebbero dei politici … diciamo migliori.

Buon 2015.

Enzo Bartalotta

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