Una civiltà in pericolo

03 20 Attentato a TunisiLETTERA AL GIORNALE –  È una giornata come molte se non fosse che, alle ore 11.30 , del giorno 18 Marzo 2015 presso il Parlamento, dove si stava approvando una legge antiterroristica, un attacco Jadista ha sconvolto un’intera città. Centro del Mediterraneo, sede di scambi commerciali, nota località turistica, Tunisi. Per l’intera giornata gli attacchi non cessano, rumori di mitra, grida di donne che cercano di proteggere in tutti i modi i loro figli, scappano da qualcosa di disumano.

L’attacco si diffonde a macchia d’olio colpendo anche il famoso museo Del Bardo, in cui sono stati presi in ostaggio all’incirca un centinaio di persone tra i quali molti italiani presenti nella località per trascorrere una tranquilla vacanza.

Ma è solo casualità? Perché proprio il museo? Perché Tunisi? Facendo un viaggio nella storia, nel 2002 ci fu un’ulteriore strage che causò la morte di circa 21 persone, questo avrebbe dovuto azionare un campanello di allarme, in quanto fa capire che Tunisi fin da sempre è stata nel mirino del terrorismo. Nel corso del tempo, è risultato sempre più chiaro quanto sia aumentato il numero di attacchi terroristici verso l’Occidente.

Tracce che rimarranno impresse nel grande libro della storia sono gli attentati del 11 Settembre 2001 a New York, che colpì le Torri Gemelle e l’attacco al giornale Charlie Habdo avvenuto nel Gennaio 2015.

Il terrorismo non colpisce solamente le città protagoniste di questi avvenimenti, ma soprattutto i paesi confinanti e gli stati d’animo di ogni singolo individuo, occhi impauriti di gente che vorrebbe la pace, e sogna un mondo migliore, un mondo all’altezza dei loro sogni, sogni non infranti, sogni, sogni di individui che hanno l’obiettivo di costruire fondamenta salde per il futuro, il nostro futuro. Un futuro in cerca di una via di fuga dal mondo così crudele e nelle mani di potenti che in realtà sono di gran lunga deboli e in cerca di qualcosa che li renda forti.

IV A
Liceo delle Scienze Umane

IIS “L. da Vinci – G. Galilei”

Lettere al giornale

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