Viaggio di istruzione come “lezioni fuori dall’aula”: Trieste

04 10 trieste liceoLETTERE AL GIORNALE - Trieste ha una scontrosa/grazia. Se piace,/è come un ragazzaccio aspro e vorace,/con gli occhi azzurri e mani troppo grandi/per regalare un fiore;/come un amore/con gelosia. Ci piace raccontare così, con le parole di uno dei suoi più celebri figli, il poeta Poli – in arte Saba- , la seconda tappa del nostro viaggio: Trieste.

Siamo stati anche in quella che un tempo era la sua libreria, al civico 30 di via san Nicolò, dove dal 1981 Mario Cerne, figlio di "Carletto", socio di Saba, custodisce un patrimonio librario che è stato da tutti riconosciuto come vero e proprio monumento alla memoria. Saba l’abbiamo anche incontrato : il bastone saldamente impugnato con la destra, ma capace ancora di una certa speditezza nell’andatura, in una posa fissata per sempre nella statua a grandezza naturale collocata proprio a due passi dalla libreria. Abbiamo incontrato anche Joyce al Ponterosso, e Svevo, presso la biblioteca civica.

Li abbiamo incontrati scolpiti nel bronzo, e ci è parso di vederli ai tavolini dei caffè, salotti d’altri tempi, vanto dei triestini. Abbiamo voluto anche noi, per una volta, assumere pose da intellettuali: dal Caffè degli specchi, insignito della targa di “locale storico”, abbiamo abbracciato con lo sguardo la superba piazza Unità d’Italia, fieri che il nostro Paese, dall’estremo sud da cui siamo partiti all’estremo nord in cui facciamo lezione oggi, racchiuda e conservi un patrimonio così grande. Domani ripartiremo da qui, da questo orgoglio così puro e così vulnerabile delle “terre di confine”.

II puntata: Trieste

a cura della IV C del Liceo Scientifico "Da Vinci"

Lettere al giornale

© RIPRODUZIONE RISERVATA