Viaggio di istruzione come “lezioni fuori dall’aula”: Basovizza

04 11 liceoLETTERE AL GIORNALE - Noi ci proviamo. Proviamo a non esser barriera, a esser ponte. Proviamo con la nostra incosciente tenacia ad esser ponte tra Bari e Trieste, replicando di anno in anno questo viaggio di istruzione. Lo facciamo come omaggio all’umanità, per non dimenticare che una risiera può diventare una fabbrica della morte, che ci mette poco l’uomo a sovvertire ogni categoria: il produttore diventa prodotto, il vicino diventa lontano, l’uguale diventa diverso, l’alleato diventa nemico.

La risiera di San Sabba, le foibe di Basovizza, l’Elettra che abbiamo visitato oggi, ci insegnano che le idee sono pericolose, che se le contamini diventano ideologie e generano morte, ma se le condividi, se le metti in circolo, generano progresso.

La formula magica che possiamo dire di aver appreso oggi all’ Elettra di Trieste, infatti, non ha nulla a che fare con atomi e molecole, ma consiste di una sola parola: comunità. A Basovizza, alle porte di Trieste, in un’area di confine tale da far registrare sui telefonini alternativamente la rete italiana e quella slovena, abbiamo visitato il centro di ricerca internazionale multidisciplinare di eccellenza, specializzato nella generazione di luce di sincrotrone e laser ad elettroni liberi di alta qualità e nelle sue applicazioni nella scienza dei materiali. Se tale realtà esiste è solo grazie a una comunità di ricercatori. Sono scienziati ed ingegneri provenienti da più di 50 nazioni, che ogni anno competono, attraverso la sottomissione di proposte, per accedere al centro di ricerca ed utilizzare del tempo sulle stazioni sperimentali. Comitati di esperti internazionali selezionano le proposte,  sulla base del puro merito scientifico e dell'impatto potenziale, e assegnano ai vincitori del tempo d'accesso come contributo alla loro ricerca.

La contiguità dell’Elettra, delle foibe e della risiera di San Sabba fa pensare a una sorta di summa del genere umano, del suo passato e di un futuro che, dopo la lezione fuori dall’aula di oggi, avvertiamo ancora più responsabilmente essere nelle nostre mani.

Sappiamo che mentre altri studenti compivano il nostro stesso percorso, vent’anni fa, a pochi chilometri da qui, la follia si scatenava a Srebrenica. Sappiamo che la follia mortifera si è scatenata in un passato molto prossimo a Tikrit. Ma non apprezziamo i sillogismi, soprattutto se son “difettivi”. Per cui, se la premessa maggiore è “ I crimini  sono perpetrati dall’umanità” e  la premessa minore è “Voi siete l’umanità”, la conclusione che rigettiamo con forza è “Voi perpetrerete dei crimini”. La visita a questi luoghi è catartica : serve a riconoscersi come eredi di Prometeo.

Se proprio ci si deve affidare a sillogismi, lo facciamo ispirandoci agli intellettuali sette- ottocenteschi  che completavano il loro percorso di studi con il gran tour e rilanciamo il nostro sillogismo, la cui premessa maggiore è :“Viaggiare allarga la mente”; premessa minore : “Noi viaggiamo” ; ergo: “Noi torneremo tra i banchi di scuola, dopo questo ciclo di lezioni fuori dall’aula, con una mente così  capiente che vi starà dentro tutto il mondo e l’intera umanità ”.

III puntata: Trieste-Basovizza

a cura della IV C del Liceo Scientifico "Da Vinci"

Lettere al giornale

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