Viaggio di istruzione come “lezioni fuori dall’aula”: Milano

04 24 milanoLETTERE AL GIORNALE - In un viaggio d'istruzione l’ “io” si fonde nel “noi”, in quella dimensione che permette a ciascun individuo di confrontare e contemperare le proprie idee, le proprie esigenze, le proprie emozioni, i propri bisogni, con quello altrui.

Si impara, quindi, ad attendere il compagno mentre acquista la calamita che ha promesso alla nonna, a rispettare gli orari di incontro, a rinunciare a quei dieci minuti in più di incanto di fronte agli studi leonardeschi dei tessuti sul panneggio (perché è importante che il gruppo rimanga unito ), ad accogliere la straordinaria diversità di ciascuno (troppo spesso soffocata dall'omologazione delle mode, del linguaggio, del pensiero). Ci si sforza di compiere la non facile operazione di fusione di 80 "io" in un unico " noi" . Non a caso, il terzo giorno di questo ciclo di lezioni fuori dall'aula ha avuto inizio con la parola d'ordine "squadra" nello stadio di San Siro e nell'auditorium dell'orchestra Verdi di Milano.

Le sezioni degli archi, dei legni, degli ottoni e delle percussioni, impegnate nell'esecuzione della sinfonia numero cinque di Mahler, hanno "segnato”, a riguardo, una “rete", preziosa tanto quanto le formazioni delle squadre del Milan e dell'Inter, immaginate a tracciare sul verde di quel campo "spartiti di strategia calcistica". La circolarità degli spogliatoi dei giocatori delle squadre milanesi, così come la perfetta coordinazione dei componenti dell' orchestra guidati dalle mani parlanti del direttore, hanno reso visibile la bellezza dell'essere squadra. E così, proprio in quella che oggi viene considerata la capitale dell'individualismo, studenti e docenti hanno compreso quanto sia importante "suonare bene la propria partita", senza mai dimenticare di essere gruppo, di essere comunità, di essere società.

In seguito, il Castello sforzesco, visitato all'esterno, e il Duomo con le guglie elevate al cielo, simboli rispettivamente del potere temporale e spirituale, ci hanno visti ancora una volta insieme, affascinati dalla monumentalità del primo e dell'imponenza gotica del secondo, e quasi dimentichi della folla circostante. Passando, poi, attraverso la Galleria Vittorio Emanuele II,  piazza della Scala e via Montenapoleone, il gruppo si è ritrovato ancora in piazza Duomo nei pressi del Palazzo Reale, dove studenti di un liceo intitolato a Leonardo da Vinci non potevano farsi sfuggire l’occasione di partecipare alla più grande esposizione dedicata al genio vinciano che sia stata realizzata in Italia dal 1939. Ci è stata offerta l’occasione unica di "vedere" la poesia di Leonardo Da Vinci: il San Giovanni Battista, la piccola Annunciazione, la Belle Ferronière (provenienti dal Louvre), il San Girolamo, la Madonna Dreyfus, il Musico, la Scapiliata, l’Uomo Vitruviano.

Leonardo fece del disegno a penna e inchiostro uno strumento di descrizione e decrittazione della natura, strumento di speculazione scientifica oltre che di creazione artistica. Un mezzo con cui, nelle raffigurazioni dei personaggi, fa trasparire gli aspetti psicologici e le qualità morali dalle caratteristiche esteriori, non limitandosi a fornire una descrizione meccanica ed epidermica dell’uomo e delle sue proporzioni, ma arrivando a mostrare il moto della loro mente.

Sarà con una punta di orgoglio che un domani potremo dire “Io c’ero”, perché ammirare 225 opere (dipinti, sculture, incunaboli, codici originali, disegni e documenti autografi provenienti dai maggiori musei e biblioteche del mondo) esposte tutte insieme in un confronto assai suggestivo tra trattamento pittorico della scultura e valenza tridimensionale della pittura , trasforma un viaggio di istruzione in un evento irripetibile. 

 

III puntata: Milano

classi seconde del Liceo Scientifico e delle Scienze Umane

IIS "Da Vinci - Galilei" di Noci

Lettere al giornale

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