“Ed elli avea del cul fatto trombetta”

LETTERE AL GIORNALE - "Perché mi serve un nemico?" chiese Paperone a Rockerduck. Il mio è la pigrizia che combatto affinché non prenda il sopravvento. È una dura lotta che mi vede ora perdente ora vittoriosa. Probabilmente ognuno ha il proprio nemico personale. E poi abbiamo nemici comuni che ancora oggi, nonostante i numerosi contributi che arrivano da più parti, facciamo fatica a vedere o peggio ancora li vediamo ovunque. Siamo tutti in casa con le porte aperte sul Web.

Sui social tutti invitano al rispetto delle misure di sicurezza, e fin qui va bene. Sui social c’è anche una chiara posizione che indaga sull’altro, sui comportamenti dell’altro. Circolano video, messaggi vocali che sono un chiaro invito ad alzare muri a condannare a denunciare le azioni dell’altro. È un momento che ci coglie impreparati ma spesso mette in luce una verità di noi stessi non sempre edificante. E in un tempo di condanna ai social, oggi ci ritroviamo a ringraziarli. Da casa possiamo fare tutto o quasi. Questa finestra ci permette di cogliere suggerimenti e modalità di gestione di questo tempo a casa che ci vede nell’isolamento ma anche nelle comunità.

Mara, una mia alunna, ha vissuto una straordinaria esperienza: la nascita di due vitellini: Cordina e Bella Fener. Che meraviglioso evento è la nascita. Da casa, con il suo aiuto, stiamo seguendo la crescita di questi due animali e ci ha sorpreso vederli già grandi, abituati come siamo a riconoscere solo cuccioli di cane o di gatto. Adesso stiamo descrivendo, ci stiamo ponendo domande e stiamo immaginando storie che vedono i due animali intenti a scoprire il mondo.

Dodi, un alunno, ha collocato Cordina in Paradiso, per via del cielo bianco che le fa da sfondo in una foto. Questo è un esempio di come si possa moltiplicare la gioia. È bello cogliere le buone notizie che la piazza virtuale ci offre. Come la proposta della pizzeria San Bernardo del mio amico Francesco Di Bari che ha distribuito ai cittadini impasti di pizza da fare a casa con porzioni di ingredienti per farcirle. Anche questo, a mio parere, è un moltiplicare la gioia. È moltiplicare la gioia un video che ha condiviso il lupetto

Anastasio in cui ci fa vedere che è possibile stare a casa divertendosi. E chissà quante altre buone notizie ci sono. In questi giorni, avrei dovuto presentare Dante ai miei alunni, per farli arrivare preparati al “Dantedì”, fissato per il 25 marzo. E Dodi con questa idea che ha del Paradiso me lo ha ricordato. Avevo già proposto loro la canzone “La chiave” di Caparezza, perché cita Caronte che va verso l’inferno. Parto da ciò che è più facile conoscere per avviarli alla scoperta e alla sistematizzazione del sapere. Dante oggi ci viene in soccorso. La divina commedia è un poema sulla libertà, sul libero arbitrio, sulla felicità che è dell’uomo come sosteneva il tomismo, interpretando Aristotele. È una proposta di percorso per raggiungere la felicità, attraverso la ragione e non senza la ragione. Certo lui adotta il contrappasso che mette a disagio, ma per fortuna oggi, per chi è credente, c’è la misericordia. Quindi possiamo continuare a tendere verso pur consapevoli della nostra fragilità. È nelle mani dell’uomo la scelta. Così come è dell’uomo la felicità.

Nella pedagogia scout c’è un aspetto che reputo attuale e vincete “l’autoeducazione”. Un educatore non dice al ragazzo quello che deve fare, ma predispone, crea le condizioni affinché il ragazzo possa essere protagonista responsabile della propria formazione e possa scoprire che “il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri” Robert Baden-Powell. Solo quando la scelta è personale conserva la forza della difesa. Per tornare a Dante lui indica 4 modi di lettura: quello letterale che vede i giovani e ha visto noi in passato impegnati con le noiose parafrasi; quello allegorico sul quale vorrei soffermarmi, quello morale che è legato agli insegnamenti e quello anagogico che lascio agli esperti.

Di insegnamenti morali i social in questi giorni hanno creato, senza nessun impegno, un vero e proprio contest. Il significato allegorico, invece, richiede una lettura più profonda, contempla un’esperienza creativa che diventa allegorica se condivisa, ma bisogna pur partire. Immaginatevi questo corona virus, ovviamente nell’inferno, che prova ad emergere e un esercito di uomini e donne con l’intento di contrastarlo, diffondendo “il virus della gioia” - definizione non mia ma della mia amica Novella Putignano- come stanno facendo Mara, Francesco Di Bari e il lupetto Anastasio. Loro avanzano a ritmo di gioia e come Barbariccia nel ventunesimo canto, verso 139, “ed elli avea del cul fatto trombetta” - per segnare il tempo - costringono il corona virus ad annegare nella pece. E tutti noi a urlare con il verso di Caparezza “Sono sopravvissuto al bosco”.

Dora Intini

Lettere al giornale

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