Vito Plantone: "Andrà tutto bene"

plantone vito segretario pd2COMUNICATO - Ci sentivamo invincibili. Pensavamo che il mondo fosse controllabile semplicemente dal nostro salotto di casa e tenendo tra le nostre mani l’ultimo modello di iphone. Ci sentivamo in diritto di giudicare chi scappava da guerre, malattie, persecuzioni e di non consentirgli un approdo. Avevamo le nostre polemiche quotidiane, la politica dei piccoli fatti, le piccole questioni di ogni giorno: quota cento, reddito di cittadinanza, ecc. Ritenevamo che ormai fosse sufficiente socializzare via facebook, whatsapp, ecc. Pensavamo che l’economia e la finanza fossero inarrestabili, che dominassero le nostre vite, e che fosse impossibile bloccare tutto per un attimo, un secondo, un momento soltanto.

Eravamo così prima di questa epidemia, o meglio, ormai, di questa pandemia. E forse non lo saremo più.
Non eravamo preparati ed oggi, invece, ci ritroviamo catapultati d’incanto in uno di quei disaster movie che ritenevamo totalmente irreali. Braccati, rinchiusi, costretti a stare lontani, a videochiamarci, a sentirci più spesso per accertarci che sì “tutto sta andando bene” e che “finirà presto”. Ci risveglieremo all’alba di un nuovo giorno, scendendo per le strade a festeggiare…

Pensate un po', eravamo così convinti che isolarci nei nostri piccoli mondi fosse sufficiente, che di tanto individualismo avevamo quasi fatto un culto. Eravamo alla ricerca di un “io” introvabile ed oggi, invece, abbiamo trovato piuttosto solitudine, lontananza, mancanza. Avevamo fatto esplodere tutto il nostro “odio” nei confronti degli altri proprio perché la lontananza, l’isolamento, credevamo ci autorizzassero a farlo gratuitamente. Non avevamo bisogno degli altri e quindi non avevamo bisogno della loro comunanza.
“Andrà tutto bene!!” Sì, ne sono convinto. Ma mi chiedo anche da dove ripartiremo. Se dimenticheremo presto tutto questo o ne faremo tesoro. Se avremo ancora voglia di affrontare tutto nello stesso modo o se tutto cambierà.
Oggi, dopo pochi giorni di isolamento forzato, abbiamo bisogno di radio a palla nelle case, di cantare dal balcone, di fare rumore per farci sentire e soprattutto per percepire che oltre il muro delle nostre case c’è ancora vita. Il bisogno di quella stessa umanità che prima volevamo allontanare, che cercavamo di surrogare con mille e mille ritrovati tecnologici o, addirittura, di separare con nuovi muri da costruire.
Avremo tempo, in questi giorni, di guardare un po' indietro. Siamo stati costretti a fermare tutto. A bloccarci per un attimo. E forse questo tempo andrebbe impiegato anche per guardarci dentro oltre che indietro. Valutare, ad esempio, se siamo sempre stati buoni cittadini, buoni interpreti del nostro tempo, buoni lavoratori e, soprattutto, ottimi compagni di viaggio per chi ci viveva accanto.
Ora che i nostri sogni sono sospesi e non sappiamo ancora per quanto, le nostre ambizioni si sono fermate di fronte alla ineludibile salvaguardia del valore della vita umana, la nostra battaglia quotidiana si chiama “serenità”.

La serenità, sì, perché questa battaglia si vince stando sereni, tranquillizzando il nostro animo e quello degli altri, non avendo paura, pensando ai nostri cari e stando a casa. Eppure, eppure, sembra così tanto difficile, tanto complicato. Forse perché avevamo smesso di essere sereni da tempo, sfogando le nostre frustrazioni con gli altri e pensando che proprio gli altri (i colleghi di lavoro, gli amici, la nostra comunità, la nostra nazione) fossero gli unici responsabili delle nostre angosce. Invece oggi, che li abbiamo persi, che sono lontani, che non possiamo sentirli vicini, li cerchiamo, li vogliamo, abbiamo bisogno di loro. Ci saranno ancora, ma per tornare ad abbracciarli servirà tranquillità, serenità ed intelligenza.

“ANDRÀ TUTTO BENE!!!”
Ne sono convinto, ed andrà anche meglio se sapremo fare tesoro delle emozioni e sensazioni che viviamo e che continueremo a vivere in questi giorni.

“ANDRÀ TUTTO BENE!!!”
Ne sono convinto, ma ricordiamocene anche tra qualche tempo e quando questa pandemia sarà terminata. Più lunghe e durature saranno le conseguenze economiche e sociali di quello che sta accadendo. Per questo, quindi, avremo bisogno di ripetercelo ancora, ancora e ancora come comunità, come paese. Chi ne pagherà il conto più salato (e come sempre saranno gli ultimi) avrà bisogno di noi e di un urlo gridato a più e più voci: “Sì, ANDRA’ TUTTO BENE!!”
Avremo bisogno allora di tutta la nostra serenità, responsabilità e soprattutto della nostra umanità.

Esercitiamoci in questi gironi.
STIAMO A CASA!
Vito Plantone
Segretario Circolo PD di Noci

Lettere al giornale

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