Lettera aperta al presidente dell’Opera Pia A.M. Sgobba

ricovero-sgobbaRiceviamo e pubblichiamo - Gentile Presidente, in qualità di rappresentante del Comitato dei Parenti-Ospiti della Casa di Riposo regolarmente costituito sono costretta a scriverle, quest’ultima volta pubblicamente dopo tanti mesi in cui, tra richieste formali e informali di incontro, nulla è accaduto.

In tanti anni, e dietro forti pressioni dei parenti, è stata organizzata una sola riunione, ben tre anni fa, i cui suggerimenti, indicazioni e promesse, che emersero allora, sono rimaste lettera morta. Nel frattempo, il Comitato, ad opera di parenti-volontari, si è dato da fare, a spese proprie, nell’organizzare momenti festosi e gioiosi per gli ospiti i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti, a cui però non tutto il personale presente ha preso parte.

Sgombro subito il campo dal timore che io faccia di tutta l’erba un fascio: tra le operatrici ci sono differenze di umanità e professionalità, di cui tutti i parenti che frequentanola Casadi Riposo sanno, cosa che però unita alla mancanza di regole etiche di comportamento delle stesse produce il risultato di rendere vano il lavoro delle Suore, che pur si dedicano con grande dedizione e sensibilità. 

Sono successi in questi anni vari episodi, anche gravi, gestiti con superficialità da parte della Commissione, che ha agito in mancanza di una “carta dei servizi” e dando spazio ai giochini da retrobottega che alcune operatrici adottano a scapito di tuttala Casadi Riposo.

Mi riservo di portare a conoscenza del Sindaco un dossier dettagliato su tutto quanto osservato, che Lei nella condizione di “ostaggio” del personale, ha sempre indotto tutti a minimizzare o a sottacere.

Inoltre, in tutte le Case di Riposo si dà la possibilità al volontariato di svolgere attività di socializzazione e intrattenimento. Il volontariato ha fatto e può fare molto, oltre a essere un occhio attento e vigile all’interno della struttura in cui opera, sempre con spirito di collaborazione. Forse proprio per questo, per la sottoscritta, venuta meno qualche giorno fa la condizione di “parente dell’ospite” dopo la perdita della congiunta, alla richiesta di poter continuare a fare volontariato la risposta solerte e velocissima è stata: «no grazie».

Richiamo qui le autorità e le istituzioni a valutare se non sia il caso che la politica faccia un passo “in avanti” nella gestione della Casa di Riposo Sgobba, rendendola al passo con i tempi e all’altezza del compito socio-assistenziale a cui è chiamata, attraverso criteri chiari e trasparenti. Esistono precise norme che fissano requisiti, standard di sicurezza, rapporto fra anziani ospitati e operatori; norme che devono essere rispettate, da tutti!

L’invito è a guardare anche alla qualità della vita degli ospiti che, attualmente, trascorrono il loro tempo guardando un muro bianco davanti, e non pensare solo alla “famosa” Casa di Riposo in costruzione da 30 anni e che ancora non vede la fine.

Loro, gli “Anziani” a cui vogliamo bene, sono lì già adesso!

Noci, 28 febbraio 2012                                                                         Angela Lobefaro

Lettere al giornale

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