Lettera aperta al Sindaco 'se le auto impediscono l'uso degli scivoli'

05-09-foto-su-scivoliRiceviamo e pubblichiamo - E’ successo la sera di mercoledì 25 aprile, ma può succedere in qualsiasi altro giorno. Sera di un giorno di festa, bel tempo, gente in giro, due famiglie ognuna con un bambino portatore di handicap in carrozzina a passeggio su Via Vittorio Emanuele verso Via Cavour. Marciapiede largo giusto per una passeggiata in sicurezza, ma, come purtroppo troppo spesso accade, la passeggiata si blocca davanti a una vettura posteggiata dal ”galantuomo” o “gentildonna” di turno tra un marciapiede e l’altro impedendo l’uso degli scivoli. (foto di repertorio)

Il bambino con la carrozzina a spinta viene aiutato dai genitori a superare l’ostacolo e passare sull’altro marciapiede. L’altro bambino dotato di carrozzina con motore elettrico è costretto a tornare indietro fino allo scivolo che aveva utilizzato per salire sul marciapiede, scendere sulla strada e percorrerla, insieme con le macchine, sotto lo sguardo preoccupato e rassegnato dei genitori nel tentativo di risalire sul marciapiede da un altro scivolo.

Poco prima di assistere a questa scena, all’altezza dell’incrocio tra Via Cavour e Via Pentimi, stessa situazione: altri “galantuomini” o “gentildonne” avevano posteggiato le loro macchine sulla stradina, regolarmente davanti allo scivolo, e un altro/a sul marciapiede usando lo scivolo come rampa di accesso e sosta. Mentre scansavo questi ostacoli è passata la macchina dei Vigili Urbani con un vigile a bordo al quale, a gesti, ho fatto notare la situazione, il vigile ha rallentato, ha guardato e poi ha proseguito probabilmente ritenendo quell’indecenza non meritevole della sua attenzione. O perché assuefatto a una situazione che vede quei marciapiedi e quelle stradine sempre occupati da macchine in ogni ora del giorno e della notte, sempre le stesse macchine, sempre davanti agli stessi portoni o esercizi commerciali, senza alcun rispetto verso chi va a piedi.

Situazione peraltro più volte segnalata sia a Lei, caro Sindaco, che alle autorità di vigilanza e non solo da me. Mi viene da pensare che non usando camminare per il Paese se non durante le processioni e gli eventi turistico culinari a Lei tanto cari non riesca rendersi conto del disagio di chi, normodotato o no, affronta quotidianamente queste situazioni.

E’ chiaro che i primi responsabili siamo noi automobilisti che viaggiamo controsenso, parcheggiamo ovunque: sui marciapiedi, sulle strisce pedonali, sugli scivoli, nelle aree riservate, davanti ai passi carrai, di traverso, dritto, sottosopra, in prossimità di scale pubbliche e private, sugli incroci meglio se con semaforo (come i VV. UU. ben sanno perché ne hanno uno sotto gli occhi), riduciamo a senso unico le strade a doppio senso. Ah! forse Lei non lo sa ancora: a Noci il giallo è uguale al verde e il rosso è un velato consiglio, per non parlare poi delle strisce pedonali interpretate, quando visibili, solo come decoro urbano e in maniera particolare davanti alle scuole ma, per carità, solo dopo che abbiamo fatto scendere dalla macchina i nostri figli, e i telefonini sempre incollati alle orecchie, ma questo, forse,  lo sa anche Lei.

Va bene è una questione di educazione, ma, se mi permette, l’educazione nella Società cosi come nella Famiglia cresce con l’esempio, con la guida e il controllo. A Noci mancano da tempo e il traffico, la sua gestione, il suo controllo e le discutibili se non scellerate scelte del recente passato (vedi pista ciclabile impraticata e spesso impraticabile) ne sono un mortificante esempio.

Per tornare all’inizio Le dico che mi sono fermato a parlare con quei genitori. Non li conoscevo, erano forestieri venuti a trascorrere una giornata a Noci. Ho chiesto loro scusa per quell’assurdo disagio e ho manifestato la mia vergogna per quel diritto negato a una passeggiata tranquilla.

Signor Sindaco lo faccia anche Lei! Come primo cittadino chieda scusa e si vergogni per tutte le volte che una persona con difficoltà motorie, anche lievi o transitorie, o una mamma che spinge il passeggino, o chiunque vada a piedi vede negato il diritto a muoversi liberamente.

Chieda scusa e si vergogni per i posteggi riservati occupati da chi non ne ha diritto, per i marciapiedi ridotti a parcheggi, per i cassonetti inutilizzabili perché nascosti da file di macchine, per i marciapiedi che progettisti disattenti hanno lasciato senza scivoli e per tutte le condizioni di disagio a pedoni e automobilisti che potrebbero essere evitati o quanto meno ridotti con po’ più di attenzione e controllo.

Un suggerimento: se proprio non può fare diversamente faccia venire più spesso le troupes televisive (Sereno Variabile), almeno in quelle circostanze potremo vedere, ad esempio, Piazza Plebiscito ipocritamente libera da macchine nella veste di “salotto della Cittadina” come disse Bevilacqua nel suo servizio.

Distinti saluti.                                                                                                        Felice Amatulli

Lettere al giornale

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