Novità o sabbie mobili?

logo-arcipelagoRiceviamo e pubblichiamo - Com’è nel nostro stile abbiamo voluto preparare queste brevi note in modo da offrire degli spunti alla discussione politica, che ci sembra non riesca ad annodare i fili delle varie riflessioni ed analisi per approdare a qualcosa di definito e condiviso.

Così accade che quando sembra, a caldo, che ci si stia orientando verso qualcosa di nuovo e di nostro, nel senso delle persone che quelle discussioni animano, verifichiamo, a freddo, che in realtà ci si sta muovendo come in una sorta di pantano, di sabbie mobili. Intendiamo dire che ogni volta che ci disponiamo ad agire e pensare per cercare nostre ragioni d’ impegno, nostri obiettivi da conseguire, ecco che ci sentiamo risucchiati come in un vortice che intrappola le nostre energie e le nostre idee. E allora…”ma non ci sono i tempi tecnici”.. “le ragioni dell’unità devono prevalere su quelle della divisione”.. “dobbiamo lasciare ampi spazi ai giovani e alle donne nelle nostre liste”, e via proseguendo con queste amenità a buon mercato. E siccome sono a buon mercato, le trovi su tutte le piazze: a destra come a sinistra, passando per i vari centri e periferie. Tra queste ne segnaliamo una di parte: “ Il centro –destra si sta sbriciolando, questa è l’occasione buona per vincere la competizione”. “ A prescindere”. A prescindere da qualsiasi riferimento storico-culturale, da qualsivoglia profilo politico progettuale, anche da semplici accenni ad auspicabili, innovativi modelli di sviluppo economico-sociale. Così, dentro una sciapa insalata di parole, di buoni propositi, di stagionali apparentamenti, ci accingiamo ad allestire i carri verso il paese dei balocchi; dove tutto è alla portata di tutti, dove non viene posto nessun limite alla crapula e gli interessi sono definiti sul modello di dinamici gruppi di pressione, capaci di arrotondare tutte le differenze con profferte di doni soporiferi o afrodisiaci . Divagazioni, direte. E’ vero, però ci servono per vivere con un po’ di leggerezza situazioni che altrimenti ci lascerebbero eccessivamente pensosi. Per esempio leggendo due passaggi dell’ultimo comunicato stampa di Pd e Sel ”costituiti in coalizione politica e amministrativa ..”, .. “le primarie aperte a tutte le forze moderate e progressiste..”, ci siamo detti subito che questa è una notizia, una buona notizia. Perché va nella direzione di una grande ambizione politico-culturale: quella di aggregare strutturalmente intorno ad un programma-manifesto quella parte di società che si colloca nell’area democratico-progressista. Ma questo è da farsi, da costruirsi nella società e con la società. Non a prescindere, mettendo insieme simboli e vessilli immaginando di poterli brandire seduttivamente o minacciosamente nei confronti di chi è considerato pregiudizialmente più debole e ininfluente. Per questo abbiamo pensato ad una convention dei democratici-progressisti come momento generatore di coerenti coalizioni e programmi condivisi, ma anche come spartiacque antropologico rispetto al tempo del camaleontismo e gattopardismo. Quindi le primarie come suggello di un percorso per la designazione a responsabilità istituzionali di personalità che per le loro biografie, per le loro qualità umane ed intellettuali, siano considerate credibili ed affidabili per la realizzazione di un programma dei riformisti-progressisti . Non..”delle forze moderate e progressiste”. Perché il connubio fra moderati e progressisti è un ossimoro , una contraddizione, un pateracchio, un melting pot paralizzante. E’ sufficiente pensare a Berlusconi e Casini, passando per Alfano, Santanchè, La Russa e soci, fino a li rami bassi di Mezzapesa e compagnia, che da sempre vanno affannandosi per costruire un ‘centro di gravità permanente’ per le forze moderate italiane e locali. Ma non bastano loro? Noi c’entriamo qualcosa?

Lettere al giornale

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