Riflessioni sulla caccia

11-29-lettera-sulla-cacciaLETTERE AL GIORNALE - Puntuale, come ogni anno, anche in questo autunno, sono tornati a popolare le nostre terre gli eroici cacciatori. Gioiosi e mattinieri, rompono la noia delle nostre terre nebbiose, smuovono un pò la calma e la tristezza dei muretti a secco, saltando da un campo all'altro.

Sfidano a volte, stoici, il riposino pomeridiano della domenica, dopo il meritato ragù. I protagonisti dell'arte venatoria di casa nostra , fieri della maschia virilità del loro fucile, ci difendono dal pericoloso pennuto che osa svolazzare indifferente e sfrontato nei nostri cieli.

Qualcuno, mangia anche l'odioso volatile; che soddisfazione, sfamarsi, dopo aver catturato la preda! Non riuscirò mai a descrivere la mia gratitudine nei confronti dei cari soldatini in mimetica, per le sensazioni belliche del dormiveglia, quando, passando vicini, molto vicini, alla mia abitazione , mi fanno sognare di essere a Beirut o Bengasi ; sembra quasi di sentire il profumo della polvere da sparo bruciata e di vedere il nemico cadere sotto i colpi dell'artiglieria leggera.

Pazienza se qualche volta capita a tiro anche un essere animale protetto o a rischio estinzione. Se sei a rischio estinzione qualche buon motivo ci sarà. Pazienza se capita qualche incidente e qualcuno si fa male. Siamo o no uomini; il rischio è il nostro mestiere. Quanta gioia provo nel trovare nel mio campo quel bossolo, resto di cartuccia, simbolo della superiorità dell'essere umano sull'animale.

Provo anche un pò di invidia nei confronti dell'epico uccellatore. Io non avrei mai tanto coraggio nell'affrontare quaglie, fagiani, le mitiche beccacce e perchè no qualche volpe (mi perdonerete se non conosco i nomi di tutti gli esseri che, grazie al vostro impegno, non proliferano in modo indiscriminato nei nostri cieli) .

No, tanto coraggio lo lascio a loro, al loro codice etico e al loro amore per la natura.

Sentiti ringraziamenti.

Pierfranco

Lettere al giornale

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