La memoria per strada, ovvero... sulla scia del maschilismo

toponomastica-femminileRiceviamo e pubblichiamo - "La memoria per strada ci deve far sentire cittadini delle antiche radici, in grado di apprezzare l'identità cittadina......Un'adeguata toponomastica incentiva la curiosità a conoscere il nostro passato, informa sui protagonisti della storia nazionale o locale, arricchendo il proprio bagaglio culturale per essere cittadini consapevoli" . Così dice il sindaco di Noci Piero Liuzzi a proposito di 30 nuove intitolazioni nei nuovi rioni di periferia.

E proprio dai numeri voglio partire: 30 strade intitolate, di cui 29 a uomini - (come si legge "anche  una donna" nella notizia riportata sul sito del Comune????). Chiunque sa contare sulle dita, si rende subito conto di una ingiusta e scandalosa sproporzione che sancisce di fatto che le parole al maschile del sindaco "...far sentire cittadini...per essere cittadini consapevoli, protagonisti  della storia" non sono casuali, ma corretti se per lui  sono i cittadini maschi ad aver fatto la storia locale e nazionale  ed è giusto che siano conosciuti e ricordati!!! Absit iniuria verbis.

Il nostro sindaco non è il solo nel panorama italiano a pensare, evidentemente, che l'invisibilità delle donne nella toponomastica cittadina dipende dal fatto che non ci siano donne eccellenti in grado di entrare nella odonomastica nocese o nazionale.

Ad un esame delle strade nocesi infatti solo il 3% risulta intitolato a donne (comprese Sante e Madonne)  due punti meno della media italiana, ma sono risultati rivenienti da vecchie intitolazioni e da un vecchia concezione del mondo.

 L'Associazione Culturale Darf già nel febbraio 2012 aveva proposto al sindaco di intitolare 3 strade a 3 donne secondo l' iniziativa condotta in tutta Italia, dal gruppo guidato dalla Prof. Maria Pia Ercolini TOPONOMASTICA FEMMINILE, per arginare  la bassa percentuale di nomi femminili nella toponomastica appunto,  specchio di una storia violata sia nel campo della cultura, della storica e della politica. 

Non sarebbe dispiaciuto a noi cittadine che il sindaco  fosse uscito da quelle operazioni culturali e insieme politiche compiute dagli uomini, che finora hanno sempre deciso chi dovesse essere ricordato e chi no,  e avesse avuto la capacità di cogliere l'importanza di scegliere, sua sponte, senza la sollecitazione di nessuno, nomi femminili, perché la Storia coinvolge tutte e tutti, cittadini e cittadine.

L'automatismo mentale del nostro sindaco e della Giunta, ( in cui lavora una assessora   per una modifica allo Statuto apportato durante la mia Amministrazione e che, a giudicare dalle diatribe che dà a Noci la nomina di una donna in Giunta, deve avere vita difficile) per cui non si pensa nemmeno a un solo nome di donna, porta questa assenza del femminile nei luoghi collettivi del vivere quotidiano. Avevano impegni più gravosi, certo, ma queste intitolazioni sono il segno di quella vecchia volontà, che non vuole richiamare dal passato donne che hanno affrontato studi, ricerche, sacrifici, a costo della vita . Basti per tutte citare in questo elenco lunghissimo: Ipazia di Alessandria o  la veneta Elena Lucrezia Corner Piscopia, la prima donna laureata del mondo, dottore in Filosofia il 25 giugno 1678, o le 21 donne della Costituente, o le 5 che lavorarono nella "Commissione dei 75" per elaborare il progetto di Costituzione italiana, Maria Federici, Nilde Iotti, Teresa Noce, Angela Merlin, Ottavia Penna Buscemi. Cioè quelle Madri della Costituzione che meritano lo stesso rispetto dei Padri della Costituzione, così come Anita merita lo stesso rispetto di Garibaldi, o la Francesca Morvillo lo stesso di Falcone e Borsellino, a cui si intitola una delle strade a Noci. E le mille altre donne, tra cui sindaco e Giunta potevano scegliere, pugliesi, nazionali e oltre.

Siamo nel 2013 e quale migliore occasione, recuperando la visibilità femminile nel tessuto urbano di Noci, di promuovere un momento  di educazione alla cittadinanza? Segnalare che la differenza di genere merita attenzione e cura sarebbe stato  un altro passo verso la consapevolezza e la costruzione democratica del futuro. Sì, perché gli odonimi, non hanno solo una funzione orientativa commemorativa, ma hanno una grande funzione pedagogica: portano al rispetto reciproco e ad una visione nuova, paritaria, della società.  

Queste 30 strade, questa ennesima forma di discriminazione  conferma che per Noci è stata un'occasione mancata.

Speriamo che in futuro giunte comunali attente ad una visione più ampia della storia usino criteri diversi; che al di fuori della retorica delle celebrazioni, tengano conto che se è giusto che ci siano strade e luoghi ed edifici pubblici intitolati a navigatori, esploratori, scrittori, musicisti, pittori, scultori, architetti, fisici, chimici, medici, botanici, e, in tempi più recenti, attori e registi cinematografici , cantanti lirici, fotografi, fumettisti, campioni dello sport e persino fabbricanti di automobili, è giusto e sacrosanto che ci siano navigatrici, esploratrici, scrittrici, musiciste, pittrici, scultrici etc... etc ...etc

Non si tratta tanto di "presenze", ma di far sapere che" una donna ha un valore per se stessa e non solo come moglie, figlia o madre di qualcuno".

Se il sindaco Liuzzi voleva stimolare una cittadinanza attiva, responsabile, partecipe ed inclusiva ha fatto davvero centro ( sic!)

 

P.S. Propongo:

  1. 1.mandare in prefettura una modifica della delibera, (si fa in tempo) e assicurare almeno un terzo delle intitolazioni a donne.
  2. 2.che in futuro le intitolazioni avvengano non con atto deliberativo di Giunta, ma del Consiglio, sentite le proposte delle Scuole in primis ( il luogo della didattica della verità storica) e magari anche della Consulta delle Pari Opportunità e della nuova Consulta delle Associazioni .

 

Prof.ssa  Dott.ssa  Giulia Basile

Lettere al giornale

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