RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - Spett./Le direttore, ho letto le considerazioni del sig. Gianni Palattella inerenti ai marciapiedi e riflettevo positivamente che finalmente ci sono delle persone che si interessano dei lavori pubblici, cosa mai avvenuta finora. Vuol dire che i cittadini stanno cambiando e questo non può che farci piacere perché serve da stimolo per i tecnici e gli amministratori per migliorare il nostro paese. Sono sicuro che anche il sig. Palattella condivida questo.
Esistono le norme ed i consigli di costruzione di dette opere, le quali sono a disposizione di tutti per essere lette (secondo il mio parere anche troppe e discordanti le quali non fanno altro che confondere le applicazioni di queste), ma il tutto deve essere aiutato anche dal buon senso e spiego il perché.
Il sig. Palattella afferma che la norma DM. 6792- del 05/11/2001 “è applicabile solo alle sedi stradali extraurbane e non ad una via del centro urbano così come lo è via Aldo Moro o Piazza Garibaldi “.
Vediamo cosa dice il CAP. 1- DEFINIZIONE E RIFERIMENTI NORMATIVI: “ I criteri di progettazione riguardano gli elementi geometrici dell’asse e della piattaforma delle strade urbane ed extraurbane, affinché la circolazione degli utenti ammessi si svolga con sicurezza e regolarità. Inoltre queste norme non considerano particolari categorie di strade urbane quali ad esempio quelle collocate in zone residenziali, che necessitano di particolari arredi, quali i dispositivi per la limitazione della velocità dei veicoli, ne quelli locali a destinazione particolari. Parimenti esse non riguardano la progettazione geometrica e funzionale delle intersezioni “. Ecco ritengo da questa prima lettura che parla di strade anche urbane e penso che nel nostro caso non ci sono particolari arredi ne dispositivi di limitazione della velocità, o locali a destinazione particolare.
Passiamo all’altro punto, vediamo cosa dice l’art. 2 delle stesso decreto “ Le presenti norme si applicano per la costruzione di nuovi tronchi stradali e per l’adeguamento di tronchi stradali esistenti salva la deroga di cui al comma 2 dell’art.13 del D. L. G. 30 aprile 1992 C.D.S. e successive modificazioni ( D.L. 151 del 27/06/2003 ); la deroga alla norma del comma 1 dove parla di sicurezza della circolazione di tutti gli utenti della strada dice “è consentita solo per specifiche situazioni allorquando particolari condizioni locali, ambientali, paesaggistiche, archeologiche ed economiche non ne consentono il rispetto, sempre che sia assicurata la sicurezza stradale e siano comunque evitati inquinamenti“, sinceramente non vedo nel nostro caso specifiche situazioni e particolari condizioni locali.
Passiamo al DM. 236 del 14/06/1989 al punto 8.2.1- PERCORSI: dice “ il percorso pedonale deve avere una larghezza minima di 90 cm. Ed avere per consentire l’inversione di marcia da parte di una persona su sedia a rotella , allargamenti del percorso da realizzare almeno in piano ogni 10 mt. di sviluppo lineare “.
Al punto 8.1.11 - RAMPE - dice “ La larghezza minima di una rampa deve essere di 90 cm. Per consentire il transito di una persona su sedia a rotella – di 1,50 per consentire l’incrocio di due persone “.
Ecco l’interpretazione e il buon senso, perché utilizzando la larghezza di 90 cm., per consentire di fare inversione di marcia ogni 10 mt. dovremmo sul marciapiede fare degli slarghi di mt. 1,50 cosi come specificata alla voce “ SPAZI DI MANOVRA CON SEDIA A ROTELLA punto 8.0.2 ( rotazione a 360° ) oppure giustamente come recita al punto 8.1.11-RAMPE( può anche essere assimilabile ai marciapiedi ) avere una larghezza di minimo 1,50 per consentire l’incrocio di due persone e poter fare la manovra di rotazione per cambiare direzione, scherzando direi altra alternativa mettere il senso unico sul marciapiede.
Infatti la Regione Lombardia sempre attenta dei problemi sociali aveva già emanato una Legge Regionale 20 Febbraio 1989 n. 6 dove al punto MOBILITA’ E SOSTA URBANA – 2.1.1. PERCORSI PEDONALI: dice “Larghezza minima mt. 1,50 con tratti nei luoghi di maggior traffico, aventi almeno una larghezza di mt. 1,80. In presenza di passaggi obbligati o per restrizioni dei percorsi a causa di lavori in corso, la larghezza potrà essere per brevi tratti di mt. 0,90 “. Altre Regioni si comportarono allo stesso modo fino all’emanazione del DM:n.6792- 05/11/2001, affinché non ci fossero dubbi le guide pratiche per la progettazione delle barriere architettoniche sulla accessibilità urbana alla voce marciapiede dice “ una giusta dimensione per un percorso pedonale è di mt. 1,50 “.
Lei sig. Palattella ritiene fuorviante il riferimento normativo da me citato, le potrei citare in ordine cronologico tutti i principali provvedimenti legislativi ed i più significativi in vigore a cui fare riferimento, dipende dal punto di vista, ma se non guardiamo alla forma ma alla sostanza le cose cambiano, i concetti fondamentali sono che qualsiasi spazio pubblico deve essere fruibile da un utenza ampliata che comprende oltre a tutti noi anche anziani, bambini, persone con disabilità. Le norme hanno la loro importanza per quanto riguarda gli obblighi ed i suggerimenti ma di per sè non sono certamente sufficienti ad ottenere risultati positivi per tutte le situazioni, qui entra in gioco esclusivamente la sensibilità e responsabilità dei tecnici progettisti e anche quella degli amministratori pubblici , è importante ricordare che nella giurisprudenza normale nei casi in cui le leggi Statali e Regionali, trattando gli stessi temi con prescrizioni diverse, dal punto di vista giuridico, prevale la norma più restrittiva cioè quella a maggiore favore dei soggetti tutelati.
Quindi ricapitolando alla fine le soluzioni sono due, o facciamo un marciapiede largo minimo mt.1,50 oppure ogni 10 mt. fare degli slarghi di mt. 1,50, cosa poco probabile.
Altra cosa evidente percorrendo via Aldo Moro è che l’allineamento del marciapiede in discussione rispetto a quello della piazza rientra di circa cm.30, portandolo allo stesso allineamento si sarebbe avuto la larghezza di mt. 1,50. Invito vivamente i cittadini le associazioni dei disabili a farsi una passeggiata su quel marciapiede dove noteranno i vari restringimenti dovuti ai pali della pubblica, gli armadietti stradali, alle sporgenze dei palazzi ed ai paletti di protezione della Banca, dopo fatelo percorrere ad un diversamente abile e vedrete le difficoltà. Per completare, sig, Palattella, essere disabili a Noci è difficile, dato che sono proprio le istituzioni che calpestano i loro diritti, le posso elencare altri casi sulle barriere architettoniche non rispettate, ma mi astengo essendomi dilungato molto. Penso che tutti vogliamo dare il nostro contributo ricordando il diritto di vivere in una comunità civile dove l’ambiente urbano sia accessibile a tutti ricordando che i disabili sono cittadini e come tali vanno rispettati. E' un impegno morale che la società deve iniziare a non mettere più in discussione. Spero di aver contribuito a chiarire alcuni aspetti e vorrei invitare i cittadini e le associazioni dei disabili ad esprimere le loro opinioni.
Felice Notarnicola