Via Moro e il marciapiedi troppo stretto per i disabili

lavori-via-moro-07RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - Spett./le direttore, ancora una volta leggo  le considerazioni del sig. Gianni Palattella, certo abbiamo fatto progressi e camminando insieme forse arriveremo ad una conclusione più realistica, lui rimane sempre dell’opinione che ci sono delle considerazioni fuorvianti perché non si considerano gli aspetti messi in atto dall’intervento di riqualificazione.

 

Certamente è lodevole pensare che il progetto faccia parte di un piano più ampio in vista della futura viabilità pedonale che parte dalla chiesa di San Domenico ed arrivi alla chiesa dei Cappuccini, questa significa avere idee chiare da parte dei tecnici per le future isole pedonali. Il percorso allargato consente un utilizzo ottimale per tutti anche per i disabili che possono fare inversione di marcia comodamente, questo ovviamente non è in discussione, e merita rispetto l’idea del sig. Palattella sulle norme ma ognuno può avere le sue opinioni, secondo il mio parere ci sono altri aspetti da considerare che possono essere condivise o non condivise.

Si ritiene che il marciapiede fatto ex novo quello davanti alla Banca tanto per intenderci sia un buon compromesso in considerazione della problematicità delle interruzioni a causa delle intersezioni  con le altre vie e rispetto alle preesistenti dimensioni ( faccio notare che le dimensioni forse sono leggermente diminuite si vede dall’asfalto rotto, ma potrei anche sbagliarmi ), però c’è un altro aspetto meritevole di riflessione e valutazione ed è quello esplicato da Vito Zito “ i diritti sono uguali per tutti compreso quello di camminare sul lato della strada che si vuole e non su quello che è stato imposto “. Parole giuste perché alla base della Costituzione all’art. 3 recita “ Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese “.

Per quale motivo dobbiamo imporre ai disabili il percorso da fare, e limitare la loro autonomia, sul lato di quel marciapiede ci sono dei locali commerciali – bar – negozi - banca ecc., pensiamo un attimo alla vita quotidiana, una persona normale nel percorrerla può in qualsiasi momento fare inversione di marcia per entrare in un locale mentre un disabile o un genitore con passeggino non può fare rotazione perché manca lo spazio, deve percorrerlo fino all’intersezione di un incrocio e fare inversione in mezzo alla strada (discutibile per la sicurezza ) , come ci sentiremmo noi se siamo costretti a percorrere un corridoio stretto ingabbiati senza poterci girare, certamente grideremmo allo scandalo per le limitazioni imposte, ecco dov’ ‘è la differenza perché noi la vediamo dal nostro punto di vista. Il disabile deve avere gli stesi diritti deve poter percorrere il lato destro o il lato sinistro secondo la propria esigenza come facciamo noi, si pensa al futuro percorso pedonale da San Domenico ai Cappuccini e non si guarda alla realtà di oggi, stiamo spendendo fiumi di parole per cercare di giustificare delle scelte discutibili su dei lavori di RIQUALIFICAZIONE e di ADEGUAMENTO convincendoci che è un buon compromesso. Percorrete i marciapiedi delle strade principali di Noci immaginando come se foste un disabile vedrete che non esiste un percorso normale, sembrano fatti per rendergli la vita difficile, gimcane continue con sbarchi a dir poco discutibili, con rampe non frontali con la pericolosità che ne deriva per immettersi di nuovo sul marciapiede, oppure percorsi senza rampe, abbiamo la presunzione di obbligare i disabili su alcune direttrici basta che ci sia uno scivolo anche se non nel modo giusto e ci sentiamo in pace con la nostra coscienza. Fino a quando chi ha il dovere di “ Fare “ non si troverà realmente, nei panni dei disabili, non si renderà conto di ciò che non ha fatto per loro .

Ribadisco che su via Aldo Moro non ci sono impedimenti tecnici per fare un camminamento a norma, basta rimodulare la piattaforma stradale, tanto come è stata progettata diventa una strada a senso unico senza possibilità di cambiamento lasciando lo spazio per un eventuale auto in sosta e la corsia di marcia, come mai in fase di progetto esecutivo nella riqualificazione della piazza cuore del paese non sono state affrontate certe tematiche con la sensibilità dovuta? Sul tema delle barriere architettoniche non devono esserci compromessi,  gli spazi urbani siano progettati costruiti od adeguati in modo da renderli accessibili ed utilizzabili da tutti senza discriminazioni, alla fine ho allarghiamo il marciapiede oppure facciamo gli slarghi per fare inversione di marcia ogni mt. 10 come dice la norma e non accettare compromessi o deroghe. Come può questo paese accettare di non avere una visione allargata del problema senza una pianificazione , certamente non è pensabile di mettere a norma tutto l’esistente ma almeno incominciamo dai nuovi lavori, ci sono i fondi europei cerchiamo di sfruttarli mettendo a norma tutto il paese visto nell’ottica generale. Osservate gli scivoli su piazza Garibaldi , si vedono le nuove rampe per disabili posizionate non sulla stessa direttrice dei marciapiedi non oggetto di lavori ma sfalsati costringendoli a fare il percorso più lungo sulla corsia stradale in mezzo alle auto per poi riprendere lo stesso percorso, scivoli troppo lontani tra loro, sarebbe stato facile fargli fare la strada più corta . Per non parlare poi del dislivello tra il piano del marciapiede e zone carrabili ad esso adiacenti alti cm. 18-19 mentre la normativa dice minore o uguale a cm. 15 vere trappole per anziani con mobilità motorie ridotte, ma vi sembra logico che una persona già impedita dalla disabilità debba rinunciare a vivere come noi perché le persone preposte alla soluzione non hanno mai pensato di porre fine a questa situazione. Fatevi una passeggiata sulle nuove strade della zona industriale dove sono stati costruiti i marciapiede tutti senza scivoli per i disabili calpestando tutte le norme ed altro, perché nessuno ne parla, certamente qualcuno si giustificherà dicendo che i disabili non devono andare su quelle strade ma sappiamo che ci sono quelli che lavorano in alcune aziende. Dobbiamo fermarci un attimo per colmare le lacune dovremmo fare dei convegni non solo sulle città smart-city ma anche quelle sulle barriere architettoniche per sensibilizzare cittadini, tecnici e politici.

Un'altra considerazione da fare è di natura giuridica, il non rispetto delle norme anche in modo parziale può essere motivo di contenzioso con il comune per agire in giudizio da parte dei singoli disabili e delle associazioni che li rappresentano per comportamenti discriminatori e limitazioni con richiesta di ripristino e di danno ( Legge 1 marzo 2006 n. 67 – Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazione ). 

Per concludere, non dobbiamo avere tecnici , politici e partiti da difendere o giustificare ma solo i diritti dei cittadini e dei disabili, camminare insieme significa denunciare insieme .

Felice Notarnicola

 

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