Piazza del Popolo per la ''Costituzione'' con Arcipelago Meridiano

logo-arcipelagoNOCI (Bari) - Era previsto pioggia, invece c'è stato il sole. Un sole che, dalla terrazza del Pincio di villa Borghese, passando per l'obelisco di Ramses, fino al palco di Landini, Rodotà, Zagrebelski, don Ciotti e altri, rendeva più riconoscibili e caldi i colori della Fiom, dell'Arci, di Libera, di tutta la cittadinanza attiva italiana da Lampedusa a Domodossola.

Si respirava il clima dei grandi appuntamenti che la Storia sa accordare, quando avverte che le passioni che suscita la politica assumono le sembianze del progetto intelligente che apre alla speranza di cambiamenti profondi. Nel solco della via maestra che i protagonisti della lotta al nazifascismo hanno saputo tracciare con la Costituzione, baluardo invalicabile contro derive autoritarie e populiste, guida sicura per l' attività legislativa delle nostre Istituzioni rappresentative. Dalla sovranità egualitaria dei cittadini, preclusa dall'attuale legge elettorale, al diritto al lavoro, allo studio, alla salute, alla tutela del nostro bellissimo quanto fragile territorio. La nostra rivoluzione passa attraverso l'attuazione della nostra Costituzione, ha affermato Landini. Per questo straordinario obiettivo ciascuno deve sentirsi protagonista, a partire dai propri comportamenti e dalla propria realtà, come nel nostro caso dove  tanto è già accaduto. Nel periodo in cui imperversava la tormenta delle primarie per la candidatura a sindaco per il centrosinistra, avevamo colto nella partecipazione ampia al voto un orientamento, una tendenza che avrebbe anticipato uno dei temi politicamente più rilevanti della presente temperie politica: lo smottamento dell’area berlusconiana e sue implicazioni sulla riaggregazione della rappresentanza istituzionale. Da questo punto di vista, Noci si è, in anticipo, costituito come laboratorio in cui si  sono andate sperimentando soluzioni che stanno disegnando nuovi e auspicabili, promettenti scenari. La maggioranza che si è venuta formando a seguito dei risultati elettorali rappresenta il naturale approdo di formazioni politico-culturali che, al di là dei relativi simboli di provenienza, rappresentano il profilo più credibile e coerente di una interpretazione del ruolo delle istituzioni pubbliche, di una concezione della politica, che è indubbiamente maggioritaria nella nostra realtà. Non va sottovalutato o, peggio, banalizzato quanto accaduto per giungere alla giunta Nisi-Morea. Sono loro i veri protagonisti ai quali va riconosciuto il merito di aver realizzato a livello amministrativo un disegno che potremmo definire storico:su un versante, per aver reso quantitativamente valutabile quella componente ”partitica” che si pone in termini di sudditanza, pronazione rispetto ai feudatari del potere (anche quando assume le mostruose forme dell’illegalità sistemica,dell’eversione istituzionale, del crimine organizzato); sul versante più propriamente politico, per aver annichilito una presenza che ambisce legittimamente ad accreditarsi quale riferimento di quanti vivono la fase con la passione e l’aspettativa che accompagnano i grandi cambiamenti. I morsi della crisi economica che vive il paese si fanno sentire soprattutto presso la popolazione meridionale, rendendo chimerica l’aspettativa di un lavoro per quattro giovani su cinque e provocando grande inquietudine sociale. La rabbia di tanti per questa situazione, le sfuriate di quanti vorrebbero cambiarla, i discorsi di quelli che si sforzano di interpretarla, diventino materia per la costruzione di un nostro pensiero politico, di una cultura che sappia aprirsi una propria via a un nuovo modello di sviluppo, collocandosi nel solco de “ La Costituzione: la via maestra”.

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