Mi ritrovo, quasi a sorpresa, e certamente fuori… immagine

foto-dino-tinelli-bnMi ritrovo, quasi a sorpresa, e certamente fuori… immagine, (per come Vito Miccolis ha ripreso ciò che disperatamente, ma anche per… fortuna, si è ritrovato solo brutto, nonostante la sua bravura di fotografo, “mai sufficientemente lodata”) alle prese con un giornale e con la comunicazione pubblica, come cosa pubblica e materia comune certa, che trovano spazio sui byte di Noci 24.

Si tratta, in effetti, di due esercizi di ospitalità. La prima è del “giornale locale” nei confronti di chi resta senza parola (e lo diventiamo subito tutti) dovendole subire tutte, dai mezzi di comunicazione e dal diffusivissimo partecipazionismo mediatico, in quanto dotati tutti (o quasi) di messaggeria e fotorappresentazione, la seconda, pericolosissima,  è quella esercitata dal bravo Beppe Novembre nell’ospitare il suo nemico. Ovvero l’idea stessa che a nessuno possa essere concesso di rappresentare o di incidere nella opinione pubblica senza che questa subisca il destino che le compete, quello di… passare, appena proferita, o di fermarsi indistintamente dove l’attrattività del potere si manifesti, resistendo inopinatamente alla necessità che questa stessa opinione, diventata cognizione e sapienza, imponga da una lato continui esercizi di coerenza e dall’altra la necessità che “tutti gli esercizi di coerenza” si traducano in pratiche concrete in grado di mitigare le nostre difficoltà e contribuire a costruire relazioni sociali efficaci.

Verrebbe da chiedersi a questo punto… “chi ospita chi?” Ovvero siamo veramente in grado di ospitare… l’”ospite ingrato sopravveniente?” O dobbiamo ricorrere, come ricorriamo troppo di frequente alla sapienza intervalliva del detto, che sempre con un tempismo eccezionale ci ricorda che la puzza dell’ospite comincia a… cominciare dopo i fatidici tre giorni?

Non resisteremo alla forza puntuale del detto già adesso, invece! O l’ospite è per sempre o la puzza è già diffusa!!! E nessuno scampo concede, nessuna linea di fuga ci lascia!!! E per la nostra comunità di Occidente il tramonto è cominciato già dall’alba!!!

Qui, dunque, per questo si fanno i conti. O questo blog diventa anche solo la espressione di una persona, ma che venga interamente accolta, fino alle più minute esigenza espressive (vedi il corsivo e le titolazioni ad es.) o che è lo stesso, il portare fino in fondo, anche un solo argomento, per come questo è inciso nella nostra materia umana comune, con il contributo di tanti, (paradigma certissimo della totalità dei nostri interessi comuni)  sarà la prova del passaggio dall’opinione alla scienza, dalla considerazione al giudizio, dalla espressione breve alla necessità del “discorso lungo”. In modo che questa ferita perennemente aperta del contribuire alla coerenza delle nostre intenzioni e delle nostre conoscenze sia corrispondente alla cura che la partecipazione di tanti potrà esercitare.

In questo modo un obiettivo pratico è già raggiunto. Si tratta di tenere presente che la comunicazione o è il senso compiuto del leggere e dell’intendere, dello scrivere e del lasciare segno concreto o non è!!! A nessuno potrà essere concesso, a gratis, il ghirigoro o lo sberleffo, l’inciso ossequioso o l’ espressione ad effetto che non siano pure espressioni della parola, autentici esercizi di… lingua… ma pure non potremo impedire che il… comico non si rintani da qualche parte!

E che in questo modo cultura, ovvero ciò che è la stessa disposizione dei nostri luoghi, imponga il suo dominio è quanto ci attendiamo in vista di quella rifondazione della politica che appare oggi decisiva di fronte alla sua sostanziale scomparsa.

Se, infatti, non riusciamo più a ritenere che una materia comune, quella che riviene direttamente, ancora oggi, dalla salvezza dalla forza degli elementi, o quanto di derivato direttamente ne discende, quali l’incontro tra gli uomini e il concetto di Stato, nessuna iniziativa comune sarà possibile e a nessuna politicità generale saremo obbligati.

A questo decisivo obiettivo concreto dedichiamo, già da subito, questo nostro  sforzo comune e quanto potrà derivarne, nella necessità di riconoscere, sempre più a fondo, e per tutti al mondo, la reciprocità di cultura e comunità.

Leonardo Tinelli

Cultura è comunità

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