Con questo scritto

foto-dino-tinelli-bnCON QUESTO SCRITTO, cari abitanti della Murgia dei due Mari, si dà notizia di due avvenimenti prossimi già in via di realizzazione, nell’ambito della materia etico-politico-culturale nostra e con specificità riferiti alle applicazioni di cultura nei nostri luoghi.  (e che si possa cominciare così uno scritto su un “giornale locale” sarà motivo di introduzione alla gloria per il buon Beppe Novembre!!!)

Si tratta di due pubblicazioni che in qualche modo concretizzano il portato culturale che le nostre comunità sono a partire da quella eccezionale miniera di competenze pratiche individuate secondo scienza e riferite attraverso poesia ne “Il libro dei mestieri” di Vittorio Tinelli. La prima mette in mostra e racconta le operatività del percorso culturale interno e le concretizzazioni esterne, nella nostra comunità, delle iniziative dell’Associazione Culturale “Vittorio Tinelli – Parole e cose nuove”, la seconda riferisce il percorso dalle cose dette alle cose fatte, fino alle cose ancora da dire e da fare, nel PON L1 “Legalità e cittadinanza attiva” organizzato dal Liceo Scientifico di Noci in rete con le Scuole Primarie “Cappuccini” e “Positano” di Noci, le Scuole Medie di primo grado “Parini” di Putignano, “Tinelli” di Alberobello, l’Istituto Professionale Alberghiero di Castellana Grotte e l’Istituto Tecnico Agrario di Locorotondo-Alberobello, e la nostra Associazione.

Il libro dell’Associazione vale quale formula applicativa di quanto coerente sia una associazione tra cittadini: il riferimento costante allo spirito di ricerca e studio praticato in vita da Vittorio Tinelli e la necessità di tenere, insieme a tanti, alla pubblicazione delle sue opere; la costante reciprocizzazione di ogni iniziativa tra i soci: dalla corresponsione di finanziamenti alla condivisione degli atti pratici, alla crescita insieme riguardo alle formule di cultura esercitate; il portare fino alle essenzialità di cultura ogni confronto; il rifiuto di ogni forma di sostegno pubblico; il riferimento costante ai doveri della politica; la difesa permanente della legittimità di ogni tipo di espressione su qualsiasi argomento, con sullo sfondo, piuttosto che al centro, la ripresa delle abilità e del fare pratico e teorico quale elemento portante delle forme di cultura sulle quali si basa la nostra civiltà, elementi sui quali in diverse circostanze di incontro pubblico l’associazione si è spesa.

“Il libro delle cose fatte e delle cose dette”, in qualche modo applica, nella sede degli esercizi di conoscenza, la mole delle sollecitazioni culturali avviate e ne ricava una lettura antropologica e di nuova istituzionalizzazione dei nostri luoghi, attraverso la misura della ricchezza e della superamento della povertà, lo strumento delle origini del lavoro femminile, della riconoscibilità ovunque del bello, delle condizioni di unitarietà e attraversabilità della terra, utili ad una diretta legittimazione di nuovo studio delle nostre potenzialità produttive in grado di rinnovare le forme e le espressioni pratiche della politica.

Questa delle espressioni della politica può sembrare una cosa da poco, invece ormai è il riferimento temporale (intanto che tu hai una necessità… noi politici (!) facciamo in modo che presto (?) sarai soddisfatto secondo le… nostre tempistiche) al quale ogni operatività fa capo. Nessuno attende più nessuno e tutti scappano da qualche parte che non sanno dove sia. Nessuna comunità può reggere questa condizione.

Nello scritto che segue, riferito insieme ai soci dell’Associazione e ai cittadini della Murgia dei due mari… dove è evidente come la necessità del “Consorzio tra i Comuni”, che si chiede, vale quale verifica della capacità dei nostri politici di guardare in grande le nostre prospettive, in accordo alla ampiezza degli orizzonti e alla velocità dei contatti diretti che i nostri giovani esercitano, dimostrandosi sempre capaci quando si danno le giuste opportunità, si cerca di andare alla radice della simbolistica del linguaggio politico a partire dalla necessità che la scrittura sia di nuovo considerata quale un “lasciare segno” assolutamente indispensabile per consentire un futuro che non sia doppio e incerto, ma capace di regolare ogni incertezza e ogni doppiezza condividendole per intero nella comunità!!!

Di modo che il nuovo dire e il nuovo fare sia la possibilità del futuro e la “Murgia dei due Mari” il banco di prova della nuova politica, con nuovi ruoli per la nostra Associazione e per coloro che oltre le invenzioni simbolistiche tra le quale quella del riferimento al laicismo politicista per quanto riguarda l’Ecclesia, o al sindacalismo per quanto attiene all’egemonismo politico, al ricorrere all’indebitamento per successive svalutazioni nel… tempo, per la conferma del prevalente economismo diffuso, ricorrono alla solida affermazione della responsabilità della politica quale decisiva condizione del condividere lo spirito delle comunità e non per poco!

Con la nostra associazione che prende nuove forme, direttamente a sostenere la necessità del rinnovamento della politica sulla base del migliore esercizio culturale. E a tale proposito si tratta di proporre un nuovo commento ai libri Terzo e Quarto dell’Etica Nicomachea a partire dalla insuperata descrizione delle caratterizzazioni umane presenti nel testo e oggi attualissime, nonostante ogni psicologia moderna, se vogliamo che la politica abbia un’anima, ovvero si rivolga completamente a giustificare e a sostenere ogni  riferimento coerente alla nostra dimensione etica che non chiede percorsi di emendazione obbligati e prevedibili, ma una ancora e sempre maggiore attenzione analitica. Chi si offre per questa ricerca?

Tra qualche tempo, dunque, appena le due pubblicazioni saranno disponibili convocheremo i giovani della Murgia dei due Mari e metteremo, con il contributo di chi vorrà, la misura di tutte le cose nelle loro mani, di modo che la politica diventi l’unica umana responsabilità permanente della quale portare degnamente peso.

Cultura è comunità

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