Donna, mamma e casalinga

05 13 mamma e figliaInnanzitutto mi presento. Il mio nome è Rosa, ma in paese mi conoscono come “Rosina”. Era il nome di mia nonna, una donna che ai suoi tempi di speciale aveva la dedizione verso la famiglia. Passione che lei ha trasmesso a mia madre e lei a me, poco più di 50 anni fa.
Ho da poco compiuto 55 anni, e quello che un tempo era considerato “speciale”, oggi viene spesso sottovalutato o talvolta, nei casi peggiori, denigrato.


Oggi l’amore per la famiglia è stato classificato come un mestiere, conosciuto come casalinga. Si, faccio la casalinga. Sebbene io non ami etichettarmi in questo modo, agli altri sembra più opportuno definirmi tale.
Mi è capitato in passato che qualcuno non ritenesse il mio pensiero meritevole di essere ascoltato, perché si tende a pensare, erroneamente, che una casalinga non abbia una cultura e che della vita conosce poche cose, come i mestieri di casa e o i metodi migliori per educare un figlio. Potrebbe anche essere vero, eppure io di questo non me ne sono mai vergognata.
Oggi ho un marito e due figlie e quando le guardo muoversi in mezzo al mondo capisco di aver fatto davvero un buon lavoro. Per quello che faccio ogni giorno, nonostante si tenda a considerarlo un mestiere, non mi spetta alcuna retribuzione e a me va bene così perché le mie figlie e l’orgoglio di cui riempiono i miei giorni per me sono più importanti di qualsiasi somma di denaro.


Sono una mamma e una moglie a tempo pieno e le mie giornate sono tutte fuorché noiose.
Ogni giorno mi sveglio molto presto per preparare la colazione a mio marito che si appresta ad iniziare la sua faticosa giornata di lavoro. Alle 9 del mattino sono già fuori per fare la spesa e poi veloce a casa per preparare il pranzo e iniziare le faccende domestiche. Subito dopo aver pranzato, rimetto in ordine la cucina e nel pomeriggio mi occupo del bucato e di tutte quelle cose che non ho avuto tempo di fare al mattino. Può sembrarvi assurdo, ma anche noi casalinghe avremmo spesso bisogno di giornate più lunghe di 24 ore. Le cose da fare non sono mai poche e, oltre queste, abbiamo un compito fondamentale, un compito che spetta alla maggior parte delle donne, lavoratrici e non. Fare le mamme.


Le mie figlie sono grandi ormai, una di loro ha quasi 30 anni e vive ormai lontana da casa, l’altra invece ne ha 16 e la vedo crescere a vista d’occhio, ogni giorno sembra abbandonare un po’ della sua fanciullezza e assumere l’aspetto di una vera donna. Adoro ascoltarle, amo il modo in cui mi parlano dei loro problemi di natura diversa. Elisabetta, la più grande, mi parla di lavoro, ambizioni e progetti. Elena, la più piccola, mi confida le sue cotte, mi parla di scuola e di amicizie. E la cosa che amo è che, nonostante la loro diversità, il ruolo della mamma sia universale, riesce ad adattarsi a ogni circostanza e ad assumere la forma del perfetto diario segreto per ognuna di loro.
Qualche volta Elisabetta mi chiede scusa per quello che lei considera un “addossarmi” i suoi problemi e io ogni giorno cerco di farle capire che la famiglia è riparo sicuro, il posto in cui non occorre chiedere scusa o indossare maschere di persone felici anche quando felici non ci si sente affatto. Il ruolo vero della famiglia è proprio questo: essere un po’ come acqua nel deserto e raggio di sole nella tempesta.
I tempi sono sicuramente cambiati, si sono evoluti e oggi vedo anche le mie figlie cercare la tanto ambita realizzazione professionale e questo mi rende felice.

Forse oggi una casalinga è il frutto di ambizioni non realizzate, ma io, da parte mia, mi allontano dal pensiero comune. Io sono moglie, mamma e si, sono anche una casalinga, ma amo ciò che faccio, amo occuparmi a tempo pieno della mia famiglia. Non per forza essere una casalinga è il risultato di un possibile fallimento e non necessariamente ne conseguono dei rimpianti e se questo può anche accadere, non è il mio caso.
Essere una casalinga è la mia scelta, consapevole e onorevole, e pertanto anche io, come tutti, merito rispetto.

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