Sindrome dell’intestino irritabile: come risolvere?

intestinoirritabileNUTRIBITES - Crampi, meteorismo, stitichezza, diarrea, perdita di peso immotivata, questi sono alcuni sintomi della sindrome dell’intestino irritabile che possono rendere la vita davvero complicata, fino a indurre a non uscire di casa per paura di dover “correre” in bagno.

I sintomi tipici della sindrome dell’intestino irritabile (IBS), disordine gastrointestinale cronico, colpiscono tra il 7 e il 15% della popolazione e si stima che le persone che ne soffriranno tenderanno ad aumentare.

La diagnosi viene effettuata da un gastroenterologo grazie a particolari criteri e in seguito ad una approfondita ricostruzione dell’anamnesi familiare e patologica, il paziente viene indirizzato presso un biologo nutrizionista, professionista in grado di elaborare un valido percorso dietetico, non finalizzato solo alla perdita di peso ma alla riduzione drastica della sintomatologia.

Chi soffre della sindrome del colon irritabile riferisce di notare, sin da subito un miglioramento dei sintomi escludendo particolari alimenti come latte, latticini, frutta, ortaggi, legumi ecc.

Risulta chiaro però che il piano d’azione deve essere strettamente personalizzato dal momento che, molto spesso ci sono altre patologie concomitanti per non incorrere in carenze nutrizionali.

Talvolta si decide autonomamente di eliminare alcuni cibi per periodi più o meno lunghi però per attuare una soluzione duratura sarebbe opportuno, previa visita gastroenterologica, iniziare un protocollo alimentare molto valido nell’alleviare i sintomi noto come dieta Low Fodmaps (zuccheri oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili). Si tratta di un gruppo di carboidrati che possono essere poco assorbiti dal piccolo intestino, producendo disturbi di variabile intensità.

Nel corso della prima visita si integrano le informazioni necessarie a preparare un piano nutrizionale personalizzato. Si raccolgono, in questa fase, notizie circa le abitudini di vita e comportamentali del paziente. Inoltre, nel corso della visita nutrizionale oltre alla raccolta delle informazioni utili a stilare una dieta, si procede con la raccolta dei dati antropometrici come circonferenza vita, fianchi, peso, determinazione della composizione corporea tramite esame bioimpedenziometrico per poi procedere all’elaborazione di un piano dietetico personalizzato che può prevedere in casi ben definiti, una drastica riduzione di particolari composti accomunati nella sigla FODMAPS.

Tale protocollo dietetico prevede tre fasi:
• fase di eliminazione (con drastica riduzione di tutti gli alimenti potenzialmente dannosi);
• fase di prova (o challenge-test, caratterizzata da un graduale reintegro di ciascun gruppo di alimenti);
• ultima fase (durante la quale si determina la tolleranza alla combinazione dei vari FODMAPS).

Come faccio a sapere se posso seguire una dieta low fodmaps?
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Fonti:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5622700/pdf/nutrients-09-00940.pdf
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4918736/#!po=5.00000

Le informazioni riportate nell’articolo non sostituiscono il parere del proprio medico o nutrizionista, ricorri a specialisti della Nutrizione ed evita il fai da te.

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