Vittorio Tinelli: un profeta della didattica a scintille multiple

blog tommaso turi

 

La figura e l’opera di Vittorio Tinelli (Noci, 24 gennaio 1919 – 24 aprile 1991) è ancora tutta da scoprire, scrivere e approfondire

La figura e l’opera di Vittorio Tinelli (Noci, 24 gennaio 1919 – 24 aprile 1991) è ancora tutta da scoprire, scrivere e approfondire: perciò, molto bene sta facendo l’Associazione Culturale “Vittorio Tinelli”- Paroleecosenuove, animata principalmente e con intelletto cordiale,  dal figlio prof. Leonardo, dalla sua famiglia (prof.ssa Rosa, dott.ssa Barbara e dott. Claudio) e da altri appassionati della “grande cultura locale”,  a pubblicare gli scritti inediti del prof. Vittorio e/o a riproporre alcune opere già pubblicate.

Sabato 19 dicembre 2015, presso il Chiostro delle Clarisse, alla presenza degli attori della nuova opera, del Sindaco di Noci, dott. Domenico Nisi, e dell’Assessore alla Cultura, dott.ssa Lorita Tinelli, è stato presentato l’elegante e accurato libro di Vittorio Tinelli, Indovinelli e problemini per le scuole elementari. Vittorio Tinelli per le generazioni nuove, Stampa Sud, Mottola 2015. “Il libro…dove si tocca la mente” è articolato in tre parti significative: dopo l’esposizione degli indovinelli e dei problemini, vengono rappresentati, a colori, le risposte date dai frequentanti della Scuola dell’infanzia “V.Tinelli” e quelle date, per iscritto, dagli alunni della Scuola elementare “Giovanni XXIII”; ogni parte, inoltre, viene introdotta e sintetizzata da alcune acute e ariose riflessioni del prof. Leonardo Tinelli, che ha condotto “sul campo” l’intera proposta educativa e formativa.

Chi scrive ha conosciuto, molto bene, il prof. Vittorio Tinelli (Laureato in Pedagogia, abilitato all’insegnamento di Storia e Filosofia, “maestro” e, in seguito, “professore” nella Scuola media). Dal 1959 al 1964, infatti, la sua persona è stata sempre presente nell’aula-magna della Scuola elementare “F.Positano” dove il nostro “maestro” Tinelli Giovanni Battista (1927) organizzava “la recita della fine dell’anno”, sceneggiata, sempre, dal grande pittore nocese Mimmo Fiorelli (1939-2015): la presenza di Vittorio s’esplicitava nell’ intrattenere il pubblico (Direttore e Segretario scolastico, autorità civili, militari, ecclesiastiche, genitori e famiglie) con la declamazione tuonante dei suoi versi in dialetto, che, in seguito, traduceva con dovizia di particolari e non come fanno alcuni che s’interessano, in questi ultimi anni di dialetto locale, con macroscopici errori metodologici e linguistici. In seguito, a partire dai primi anni settanta del XX secolo i nostri “incontri dialogici” hanno avuto luogo nella Biblioteca comunale “Mons.A.Amatulli”, diretta dal brillante Vito Liuzzi: qui, in biblioteca, la cifra dialogica era di stampo platonico, come quella, per intenderci, tra Fedro e Socrate. La preparazione culturale e pedagogica, scolastica e antropologica di Vittorio era immensa, soprattutto quando si curvava sulla relazione immanente che c’è  tra “il sapere” e l’”agire” ovvero sulle relazioni tra mente e produzione mentale ovvero  sui mestieri irriducibili  e sui costumi diffusi della popolazione di Noci. Mentre conseguivo i tre titoli accademici (=baccalaureato, specializzazione e dottorato di ricerca) presso la Pontificia Università Lateranense (nella Città del Vaticano) con Vittorio partecipavo alla commissione di studio sul 5° centenario dell’introduzione, a Noci, del culto alla Madonna della Croce (1483-1983): culto che veniva tenuto presente anche quando, insieme a don Pietro Tateo, a Vittorino Curci, a Lucia Sgobba e ad altri “specialisti” facevamo parte della Commissione del “concorso dei presepi in casa”: concorso indetto, quasi sempre, dall’Arciprete don Nicola Novembre. Nell’ultimo decennio è importante segnalare, i nostri colloqui che spaziavano dalla nuova pedagogia di Comenio (1592-1670) al pensiero educativo di Herbart (1776-1841) e via via, fino a quello personalista e comunitario di Maritain (1882-1973).

Dal punto di vista tecnico, gli indovinelli e i problemini per le scuole elementari mettono in luce, soprattutto, il profilo di una didattica a scintille multiple: didattica intesa non solo come arte e scienza dell’insegnamento (=il metodo di Comenio) ma anche come stimolo dell’intelligenza creativa, tesa a coniugare la poesia del pensiero con la scienza dell’agire. Nella sua didattica, inoltre, Vittorio pone al centro di ogni azione educativa l’alunno che ha, soprattutto, un cuore palpitante e un desiderio di sentirsi amato: per Vittorio,  una didattica che non coinvolge l’integralità e l’”intero” dell’alunno (=il cuore da cui parte e a cui arriva ogni emozione e l’amore da cui parte e a cui arriva ogni autentico desiderio umano) è una didattica trasmissiva e non riflettente, mnemonica e non problematica; inoltre, senza cuore e senza  amore, senza capacità attrattiva e stupefacente, senza competenze fantasiose e coeducative non sì può insegnare assolutamente niente. La sua voce espressiva e schietta tonificava “la sua didattica cordiale e amorevole”.

Le scintille multiple create dalla didattica del prof. Vittorio Tinelli si fanno strada nell’unicità di ogni risposta agli indovinelli e ai problemini: l’importante (=teleologia pedagogica) non è risolvere l’indovinello ma è conoscere il pianto, il cielo e il mare (p.9): l’importante non è risolvere il problemino (=teleologia poetica) ma è conoscere le nespole, il cestino, la tasca (p.14). Ciò che Vittorio vuole realizzare specificamente  è la verità della crescita personale  di ogni capacità spirituale e morale degli alunni: egli vuole l’ideazione originale e la rappresentazione simbolica, significante e segnica di ogni parola ascoltata, letta e ripronunciata: ripronunciamento che ha sempre un significato nuovo ed estensivo. La sua è una didattica che tende ad interiorizzare, coscientizzare e personalizzare il messaggio valoriale trasmesso: e questo messaggio è sempre scientifico poiché la linguistica e la semiotica coincidono con i numeri della matematica e con le sue logiche infinite: in tal senso, i nostri indovinelli e i nostri problemini sono, in sintesi, dei piccoli grandi scali della grammatica del cuore e della sintassi dell’amore: cuore e amore, ancora una volta, sono beni intrasferibili, inalienabili, non soggetti ad alcun mercato economico, finanziario, massmediale  e politico. Essi sono semplicemente beni indivisibili che, unendo l’alunno, lo rendono persona capace di essere ciò che vuole e deve essere: l’operazione didattica di Vittorio eccede ogni cognitivismo, ogni emotivismo e ogni pragmatismo pedagogico. La sua è una didattica a scintille multiple per proporre e piantare una vita pacificata con l’esistenza quotidiana: perciò la sua originalità teorica in materia didattica, pedagogica e scolastica andrebbe ancora e meglio scavata, esplorata e indagata dagli addetti ai lavori e  senza precomprensioni  neoideologiche.

L’Amministrazione comunale di Noci, insieme alla famiglia, e ai pochi, ormai, veri intellettuali della città – lontani, dalla recente “produzione letteraria”, ricca di qualunquismo culturale, di inelegante metrica stilistica e di basso profilo etico, estetico ed estatico – potrebbe allestire, per il 1° centenario della nascita del prof. Vittorio Tinelli (1919-2019), un adeguato programma di studi pluralistici, universitari e/o accademici sul pensiero e sull’azione del “maestro per antonomasia” della città dei tre campanili e non dell’enogastronomia. Lo scopo recondito della proposta, già avanzata da chi scrive, nell’incontro pubblico del 19 dicembre 2015, è quello di collocare, secondo verità e giustizia, libertà ed eticità, il prof. Vittorio Tinelli tra le stelle polari dei pedagogisti speciali del XX secolo,  nel firmamento culturale e transdisciplinare dell’Italia meridionale.-

 

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