L'eucaristia nel pensiero di Vittorio Bachelet

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Il laicato cattolico italiano verso la Santa Pasqua

La Settimana Santa e la Santa Pasqua rimettono al centro della vita cristiana dei fedeli laici sia la realtà viva del sacramento dell’eucaristia sia la realtà salvifica dell’amore pasquale. Lungo questa direzione è bene, anche dal punto di vista educativo, rivedere il pensiero di Vittorio Bachelet (Roma, 20 febbraio 1926; 12 febbraio 1980; Maggi, 1981) sull’amore eucaristico o sull’eucaristia, tout court (cf Scritti ecclesiali, a cura di M.Truffelli, Roma 2005, 309-313). La figura e l’opera di Bachelet sono state conosciute dal grande pubblico soprattutto dopo il suo barbaro assassinio, posto in essere dalle Brigate Rosse nell’Università “La Sapienza” di Roma (Martina-Monticone, 1981): prima di tale martirio egli è conosciuto soltanto dall’ambiente accademico (1947-1980), dall’ambiente della “giustizia”, come Vice-Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (Mastropaolo, 1981) e, innanzitutto, dall’ambiente dell’Azione Cattolica Italiana (ACI) e delle sue articolazioni  interne ed esterne (Casella, 1980). In particolare, Bachelet è Presidente Generale dall’ACI dal 1964 al 1973 e coordinatore del “nuovo Statuto”, postconciliare, del 1969 o della cosiddetta “scelta religiosa” (Turi, 1986; 1993).

Ebbene, per Bachelet il sacramento dell’eucaristia è, per l’ACI e per il laicato cattolico italiano, il sacramento centrale e, in certo senso, fondamentale dell’apostolato e della missione dei fedeli laici nella Chiesa e nella società civile.

In primo luogo, Bachelet dice: “Chiaro è…l’insegnamento della Chiesa: il sacrificio Eucaristico, la comunione del Corpo di Cristo, la sua presenza fra noi sono il culmine della vita della Chiesa e la fonte e la forza dell’azione missionaria della Chiesa e in essa e con essa dell’apostolato dei laici” (p.309). La realtà vivente di tutto il Signore che, sotto le specie del pane e del vino, abita il tabernacolo della salvezza reclama la comunione tra il clero e il laicato e la fraternità tra i battezzati e gli uomini e le donne di buona volontà. Perciò, l’eucaristia non solo fa la Chiesa ma accompagna la Chiesa nel suo cammino apostolico e missionario, basato sull’”amore pasquale”, che arriva fino al dono sincero di sé. Contemplazione e azione, preghiera e vita, ascesi ed esistenza sono, così, due aspetti di un’unica verità che postula la propagazione dei beni messianici del Vangelo e l’espansione del Regno di Dio nel mondo. Alimentandosi del cibo del corpo di Cristo, i fedeli laici diventano cristiani responsabili, nella comunità ecclesiale e nella comunità civile, della comunione fraterna: questo dovere eucaristico conduce alla libertà dei Figli di Dio e alla liberazione dai condizionamenti umani che frenano “la barca di Pietro” e “la barca di Cesare”. La storia d’intimità tra Cristo e l’apostolato cristiano “E’ una storia - sottolinea Bachelet – da scrivere ancora e che forse gli storici…non scriveranno mai. Ma questa storia del rapporto intimo tra  vita Eucaristica e apostolato cristiano è una storia che può leggersi nella vita dei grandi e dei piccoli impegnati nell’Azione Cattolica. E’ una storia di cui abbiamo la ventura di leggere qualche pagina viva in quei tre  discorsi di Toniolo ai Congressi eucaristici di Milano, di Orvieto e di Venezia, tra il 1895 e il 1897, di cui alcuni passi sono stati raccolti opportunamente in un opuscolo dell’Azione Cattolica Pisana” (p.310).

In secondo luogo, Bachelet riprende alcune parole del Cardinale Angelo Roncalli il quale sostiene che i tre discorsi di Toniolo (1845-1818; Pecorari, 1982; Preziosi, 2014) sono “[…] tre cardini, tre poemi…una perfetta, magnifica trilogia” (p.311) dove la scienza sociale è ispirata dal Vangelo ovvero dalla forza della grazia eucaristica. “Ecco, dunque – precisa Bachelet – nell’insegnamento della Chiesa e nella vita di un grande cristiano, professore nell’università di Pisa, la testimonianza dell’intimo legame che vi è tra l’Eucaristia e l’apostolato dei laici, e dunque in modo specialissimo fra l’Eucaristia e l’Azione Cattolica se questa – come il Papa ci ha chiesto – deve essere ‘via maestra’ per i laici che vogliono vivere con pienezza la vita della Chiesa e il suo impegno missionario”. Tra la vita secolare dei laici (famiglia, lavoro, scuola, ecc.) e la spiritualità eucaristica dev’esserci un’osmosi che, salvaguardando i valori propri di ogni professione e di ogni scienza (Gaudium et spes n.36), suppone, eleva e perfeziona le realtà terrene: non si tratta di sacralizzare le strutture della “città dell’uomo” ma di animare cristianamente l’ordine temporale, purificandolo e inserendolo nella storia della salvezza. Con l’eucaristia ogni realtà della vita umana viene umanizzata e bonificata dal peccato e dalle “strutture di peccato”.

Il terzo luogo, infine, Bachelet asserisce, quasi in modo apodittico, che “[…] l’Eucaristia…comunica e alimenta la carità verso Dio e verso il prossimo” (p.313). Con la preghiera eucaristica e con la vita eucaristica la carità s’esprime nella sua realtà sorgiva e finale. Amare Dio e amare il prossimo è un unico comandamento che si autocomprende e si  attua se si ascolta lo voce del Signore che parla nel silenzio creativo del sacramento della comunione: quest’aspetto della riflessione di Bachelet è, forse, l’aspetto più originale del suo pensiero. In merito, Bachelet non condivide il meccanicismo che lega il sacramento della riconciliazione a quello della comunione: i due sacramenti sono distinti, anche se non sono distanti. La riconciliazione fraterna proviene dalla forza dello Spirito del Risorto, che, a sua volta, porta i fedeli laici all’incontro  eucaristico col Signore: la forza dell’amore eucaristico è veicolato nella storia dallo Spirito del Risorto ed è dalla comunione con lo Spirito del Risorto che deriva l’incontro personale col Signore. Lasciarsi fare dallo Spirito Santo è avvicinarsi ai fratelli e al Signore: questa simultaneità porta a vivere da cristiani adulti nell’esistenza comune, da fedeli laici nel tessuto vivo della Chiesa e della società. E’, allora, un’eucaristia spiritualizzata la forma storica più efficace che è capace di veicolare la vita eterna nella storia e la storia nella vita eterna.-

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